Finalmente è arrivato il tanto atteso gran premio del Bahrain che ha posto fine a tutte le inutili speculazioni sulla stagione 2024. Mesi di ipotesi, analisi di ogni tipo, interpretazioni e chi più ne ha più ne metta, per arrivare alla conclusione che è sembrata sin da subito lapalissiana: questo mondiale non ha storia, una squadra con il suo unico pilota è ampiamente davanti a tutti e fa quel che vuole.
E che non si parli di sviluppi o possibili recuperi poiché Verstappen, nell’unico giro tirato, ha staccato di 1 secondo e 4 decimi quello più veloce degli altri (Charles Leclerc, ndr). Quindi sarebbe il caso di fermarsi con valutazioni ottimistiche e di prendiamo atto che ci tocca vedere i gran premi solo per “goderci” lo spettacolo e la bagarre per le posizioni di rincalzo.
Fa comunque sorridere chi ancora inorridisce al solo ricordo del dominio Mercedes nel quale, comunque, abbiamo assistito ad una lotta serrata tra i due compagni di squadra e ad almeno due campionati in cui la Ferrari si è giocata il titolo per buona parte della stagione. Ora invece siamo alle porte della seconda annata in cui un singolo pilota può vincere tutti i gran premi meno uno. Eppure in pochi si lamentano.

Se Max Verstappen uscisse dalla sua comfort zone?
L’unico elemento di interesse rimanente è la guerra interna ormai dichiarata tra il clan Verstappen e il Team Principal Christian Horner, con il “sempre gentile” Jos che esce allo scoperto con pesanti critiche e accuse acide. E, come se non bastasse, strategicamente, si fa vedere nel paddock con Toto Wolff… Ricordo agli smemorati che la soffiata che ha dato il via alla gogna mediatica è partita, guarda caso, dall’Olanda. Ma può essere anche una coincidenza piuttosto curiosa.
Sarebbe molto bello vedere cosa può realizzare il campione del mondo fuori dalla comfort zone della Red Bull che è l’unico team per cui ha praticamente corso in F1 (eccezion fatta pe runa parentesi in Toro Rosso) e che, oltre a dargli un mezzo ultra competitivo, plasmato sul suo stile di guida tutto puntato sull’anteriore, ha saputo creargli intorno una specie di bolla che lo protegge dalle pressioni e stabilizza il suo carattere irruento.
Non dimentichiamo infatti che prima di guidare un mezzo da titolo (dal 2021 in poi), Max aveva il soprannome non troppo onorevole di “Versbatten” e spesso, questi incidenti, oltre a coinvolgere lui, includevano altri malcapitati (chiedere a Sebastian Vettel).

Comunque sia, lungi da noi sminuire i meriti di chi sta dominando sfruttando al meglio il vantaggio tecnico che il suo team gli offre (cosa sempre avvenuta in una Formula 1 nella quale senza un mezzo superiore non si vince), sarebbe bello apprezzare il suo talento in un team diverso e magari con un compagno di squadra non totalmente asservito alla sua causa; un upgrade che Hamilton a suo tempo ha fatto, lasciando la zona confortevole che s’era creata in un team vincente come McLaren per approdare in uno che mostrava potenziale ma non aveva vinto qualcosa di importante dal suo rientro nella massima serie dell’automobilismo.
Tuttavia, se questo non avverrà, nessuno si sognerà di classificarlo come brocco. Però, mentre il suo rivale storico, alle soglie della pensione, ha scelto di lanciarsi in una nuova avventura stimolante ma potenzialmente distruttiva, sarebbe bello vedere anche un po’ di coraggio da parte sua: ci si consacra campioni anche cosi. Sarebbe forse l’unica medicina per questa F1 scontata e congelata.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1