Novembre è stato un mese turbolento per la FIA, che sembra sempre più somigliare a un teatro di caos, con porte girevoli che non smettono di turbinare. Considerando che la Federazione ha sede a Place de la Concorde, a Parigi, luogo tristemente noto per le esecuzioni capitali durante la Rivoluzione Francese, il parallelismo con “teste che continuano a cadere” sembra inevitabile.
Tra licenziamenti di direttori di gara, giudici destituiti e nuovi arrivi subito messi da parte, si è assistito a un balletto di nomine e rimozioni. Il caso più emblematico è quello di Niels Wittich, licenziato senza una motivazione chiara e sostituito da Rui Marques, ex direttore di gara di F2 e F3. Dopo un debutto discreto a Las Vegas, Marques ha avuto un weekend decisamente negativo in Qatar.
Poco prima dell’inizio del Gran Premio, un incontro tra la GPDA e la FIA, definito “fruttuoso”, si è rivelato tutt’altro che tale. L’episodio si è aggravato con la reazione spropositata del presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile, Mohammed Ben Sulayem, che ha liquidato le preoccupazioni dei piloti con un laconico “non sono affari che vi riguardano”.
F1: la FIA manca di buon senso
Un episodio chiave del weekend si è verificato sul rettilineo principale del circuito qatariota, unico punto di sorpasso e zona DRS. La Williams di Alexander Albon ha perso lo specchietto destro, che è rimasto in mezzo alla traiettoria. Successivamente, Valtteri Bottas, nel tentativo di lasciare strada alla Ferrari di Charles Leclerc, ha colpito in pieno il pezzo, riducendolo in frantumi.
I detriti hanno poi danneggiato le gomme di Lewis Hamilton e Carlos Sainz, compromettendo irrimediabilmente le loro gare. Solo allora il direttore di gara ha deciso di mandare in pista la Safety Car per ripulire il rettilineo. Fino a quel momento, per diversi giri era stata esposta solo la bandiera gialla, limitando ulteriormente le possibilità di sorpasso.
Un altro episodio controverso ha riguardato Lando Norris, penalizzato con uno Stop & Go di 10 secondi per non aver rallentato sotto bandiera gialla. Sebbene la sanzione fosse corretta secondo il regolamento, sarebbe bastato un minimo di buon senso per gestire la situazione in modo più efficace: una Safety Car o una Virtual Safety Car avrebbero risolto il problema senza influire sullo svolgimento della gara.
La penalità inflitta a Norris, unita alla foratura di Sainz, ha compromesso le speranze della McLaren di battere la Ferrari nel campionato costruttori già a Losail. Ora, a un solo appuntamento dalla fine, il team di Woking si trova a inseguire con uno svantaggio di 21 punti, quando avrebbe potuto ridurre sensibilmente il divario.

La gestione della gara da parte di Rui Marques ha lasciato molti interrogativi e solleva preoccupazioni in vista di Abu Dhabi. La FIA, con le sue decisioni tardive e talvolta discutibili, mette piloti e team in una situazione di tensione estrema, specialmente quando i titoli sono ancora in bilico.
Per il bene della Formula 1, della McLaren, della Ferrari e di tutto lo sport, sarebbe auspicabile che la direzione gara si limitasse a garantire una competizione equa, senza interferire nella lotta mondiale. Di finali controversi come quello di Abu Dhabi 2021 ne abbiamo avuto uno, ed è già più che sufficiente.
Crediti foto: McLaren F1, FIA