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Home Editoriali

L’assente si è arrabbiato

A Maranello il dito punta sempre verso il basso: ma i veri errori vengono dall’alto.

Diego Catalano by Diego Catalano
10 Novembre 2025
in Editoriali, News
Tempo di lettura: 2 minuti
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Ferrari

John Elkann, presidente Ferrari

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John Elkann ha deciso di rompere il silenzio. Peccato che, come spesso accade, lo abbia fatto nel momento sbagliato e dicendo la cosa meno idonea.  Il presidente della Ferrari, intervistato da Repubblica, ha pensato bene di puntare il dito contro i driver: “Abbiamo bisogno di piloti che pensano non a loro stessi, ma alla Ferrari”. Tradotto: la colpa, ancora una volta, è di chi si sporca le mani.

Ma davvero è questo il problema della Ferrari? Davvero la differenza tra vincere e perdere sta in due ragazzi che si fanno il mazzo – con risultati alterni – ogni weekend, cercando di portare una monoposto al limite mentre la dirigenza si esercita a fare comunicati e a distribuire colpe? No, il problema è un altro: è che a Maranello si continua a confondere la leadership con la predica.

Elkann parla di “unità”, di “lavoro coeso”, di “meccanici e ingegneri che fanno un ottimo lavoro”. Frasi di circostanza che suonano come il copione di chi osserva la Formula 1 da lontano, dal salotto comodo e climatizzato. Ma quando aggiunge che “i piloti devono pensare meno a se stessi”, si scava la fossa da solo. Perché Leclerc e Hamilton, a differenza sua, vivono ogni errore in diretta mondiale. Si prendono le critiche, il peso delle aspettative, e intanto lottano con una vettura che resta imprevedibile, fragile e, spesso, inferiore a quelle delle concorrenza.

In relazione al GP del Brasile, Elkann parla di “delusione”. Bene. Ma quella delusione nasce da una gestione che non ha mai protetto chi combatte in pista. È comodo elogiare i pit stop e il lavoro in fabbrica – che sono davvero eccellenti – quando si evita accuratamente di parlare di una macchina che non cresce al ritmo dei rivali, o di un progetto tecnico che cambia direzione ogni anno. La verità è che questa Ferrari non perde per colpa dei piloti, ma per mancanza di visione.

Ferrari Leclerc Hamilton f1
Charles Leclerc e Lewis Hamilton a baku

E allora, quando il presidente invita tutti a “parlare meno”, forse dovrebbe essere il primo a seguire il suo stesso consiglio. Perché a forza di parole fuori luogo, la Ferrari continua a sembrare una squadra guidata più dalla retorica che dal coraggio.  Charles Leclerc non ha bisogno di essere zittito: ha bisogno di un’auto degna del suo talento. Lewis Hamilton – che John ha voluto con un colpo di mano – non deve “pensare meno a se stesso”: deve essere messo nelle condizioni di pensare alla vittoria.

Se Elkann vuole davvero una Ferrari unita, cominci col non dividerla pubblicamente. La squadra non si compatta scaricando le colpe su chi guida, ma assumendosi la responsabilità di chi decide.  Oggi, la Ferrari non ha bisogno di predicatori. Ha bisogno di leader.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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Tags: EditorialeFerrariJohn ElkannNews
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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