Lo scorso mese di maggio, Gian Carlo Minardi ha lasciato la presidenza di Formula Imola – società che ha in gestione l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola – e con lui anche i consiglieri Aldo Costa e Augusto Machirelli. A partire dal prossimo 1° luglio, il CdA verrà sciolto e la gestione della società passerà a un amministratore unico: una mossa volta a semplificare la governance e garantire continuità nella gestione dell’autodromo.
Come svelato da Il Resto del Carlino, tra i vari candidati valutati dal socio unico Con.Ami e dal Comune di Imola, il profilo in netto vantaggio è quello di Massimo Monti, attuale amministratore delegato del gruppo Agrimola. Monti, laureato in Statistica Economica all’Università di Bologna, vanta un’esperienza ventennale come amministratore delegato e direttore generale di Alce Nero e, in precedenza, come direttore generale di Conapi. La sua nomina come amministratore unico sembra ormai certa, salvo imprevisti, e dovrebbe essere formalizzata entro il 1° luglio.

Diverse alternative sono state considerate, risultando però meno praticabili. Tra i profili legati al mondo delle corse, come Uberto Selvatico Estense, ex presidente di Formula Imola fino al 2020, e l’ex pilota Pierluigi Martini, e quelli più orientati alla gestione economica, come Rodolfo Ortolani, ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, e Augusto Machirelli, ex direttore generale di Con.Ami, nessuno sembra in grado di superare Monti, per ragioni non specificate ma probabilmente legate a competenze o disponibilità.
Imola – Le sfide future per l’autodromo che dovrà affrontare la nuova dirigenza
La principale sfida per il nuovo amministratore unico, insieme al direttore generale Pietro Benvenuti – che continuerà a gestire l’operatività dell’autodromo – sarà affrontare l’esclusione di Imola dal calendario della F1 per il 2026. Questa assenza, salvo clamorose sorprese, comporterà una significativa contrazione del fatturato, dato che Formula Imola ha beneficiato negli ultimi anni della vendita di servizi organizzativi ad ACI per il Gran Premio.
Un eventuale rientro nel calendario di F1, nel caso in cui il nuovo circuito di Madrid non rispetti gli impegni presi, o un progetto di rotazione con altri autodromi storici come Spa e Barcellona a partire dal 2027, richiederà un lavoro strategico da parte di Formula Imola, pur con un ruolo subordinato rispetto a Governo e ACI.
Formula Imola, essendo una società pubblica al 100%, ha raggiunto un equilibrio di bilancio dopo le difficoltà del periodo pandemico, grazie al supporto di Con.Ami, che ha fornito contributi per compensare lo stop delle attività e ha finanziato investimenti strutturali. Mantenere questo equilibrio sarà cruciale, specialmente senza i ricavi legati alla F1.

Un’esclusione dalla F1 non comporterà un aumento delle giornate in deroga ai limiti di rumore – attualmente ferme a 37 – nonostante in passato l’autodromo abbia raggiunto quota 60. La presenza del WEC, con contratto rinnovato fino al 2028, continuerà a giustificare il mantenimento delle attuali deroghe.
È un momento di transizione cruciale per l’Autodromo di Imola, con la probabile nomina di Massimo Monti come amministratore unico e la necessità di affrontare sfide complesse come l’esclusione dalla F1 nel 2026 e il mantenimento della sostenibilità economica, in un contesto di rinnovata governance e strategie a lungo termine per provare a far ritorno nel Circus della Formula 1.
Crediti foto: F1, Scuderia Ferrari HP
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