Durante il periodo con la McLaren, Raikkonen visse momenti altalenanti. Anche se si affermò come uno dei piloti più veloci del paddock, problemi di affidabilità del vettura gli impedirono di vincere un titolo mondiale, nonostante le intense competizioni con Michael Schumacher e Fernando Alonso. La sua costanza, però, gli permise di guadagnare il rispetto di tifosi e addetti ai lavori.
Nel 2007, il passaggio alla Ferrari segnò il punto più alto della carriera di Kimi. In quella stagione, riuscì a rimontare nelle ultime gare e, superando i favoriti Lewis Hamilton e Alonso nell’ultimo GP in Brasile, conquistò il campionato mondiale. Questo trionfo rappresentò non solo il suo successo personale, ma anche una nuova era per la Ferrari, che, con l’addio di Schumacher, continuava a dimostrare la sua competitività ai massimi livelli.
Dopo alcune stagioni meno brillanti e un clima di crescente pressione all’interno del Cavallino Rampante, Raikkonen decise di lasciare la Formula 1 alla fine del 2009. Durante la pausa, si cimentò nel mondo del rally e nella NASCAR.
Nel 2012 invece ritornò in Formula 1 con il team Lotus, dimostrando ancora una volta il suo talento. Nonostante la pausa, riuscì a vincere gare importanti, come il memorabile GP di Abu Dhabi, confermandosi come uno dei piloti più competitivi.

Nel 2014, fece il suo ritorno alla Ferrari, anche se questa volta non riuscì a replicare il successo del primo periodo. Nonostante ciò, rimase uno dei piloti più amati e rispettati, sostenendo Sebastian Vettel come compagno di squadra.
Nel 2019 passò all’Alfa Romeo, ritrovando le sue radici con il team Sauber. Anche se le prestazioni del squadra elvetica non erano all’altezza dei top team, Raikkonen continuò a offrire il suo contributo alla crescita della squadra, mantenendo il suo status fino al ritiro nel 2021.
Kimi Raikkonen l’antidivo diventato icona della F1
Al di là dei suoi risultati sportivi, che lo hanno portato a vincere il campionato del mondo nel 2007 con la Ferrari, ciò che ha colpito di più è la sua personalità fuori dagli schemi e il suo approccio diretto, spesso schivo, ai media e all’ambiente patinato dello sport.
Soprannominato “The Iceman“, non solo per il suo essere finlandese ma anche per il suo carattere imperturbabile, Kimi ha sempre incarnato una sorta di anti-eroe nel mondo della Formula 1, dove l’immagine pubblica è sempre al centro dell’attenzione. Non ha mai cercato di compiacere la stampa o il pubblico con dichiarazioni roboanti o false modestie. Anzi, Kimi si è fatto notare per la sua franchezza, che ha regalato momenti memorabili nelle interviste, con risposte telegrafiche e talvolta lapidarie.
“Leave me alone, I know what I’m doing” è la frase più famosa pronunciata via radio durante il Gran Premio di Abu Dhabi 2012, quando il team Lotus gli stava dando istruzioni mentre era in testa alla gara.
Questa sua autenticità, unita al talento in pista, gli ha fatto guadagnare una vasta schiera di fan che lo hanno apprezzato proprio per quello che è: un uomo che ha sempre amato correre, senza secondi fini, senza interessarsi troppo delle dinamiche che circondano lo sport moderno. In un’era in cui la Formula 1 si è trasformata in un grande spettacolo mediatico, Kimi ha sempre mantenuto un’integrità e un distacco rari.
Kimi Raikkonen, anche se adesso è lontano dai riflettori, resta uno dei piloti più amati dal grande pubblico per la sua autenticità. Non solo per le vittorie, ma per il modo in cui ha vissuto la sua carriera. Ha rappresentato un modo di essere che si allontana dalle luci della ribalta e si avvicina di più al cuore dello sport: la passione per la velocità e la competizione, senza fronzoli e senza compromessi.
Buon compleanno, Kimi.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Lotus F1