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Home Editoriali

In F1 la cultura del sospetto non passa mai di moda

L’ultima frontiera del sospetto in F1 è l’infrazione del Parco Chiuso da parte di un dato team. La FIA starebbe indagando sulle segnalazioni di alcune squadre rivali. Ma nessuno conosce i nomi e nel frattempo il mostro della dietrologia trova foraggio a basso costo

Diego Catalano by Diego Catalano
17 Ottobre 2024
in Editoriali, F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 Sospetti

Jo Bauer (delegato tecnico FIA deputato alla verifiche) osserva il passaggio della Ferrari - Credito foto: motorsport magazine

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Con il ritorno della F1 tornano anche le polemiche, o per meglio dire, riemergono i sospetti. Anche questo 2024 – e non è certo una novità – ha avuto la sua dose di storie ai “limiti del consentito”. Prima si è parlato della famosa “frenata sdoppiata” della Red Bull, senza che ve ne fosse una prova certa, poi si è giunti alle ali anteriori flessibili – un grande classico degli ultimi anni – della McLaren MCL38 e della Mercedes W15.

Successivamente, sempre a proposito di ali, ma stavolta posteriori, è stato sollevato il caso del famigerato finto DRS delle monoposto papaya, che avrebbe infranto lo spirito del regolamento (concetto ampiamente decostruito, leggi qui), anche se nessuna norma scritta lo vietava.

Ora, a un giorno dall’inizio delle attività per il Gran Premio degli Stati Uniti, emerge un’altra questione, un’altra potenziale polemica, l’ennesima storia di accuse non confermate che, anziché fare chiarezza, alimenta i soliti meccanismi mediatici che vanno alla ricerca di un colpevole da condannare in contumacia. Veniamo ai fatti.

Austin Track Limits

F1 e sospetti: qualcuno bara con le altezze?

Si sta diffondendo in queste ore la voce che un team in particolare – e non abbiamo idea di chi possa essere – abbia sfruttato il regime di Parco Chiuso in modo, come dire, fantasioso. La bomba è stata sganciata dalla testata britannica Autosport, una fonte che non è certo avvezza a pubblicare articoli sensazionalistici per ottenere qualche facile click. Questo genere di notizie è solitamente più affine a testate meno serie.

Il giornale afferma che vi sia stata una fitta interlocuzione tra le scuderie che si sentono lese e la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA). Anche in questo caso, non si conosce il nome dei protagonisti. L’accusa è la seguente: si ritiene che una squadra abbia alterato l’altezza della monoposto nel regime di Parco Chiuso, contravvenendo a una delle regole basilari della Formula 1 attuale, un’infrazione che dovrebbe condurre automaticamente alla squalifica o, quantomeno, a una sanzione significativa.

Mercedes W15
La nuova ala anteriore della Mercedes W15 introdotta a Montecarlo

F1: la FIA è incapace di controllare o preferisce l’accordo riservato? Meccanismo che alimenta i sospetti

Senza entrare nei dettagli di articoli e commi – un editoriale non è la sede per questo tipo di approfondimento – ciò che si intende sottolineare è che se la FIA avesse contezza del fatto che si sta consumando un illecito senza intervenire, saremmo di fronte a una situazione di gravità inaudita, per due motivi principali.

Il primo è che, anziché punire e sanzionare, il giudice cercherebbe un accordo tra le parti per far sì che una prassi illegale venga interrotta. Non è questo il modo corretto di procedere, visto che a fronte di un’infrazione accertata è prevista una pena automatica, specie per alcuni tipi di violazioni.

In secondo luogo, se la questione riguardante l’interlocuzione tra le parti per trovare un compromesso sanzionatorio (come già visto in occasione dell’infrazione del budget cap da parte della Red Bull o nella gestione della vicenda che toccò la Ferrari con il proprio propulsore, ndr) non fosse vera, ciò dimostrerebbe che chi è deputato al controllo non dispone degli strumenti adeguati per verificare una situazione del genere. E questa ipotesi, se vogliamo, incute ancora più timore, poichè lascia pensare che anche in altri ambiti cruciali si possa operare al di fuori delle regole.

Con quest’ultima considerazione abbiamo alimentato il sospetto. Ed è proprio questo il punto: con un tale modo di procedere, è naturale che i professionisti dell’informazione, così come semplici i tifosi, si lascino andare a congetture, foraggiate da un contesto in cui non c’è mai certezza della regola né della pena.

Abbiamo atteso quattro settimane per rivedere i bolidi sfrecciare in pista e di tutto avremmo voluto parlare tranne che dell’ennesima polemica, che probabilmente, visti i precedenti, si risolverà in un classico nulla di fatto. Ma nel frattempo avremo ulteriormente avvelenato i pozzi. Che bella la Formula 1…


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP

Foto Copertina: Motorsport Magazine

Tags: F1FIAGP USA 2024News
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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