Il 2025 di Isack Hadjar rappresenta una delle storie più affascinanti della Formula 1 contemporanea. In pochi mesi, il francese è riuscito a trasformare la disperazione del debutto mancato a Melbourne nella gioia del primo podio a Zandvoort, un percorso che racchiude in sé la tipica capacità di risposta dei campioni.
Tuttavia, il suo rapido emergere all’interno della categoria regina apre interrogativi più complessi: fino a che punto è prudente accelerare la sua carriera? L’ipotesi di un futuro in Red Bull, già evocata nel paddock, potrebbe segnare la definitiva consacrazione oppure rappresentare una trappola micidiale, capace di mettere in discussione la sua promettente parabola.
Isack Hadjar – Dalla caduta di Melbourne al riscatto di Zandvoort
Il primo impatto con la massima serie dell’automobilismo sportivo non è stato dei più dolci. In Australia, nel weekend che doveva sancire il suo ingresso ufficiale nel Circus, Hadjar non riuscì neppure a completare il giro di formazione. Un incidente lo costrinse a parcheggiare la monoposto e ad assistere al via del Gran Premio da spettatore privilegiato ma dolorosamente impotente.
Le immagini del francese in lacrime ai box fecero rapidamente il giro del mondo, consegnando al pubblico la vulnerabilità di un rookie che vedeva sfumare il sogno della prima gara ancor prima che iniziasse. Un impatto durissimo che poteva lasciare il segno. Ma Isack ha mostrato la determinazione dei forti.
Il gesto di Anthony Hamilton, padre di Lewis e idolo dichiarato di Hadjar, che lo avvicinò per consolarlo con un abbraccio, testimoniò la dimensione umana di quel momento. L’intero paddock, tranne il cinico Helmut Marko che criticò con la solita insensibilità il gesto, comprese quanto fosse dura quella prova psicologica. Ma ciò che in un primo momento sembrava una ferita difficilmente rimarginabile, si è rivelato in realtà il carburante per una crescita esponenziale.

Da quel giorno, Hadjar ha mostrato una tenacia impressionante. Le sue prestazioni hanno rapidamente cancellato il ricordo della frustrazione australiana, fino a culminare con il podio conquistato a Zandvoort, frutto non solo delle circostanze particolari della gara – condizionata dai ritiri delle Ferrari e di Lando Norris – ma soprattutto della capacità di mantenere un ritmo competitivo e costante. Partito dalla quarta casella, il francese ha difeso la posizione con maturità, respingendo avversari del calibro di Charles Leclerc e George Russell. Non i primi arrivati, insomma.
In un 2025 caratterizzato dall’arrivo di diversi esordienti di talento, tra cui Gabriel Bortoleto e Andrea Kimi Antonelli, Hadjar è riuscito a ritagliarsi un posto di rilievo. La Racing Bulls, squadra che per natura è un trampolino verso la casa madre Red Bull, ha trovato in lui un riferimento affidabile. Il confronto con il compagno di squadra Liam Lawson è eloquente: mentre il neozelandese stenta a trovare continuità ed è rimasto bloccato a 20 punti dopo l’incidente con Carlos Sainz in Olanda, Hadjar si è issato fino alla top ten del mondiale piloti, a pari merito con un veterano come Nico Hülkenberg (37 punti, ndr). Numeri che confermano la sua solidità, ma che soprattutto hanno acceso le speculazioni sul futuro.
Isack Hardaj e la tentazione Red Bull
Quando un pilota si afferma in Racing Bulls, la prospettiva naturale è quella di un passaggio nella scuderia principale. Per Hadjar, questa possibilità sembra già essere oggetto di discussione. Red Bull, infatti, si avvicina a un momento delicato della sua storia: l’avvio della partnership con Red Bull Powertrains -Ford, che segnerà l’inizio di una nuova era tecnica e motoristica dal 2026. Un cambiamento che porta con sé grandi ambizioni ma anche innumerevoli incognite.
In questo contesto, inserire un talento giovane e ancora in fase di formazione come Hadjar potrebbe sembrare una mossa rischiosa. Da un lato, il richiamo di Milton Keynes rappresenta la massima opportunità di carriera per un pilota cresciuto all’interno della sua filiera. Dall’altro, però, si tratta di una situazione delicatissima.

Le due ombre: Verstappen e il nuovo corso
Le difficoltà che Hadjar potrebbe incontrare in un eventuale passaggio in Red Bull sono di duplice natura. La prima è legata a Max Verstappen. Il quattro volte campione del mondo ha dimostrato negli anni una capacità devastante di annientare chiunque sia stato messo al suo fianco: da Pierre Gasly ad Alexander Albon, passando per un pilota esperto come Sergio Perez. Il peso specifico del confronto con l’olandese è tale da rischiare di logorare psicologicamente un giovane in ascesa, trasformando l’occasione della vita in un banco di prova potenzialmente distruttivo.
La seconda ombra è rappresentata dal contesto tecnico. Red Bull si troverà a sviluppare una power unit completamente nuova, in collaborazione con Ford, in un quadro regolamentare che modificherà radicalmente la filosofia delle monoposto. Se il progetto non dovesse rivelarsi competitivo sin da subito, il rischio sarebbe quello di compromettere anche la crescita di un pilota giovane, costretto a combattere in una fase cruciale della sua carriera.
Hadjar ha già dimostrato di possedere il talento, la velocità e la forza mentale per ritagliarsi un ruolo da protagonista in Formula 1. Tuttavia, il passo verso la Red Bull rappresenta una sfida che va valutata con estrema prudenza. Non è un caso che diversi osservatori del paddock sottolineino la necessità di proteggerlo da un salto troppo rapido, che potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Restare un altro anno in VCARB, accumulando esperienza e consolidando la propria posizione nella categoria, potrebbe rivelarsi la scelta più saggia. Nel frattempo, Red Bull dovrà chiarire il proprio futuro tecnico e valutare se davvero sia opportuno affiancare a Verstappen un talento ancora acerbo, con il rischio di replicare storie già viste con altri giovani bruciati dalla pressione.

Il cammino di Isack Hadjar, per quanto breve, ha già assunto i contorni di una parabola narrativa potente: dal dolore delle lacrime a Melbourne alla gioia incontenibile del podio di Zandvoort. Una traiettoria che affascina e che spinge inevitabilmente a immaginarlo in scenari più grandi. Ma la Formula 1 non è un mondo indulgente: il confine tra consacrazione e caduta può essere sottile.
Hadjar ha davanti a sé un futuro luminoso, ma dovrà affrontarlo con la stessa maturità con cui ha superato le difficoltà iniziali. La sua grande sfida non sarà soltanto quella di continuare a essere veloce, ma di saper gestire i tempi della propria carriera. Perché, se è vero che la Red Bull rappresenta il sogno massimo per ogni pilota del suo vivaio, è altrettanto vero che il rischio di bruciarsi in un contesto così esigente è concreto. E a volte, per un giovane talento, saper aspettare vale quanto vincere.
Crediti foto: Visa Cash App Racing Bulls, F1.com
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