La Ferrari è malata di ottimismo infruttuoso

Finisce la gara, partono le analisi che esaltano i pochi punti positivi ma che celano ciò che non va. Un modo di procedere vecchio, infruttuoso, che non fotografa i problemi che possono bellamente germogliare. E far danni

Se la Ferrari fosse un uomo, sarebbe probabilmente Marc Gené. L’immagine vi stranisce? Ve lo spiego. Il buon Marc è l’aziendalista per definizione, l’ottimista per eccellenza, colui che vede del buono anche quando la casa va a fuoco. Un personaggio che di sicuro fa bene nel tenere alto il morale, ma che non aiuta a centrare le questioni cruciali. E a Maranello ce ne sono diverse da affrontare dopo la trasferta ungherese.

Un quarto e un sesto posto in qualifica, un quarto e un sesto posto dopo la gara. Questo è il bottino della SF-24 tra le strade dell’Hungaroring, una pista che sulla carta doveva essere favorevole alla vettura italiana. Questi sono risultati che possono soddisfare? Evidentemente no, ma c’è chi continua ostinatamente a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Ferrari - Marc Gené
Marc Gené, uomo immagine Ferrari e commentatore Sky

Marc Gené? Sicuramente, come abbiamo detto. Ma non è solo. Anche il grande boss Fred Vasseur è affetto dal morbo dell’ottimismo ostentato al di là della ragionevolezza che servirebbe in questi casi. Leggete per credere: “Credo che abbiamo avuto un weekend molto forte, con una bella lotta in gara con Red Bull e Mercedes e, nel complesso, abbiamo tratto probabilmente il massimo da quello che si poteva ottenere“.

Dobbiamo fare ancora un passo avanti in termini di prestazione. L’anno scorso abbiamo concluso a 65 secondi dalla Red Bull, quest’anno a 20 dalla McLaren. Non è sufficiente, ma significa che siamo sulla strada giusta. Charles è partito bene, è andato piuttosto veloce e aveva un passo particolarmente forte nello stint centrale con le gomme dure. Ha avuto un po’ più di difficoltà alla fine con le medie, però è andata così”.

Ferrari minimizza i problemi: cui prodest?

Quindi, tirando le somme, bisogna essere soddisfatti per aver beccato 20 secondi da chi ha vinto la gara, che non è la Red Bull bensì la McLaren che, partendo l’anno scorso dalle retrovie, ha fatto un recupero clamoroso fino a diventare la prima forza del campionato del mondo di Formula 1. Cosa che la Ferrari, pur partendo da posizioni d’avanguardia, non è riuscita a fare. Anzi, rispetto al 2023 sembra che in qualche misura stia pure arretrando.

Momento difficile per la Ferrari. Frédéric Vasseur chiamato a superare il primo vero stress test

Ancora, bisogna aggrapparsi allo stint fatto da Leclerc con gomma hard che sarà stato pure positivo ma di certo non compensa le sezioni fatte con gomma media dove il passo è stato tutt’altro che positivo.

Il punto è che gli aggiornamenti portati in Ungheria non hanno dato gli effetti sperati sulla prestazione. Se sono riusciti ad evitare il bouncing – e Sainz non è proprio d’accordo, visto quanto ha riferito dopo le qualifiche – lo capiremo soltanto a Spa-Francorchamps. Ma di certo non sono aumentate le prestazioni: Ferrari quarta forza era dopo Silverstone e quarta forza è dopo Budapest.

Evidentemente a Maranello si sta pagando la confusione nella gestione tecnica, altro punto sul quale Vasseur tende a minimizzare quando invece non sarebbe il caso di farlo. Il dirigente francese ha liquidato la vicenda dicendo che a settembre, quindi dopo la pausa estiva, arriveranno novità e il nuovo organigramma sarà svelato alle masse.

Basta questo per non affrontare la partenza di Enrico Cardile e spiegare cosa sta accadendo in realtà nel suo interim. Ma si sa, le vacanze sono vicine e meglio pensare alle cose negative alla ripresa; ora godiamoci il mare e il sole.

Al gran festival della fiducia si è aggiunto anche Charles Leclerc. Perché salire dal sesto al quarto posto godendo della giornata folle di “Orlando Verstappen” è motivo di gran giubilo. Contento lui. “Abbiamo ribaltato la situazione rispetto a ieri!”, ha esordito raggiante il monegasco dopo i settanta giri del GP.

La nostra è stata una gara solida, con una gestione delle gomme azzeccata e corsa a un ritmo buono e costante. Nel complesso abbiamo sfruttato tutte le opportunità ed è stato positivo portare a casa un buon bottino di punti per la squadra”. E poi tutta una serie di parole che non riportiamo sul dovere di fare di più, sullo spingere, ecc. Solita solfa, noiosa come una canzone estiva di certi musicisti che scongelano a giugno e rimettono in ghiacciaia agli inizi di settembre.

La Ferrari SF-24 scintilla sul tortuoso tracciato dell’Hungaroring

Ferrari: il realismo di Sainz

L’unico a donarci un barlume di realismo è stato Carlos Sainz che forse, mosso dalla delusione di aver perso due posizioni per una partenza oggettivamente brutta, ha evitato di fare bilanci allegri. “La mia è stata una gara difficile. La partenza non è stata buona e qui in Ungheria è fondamentale: questo ha compromesso i miei piani”.

“Nell’ultimo stint ho potuto spingere un po’ di più dopo essere rimasto in pista più a lungo con la gomma hard, ma nel complesso, come abbiamo visto ieri, questo fine settimana ci è mancato un po’ di passo rispetto alle vetture davanti”.

Finalmente qualcuno ammette che la Ferrari non aveva il passo per vedersela né con McLaren, né con Red Bull, né con Mercedes. Questa è la vera fotografia dei fatti al di là dei distacchi ridotti rispetto all’anno scorso. Il mondiale è nella sua fase discendente, ci stiamo avviando verso l’epilogo avendo superato la metà e la Ferrari invece di migliorare a suon di pacchetti di aggiornamenti frena, peggiora e arretra.

E la cosa che lascia ancora più perplessi è che non si intravedono soluzioni all’orizzonte. Le modifiche al fondo introdotte in Ungheria dovranno essere confermate a Spa-Francorchamps, una pista che potenzialmente potrebbe bocciare ancora una volta gli espedienti trovati dagli ingegneri di Maranello.

Se questo dovesse accadere – e assolutamente non ce lo auguriamo – vorrebbe dire che la Ferrari è in preda al caos più totale e che questa stagione è stata nuovamente votata al “dobbiamo capire” di Binottiana memoria senza in realtà capirci un tubo.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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