La Ferrari non ha bisogno di testimonial ma li usa

La Ferrari non è solita legarsi stabilmente con dei testimonial. Ma dinanzi agli endorsement non richiesti non si tira indietro

Quando si parla di marketing, particolarmente per il settore automotive, la figura del testimonial è spesso essenziale per il lancio di una campagna promozionale. Avere una figura di riferimento che faccia da ambasciatore per un brand ha i suoi pro e, spesso, genera un notevole ritorno d’immagine. Ferrari è nota per non aver mai avuto bisogno di un testimonial. Ma è ancora così?

L’importanza di avere un testimonial

I brand più blasonati brand sfruttano il concetto di testimonial chiamando ogni sorta di personaggio famoso: che si tratti di un attore, uno sportivo o un cantante, la notorietà resta il fattore determinante nella scelta di un testimonial.

Essenzialmente, si sfrutta la notorietà del personaggio scelto, nel tentativo di attrarre i fan dello stesso cercando di scegliere personalità che si avvicinano ai valori del brand. Lo stesso concetto oggi lo ritroviamo nelle campagne di influencer marketing seppur in forma più ridotta, in quanto il “prodotto finito” può essere un post o una stories anziché una campagna pubblicitaria completa.

Non necessariamente il testimonial è una persona reale, ad esempio Aston Martin deve gran parte della sua notorietà all’agente segreto 007, il quale viene sempre mostrato a bordo di una Aston nelle rappresentazioni cinematografiche, fatta eccezione per un’avventura a bordo di una Lotus sommergibile.

Perché Ferrari non ha mai avuto bisogno di un testimonial

Tra le miriadi di caratteristiche uniche del Cavallino Rampante, una è strettamente legata alla notorietà del brand e in grado di alimentare ancora di più lo spirito leggendario del marchio italiano.

Da decenni Ferrari è il brand più famoso al mondo, numerosi studi lo confermano e ciò ha permesso l’attuazione di un’importante scelta commerciale: non servirsi mai di un testimonial.

La motivazione è più semplice di quanto si possa immaginare e piuttosto elitaria: chi acquista un’auto di lusso è sicuramente una persona importante, chi guida una Ferrari lo fa perché è l’auto a essere importante.

Acquistare una Ferrari V12? Un privilegio per pochi

Le supersportive di Maranello sono le auto più ambite del mondo, ma è importante conoscere la differenza sostanziale tra i modelli prodotti in serie e le edizioni limitate: le prime possono essere acquistate regolarmente in concessionaria, le seconde richiedono un iter molto più difficoltoso.

Ferrari tiene molto alla sua immagine e monitora costantemente i suoi clienti, riservando un trattamento speciale ai collezionisti. Entrare nella lista dei migliori clienti del Cavallino Rampante è molto difficile e non sempre il numero di Ferrari nel garage ne garantisce l’accesso.

Il privilegio maggiore di questo status? La possibilità di acquistare le edizioni limitate. Durante lo sviluppo di ognuno di questi modelli, i clienti “top” vengono contattati e invitati ad acquistare la vettura in questione praticamente a scatola chiusa.

Un atto di fede piuttosto oneroso, che nel giro di qualche anno si traduce in meraviglie come una Enzo o una LaFerrari.

Gli influencer hanno conquistato Maranello?

La figura dell’influencer ha cambiato il modo di fare marketing e i social sono diventati il fulcro della comunicazione di ogni brand.

Neanche Ferrari è stata esente al cambiamento e i personaggi famosi che ruotano attorno al Cavallino Rampante sono numerosi e spesso lasciano importanti tracce sui canali ufficiali Ferrari.

Che si tratti di una visita in fabbrica, la consegna di una limited edition o la presenza nel paddock durante un GP, il reparto marketing è sempre pronto a immortalare il momento e pubblicare immediatamente un post o una stories.

Pur non considerandoli veri e propri testimonial, questi personaggi, anche per la durata di un post, hanno rappresentato il marchio Ferrari generando interazione da parte dei propri followers.

Crediti: X

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