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Home Approfondimenti

La contraddizione della F1: più gomme per lo show. Dov’è finita la sostenibilità?

Liberty Media spinge per la doppia sosta obbligatoria dal 2026: più pneumatici consumati per rendere le gare spettacolari. Ma dove sono finiti gli impegni green di Net Zero 2030?

Diego Catalano by Diego Catalano
1 Novembre 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 2026
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La F1 del 2026 si prepara alla più grande rivoluzione tecnica della sua storia. Power unit rivoluzionarie, carburanti sostenibili, dichiarazioni altisonanti sul programma Net Zero Carbon 2030. Eppure, dietro l’etichetta green che dovrebbe essere una dei pilastri su cui si regge l’intelaiatura, emerge una contraddizione che smaschera una possibile ipocrisia del sistema: Liberty Media spinge per imporre la doppia sosta obbligatoria. Tradotto: più gomme consumate, più materiale bruciato, più impatto ambientale. Tutto in nome dello spettacolo.

Nelle ultime cinque gare del mondiale in corso il vincitore ha sempre adottato la strategia a sosta singola. La durata garantita dalle gomme Pirelli ha scoraggiato gli ingegneri dal puntare su strategie a due pit stop, e i team si sono adeguati: i software di simulazione calcolano esattamente i tempi medi sul giro per gestire le gomme e limitarsi ad un solo stop. Un ritmo di gara più lento favorisce la gestione delle temperature, dimezza il pericolo di imprevisti al pit stop e semplifica la gestione del traffico. Strategia sensata, meno sprechi. Ma evidentemente non abbastanza spettacolare.

Liberty Media
Sede di Liberty Media in Englewood

Ed ecco che Liberty Media, con il supporto di alcune squadre, torna alla carica con l’idea doppia sosta obbligatoria. L’obiettivo dichiarato? Evitare lunghe fasi dei gran premi in modalità processione, permettere ai piloti di spingere al massimo senza doversi preoccupare della gestione. Uno scenario già testato a Losail nel 2023, quando la doppia sosta fu imposta per ragioni di sicurezza. Il risultato? Più azione in pista, certo. Ma anche più pneumatici consumati per ogni weekend di gara.

Secondo le informazioni raccolte da Motorsport.com, nella prossima riunione della Formula 1 Commission saranno messe sul tavolo diverse proposte. La più discussa prevede l’obbligo di utilizzare tutte e tre le mescole scelte da Pirelli per il weekend, altre ipotizzano i due stop senza vincoli di mescola o limiti massimi di chilometri per ogni set (non oltre il 45% della distanza di gara). Scenari diversi, un unico risultato: più gomme “bruciate” per ogni Gran Premio.

F1 - Net Zero Carbon 2030
F1 – Net Zero Carbon 2030

F1 2026: la sostenibilità va a farsi benedire

La domanda è legittima: dove sono finiti gli impegni sulla sostenibilità? La Formula 1 ha speso gli ultimi anni a costruirsi un’immagine di campione della transizione ecologica. Net Zero Carbon entro il 2030, carburanti E10 prima e E-fuel poi, logistica ottimizzata, materiali riciclabili. Un programma ambizioso, comunicato con orgoglio. Eppure, quando si tratta di scegliere tra sostenibilità e spettacolo, la bilancia pende sempre dalla stessa parte. Ubi maior minor cessat. 

Imporre una doppia sosta obbligatoria significa aumentare praticamente del 100% (non perdiamoci in dettagli matematici, non è la sede) il consumo di pneumatici per gara. Non stiamo parlando di numeri marginali: moltiplicati per venti Gran Premi e undici squadre (c’è anche l’aggravante del nuovo team), parliamo di centinaia di set aggiuntivi ogni stagione. Gomme da produrre, trasportare, smaltire. Un impatto ambientale tutt’altro che trascurabile, che stride clamorosamente con la narrazione green tanto decantata dalla categoria.

Dettaglio pneumatici Pirelli
Dettaglio pneumatici Pirelli

La verità è scomoda ma chiara: certi provvedimenti “sostenibili” rischiano di essere pura facciata, spot programmatico che crolla dinanzi ad altre esigenze. La Formula 1 può permettersi di parlare di carbon neutrality finché non intacca il business model basato sullo show. Ma quando lo spettacolo chiama, l’ambiente può aspettare. Le dichiarazioni sul Net Zero 2030 valgono fino a quando non entrano in conflitto con l’audience televisivo e gli sponsor.

Nel weekend di Città del Messico sono emerse valutazioni contrastanti: secondo alcuni addetti ai lavori l’utilizzo dei tre compound può comportare letture diverse della corsa, secondo altri potrebbe essere un boomerang che porta tutti alle stesse scelte. Ma il vero boomerang è un altro: quello dell’incoerenza. Non si può predicare sostenibilità e contemporaneamente spingere per aumentare i consumi in nome dell’entertainment.

La partita sul tavolo della Formula 1 Commission sarà aperta, certo. Ma il messaggio che ne esce è già chiaro: quando si tratta di scegliere tra green washing e show business, la Formula 1 sa perfettamente da che parte stare. Il programma Net Zero Carbon 2030? Belle parole, fino a prova contraria.


Crediti foto: Pirelli Motorsport, F1

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Tags: F1F1 2026News
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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