F1 a Imola: tante belle parole in un futuro segnato

L'Italia rappresenta un'anomalia nello schema di Liberty Media. Il doppio gran premio tricolore è un modello che può durare? Il futuro di Imola è incerto

Forse sarebbe il caso di concentrarsi sui fatti piuttosto che rincorrere dolci speranze. Nella settimana del Gran Premio di Imola è necessario fare un atto di profondo realismo e ammettere a se stessi che avere due gare di F1 su territorio italiano è stata una straordinaria opportunità che difficilmente potrà realizzarsi ancora. 

La settimana scorsa Stefano Bonaccini, il presidente dell’Emilia Romagna, nel presentare la gara, aveva affermato che ogni sforzo sarebbe stato compiuto pur di vedere ancora a lungo la Formula Uno all’Enzo e Dino Ferrari.

Accanto a lui un Angelo Sticchi Damiani possibilista ma guardingo che, in un politichese più spinto di quello del politico di professione che sedeva al suo lato, prendeva tempo pur confermando sforzi e pie intenzioni. 

Quando la coppia s’è sciolta, il presidente dell’Automobil Club Italia è stato meno concessivo e decisamente più realista rendendo manifesto quel che un po’ tutti hanno capito: due gran premi in Italia sono e restano un’anomalia in un calendario che vuole aprirsi sempre più all’internazionalizzazione. La Formula 1 ricorre i soldi e nel Belpaese tutte queste risorse non vi sono. 

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Imola a rischio? Parla Angelo Sticchi Damiani

Imola rimarrà in Formula 1? “È una domanda da un milione di dollari”. Questa la risposta di Sticchi Damiani alla trasmissione La Politica nel Pallone su Rai GR Parlamento. E messa così il lettore sveglio ha già capito dove si andrà a parare. “

Abbiamo il 2025 garantito dal contratto. Si è parlato di un recupero del 2023 tra due anni in modo che si possano avere tutte le cinque edizioni contrattuali: questa è la speranza“. Scopriamo quindi che la cosa non è nemmeno certa come ebbe a far capire Stefano Domenicali che comunque prese un impegno pubblico. E non vogliamo credere che si rimangi la parola. Lui, imolese di nascita. 

E poi l’atto di estrema onestà: “Ci rendiamo conto di rappresentare un’anomalia straordinaria di cui andiamo orgogliosi. Siamo l’unico paese in Europa ad avere due Gran Premi di Formula 1. Ci dovremo misurare con altri Gran Premi europei e ci rendiamo conto rappresentiamo la soluzione più facile per far quadrare i conti, ma questo non ci scoraggia“.

In chiusura torna lo Sticchi Damiani speranzoso: “Faremo tutto il possibile perché tutto ciò possa continuare. Ci sono tante piccole aziende che realizzano componenti per la F1. Il legame c’è stato anche nel lungo periodo senza GP. Tutto questo ha un valore ed è una bellissima storia da continuare”. Come? E mica ha risposto. Furbo lui.

F1 a Imola: perché il futuro è incerto

L’Enzo e Dino Ferrari paga un obolo di 24 milioni annui per stare in Formula 1. Istituto per il commercio con l’estero, Ministero per le Infrastrutture e Regione Emilia Romagna versano 5 milioni a testa. Due quelli introdotti dal Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale di Imola per un totale di 17 milioni. 

I restanti sette li inietta l’Automobil Club Italia. Pare che le richieste della FOM possano salire e superare i 30 milioni di Euro. Tutti dovrebbero fare uno sforzo ulteriore. L’ACI, inizialmente restia per favorire Monza, pare che possa rivedere i suoi programmi. La Regione Emilia Romagna, da par suo, ha capito che serve uno sforzo ulteriore. 

Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI

Liberty Media ha in mente il suo modello di business che prevede tasse di iscrizione molto elevate. Certamente più alte dei 24 milioni attuali. I 30 di cui si è parlato potrebbero non bastare perché sono cifre quasi irrisorie rispetto a quelle che sborsano piste come quelle statunitensi o, peggio ancora, quelle mediorientali e asiatiche. Ecco perché Domenicali e Greg Maffei vogliono internazionalizzare sempre di più la Formula Uno e sottrarre gare all’Europa. 

Questo è quanto emerso nell’esposizione della trimestrale di Liberty Media Corporation. Leggete qui per credere. Lo schema a due gare sarà sostenibile se Imola riuscirà ad adeguare profondamente le strutture e se sarà in grado di aumentare sensibilmente gli emolumenti dovuti alla FOM. Quanto saranno disposti a spendere i promotori? Ma soprattutto, quanto la proprietà sarà concessiva verso l’anomalia italiana?

Voci tutte da verificare affermano che La Formula 1 sia in procinto di firmare per un Gran Premio da tenersi a Chicago, nel 2026. Data non casuale che coincide con la fine del contratto imolese. Per ora sono voci, ma unendo i puntini emerge la consapevolezza di quanto sia complesso mantenere il doppio impegno. 

Godiamoci l’evento che scatterà giovedì con le consuete conferenza stampa con la consapevolezza che potrebbe essere uno degli ultimi. Perché se l’Italia dovesse scegliere tra Imola e Monza probabilmente punterebbe su quest’ultima. E ci sono tanti segnali a dirlo.


Crediti foto: F1, ACI

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