La F1 è un luogo tumultuoso. Nella giornata in cui Mohammed Ben Sulayem è stato sollevato da tutti i capi d’imputazione scoppia una nuova grana per la FIA. In realtà non si tratta di una vera e propria novità, è la prosecuzione del Mercedes-Gate, un caso apertosi sul finire dell’anno scorso che riguarda i coniugi Wolff.
Ricapitoliamo. Il co-proprietario e team principal della Mercedes AMG Petronas F1 Team e sua moglie Susie erano stati posti sotto la lente d’ingrandimento della FIA per un potenziale conflitto di interessi.
Place de la Concorde aveva reso noto che era a conoscenza delle speculazioni dei media in merito all’accusa di informazioni di natura riservata condivise tra un team principal di Formula 1 con un membro della Formula One Management e che il Dipartimento “Compliance” della FIA stava esaminando la questione.
Con un comunicato, emanato nel mese di dicembre, la FIA rendeva noto che erano state aperte le indagini. Una nota scarna, che non menzionava i presunti rei. Fu facile fare 2+2 e capire che il dirigente del team coinvolto era Toto Wolff e il membro FOM Susie Stoddart, managing director della F1 Academy. L’ente guidato da Mohammed Ben Sulayem agì dando seguito alle lamentele espresse da parte di alcuni team principal circa le attività della coppia.
![Susie Stoddart e Toto Wolff](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/03/Susie-Stoddart-e-Toto-Wolff-750x375.webp)
L’accusa? La posizione della signora Wolff, indipendente dalla FIA , l’avrebbe messa in condizione di possedere – e di passare, questo l’addebito piuttosto serio – notizie che non dovevano giungere sulla scrivania di un amministratore di squadra.
In soldoni, Wolff avrebbe avuto accesso a informazioni private circa la vita della FOM a cui non possono arrivare i TP delle altre franchigie; contestualmente, Susie, avrebbe potuto essere ben notiziata su ciò di cui parlano i dirigenti d’equipe ottenendo informazioni utili alla FOM.
Qua si configurerebbe il conflitto di interessi sul quale la FIA voleva vederci chiaro per chiudere la questione una volta e per tutte. L’inchiesta, lo ricorderete, si sgonfiò presto per l’oggettiva mancanza di prove che erano state congetturate da una testata giornalistica inglese più in via teorica che pratica.
Le prime reazioni Mercedes
I chiamati in causa non attesero Molto e passarono al contrattacco. Mercedes lo fece con una nota sul proprio sito che riportiamo: “Prendiamo atto della dichiarazione generica della FIA di questa sera, che risponde alle accuse infondate di un singolo media, e del briefing ufficioso che l’ha collegata al Team Principal di Mercedes-AMG F1. Il Team non ha ricevuto alcuna comunicazione dal FIA Compliance Department su questo argomento ed è stato molto sorprendente apprendere dell’indagine attraverso un comunicato stampa”.
“Respingiamo completamente l’accusa contenuta nella dichiarazione e nella copertura mediatica associata, che interferisce erroneamente con l’integrità e la conformità del nostro Team Principal – continuava il dispaccio – Naturalmente, invitiamo la FIA a inviare una corrispondenza completa, tempestiva e trasparente in merito a questa indagine e ai suoi contenuti”. Mai giunta.
![Toto Wolff - Team Principal Mercedes AMG F1](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/03/Toto-Wolff-Team-Principal-Mercedes-AMG-F1-750x375.webp)
Ben più potente era il bollettino diramato dai canali social di Susie Stoddart che poneva l’accento sugli ostacoli che incontra nel suo cammino in quanto donna: “Sono profondamente offesa ma purtroppo non sorpresa dalle accuse pubbliche che sono state fatte. È scoraggiante che la mia integrità venga messa in discussione in questo modo, soprattutto quando sembra essere radicata in un comportamento intimidatorio e misogino e focalizzata sul mio stato civile piuttosto che sulle mie capacità”.
“Nel corso della mia carriera nel motorsport ho incontrato e superato numerosi ostacoli e mi rifiuto di lasciare che queste accuse infondate mettano in ombra la mia dedizione e passione per la F1 Academy. Come donna in questo sport, ho affrontato la mia giusta dose di sfide, ma il mio impegno per abbattere le barriere e spianare la strada al successo delle generazioni future rimane incrollabile. Nei termini più forti possibili, respingo queste accuse” .
Mercedes-Gate: Susie Stoddart va al contrattacco
La FIA, l’indomani, chiuse in fretta e furia il caso senza farci una gran figura. I Wolff replicarono affermando che si stavano valutando ulteriori azioni legali. Che puntualmente sono giunte, nella serata di ieri.
“Posso confermare che lo scorso 4 marzo ho presentato personalmente una denuncia penale presso la corte francese in relazione alla dichiarazione fatta su di me dalla FIA lo scorso dicembre . Non c’è stata ancora trasparenza e non sono state chiarite responsabilità in relazione alla condotta della FIA e del suo personale in questa vicenda”.
“Ritengo che oggi più che mai sia importante farsi valere, denunciare i comportamenti scorretti e assicurarsi che le persone vengano chiamate a risponderne. Sebbene alcuni possano pensare che il silenzio li assolva dalle responsabilità, non è così”.
In un clima già intossicato da una guerra di potere tra la FIA e la FOM, la mossa della manager fa vacillare un trono già molto debole. Ma stavolta non ci sentiamo di criticare l’iniziativa. La FIA, in qualità di organo di controllo, aveva facoltà di attivare il Dipartimento Conformità ma aveva altresì l’obbligo di informare gli imputati spiegando su cosa si stesse indagando e quali fossero i capi contestati. Cosa che non avvenne in maniera puntuale.
![Mohammed Ben Sulayem - Presidente FIA](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/03/Mohammed-Ben-Sulayem-Presidente-FIA-1-750x375.webp)
FIA: potere eccessivo in assenza di contrappesi procedurali
Un difetto procedurale grave, quello evidenziato sopra, che ne segue a un altro forse più serio: aver dato per vere ricostruzioni giornalistiche non comprovate né comprovabili. In questa storia rientra anche il ruolo dei media che hanno una funzione delicata e fondamentale che non è di certo quella di emettere sentenze di pancia senza aver valutato i fatti nel merito con prove ed informazioni che non possono essere in possesso di una testata giornalistica che riporta gli elementi di cronaca e, eventualmente, esprime opinioni sugli stessi.
La vera, enorme, anomalia in questa faccenda non è il presunto conflitto d’interessi, ma l’uso strumentale e politico di un dossieraggio fasullo per attaccare dei personaggi influenti.
Se a ricorrere a pratiche analoghe è l’ente che dovrebbe tutelare il motorsport viene da sé che qualche domanda sia necessaria farsela. Quella più diretta è: i vertici federali hanno ancora ragione di poter operare o dovrebbero dimettersi in blocco? E soprattutto chi dovrebbe far pressioni per un reset visto che la FIA è essa stessa redattrice di regole, esecutrice e organo di controllo/sanzione?
Forse la vera irregolarità è rappresentata proprio dai poteri smisurati in possesso del gruppo parigino che accentra a sé prerogative che in qualsiasi sistema giuridico devono essere separate e devono muoversi in base a precisi meccanismi di bilanciamento e compensazione. Cose del tutto assenti quando c’è di mezzo la Federazione Internazionale dell’Automobile.
Crediti foto: FIA, F1, Mercedes AMG