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Home Approfondimenti

Il Faraone è tornato e guarda alla Ferrari

Mattia Binotto "torna in pista" ed è motivato a fare qualche sgambetto alla Ferrari con cui il rapporto si chiuse non proprio bene

Luca Cappelli by Luca Cappelli
23 Luglio 2024
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Il Faraone Mattia Binotto

Mattia Binotto in versione Faraone

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È da poco stata data la notizia dell’ingaggio dell’ex team principal Ferrari Mattia Binotto in Audi, che dal primo di Agosto andrà a ricoprire un ruolo apicale nella struttura della casa tedesca. Nella fattispecie, svolgerà il doppio ruolo di Direttore Operativo e Direttore Tecnico, andando a subentrare ad Andreas Seidl e Oliver Hoffman. 

Una notizia che desta scalpore, visto e considerato che Seidl era stato fortemente voluto dalla dirigenza ed era riuscito a strappare un contratto di una certa importanza, sia in termini economici che in quelli di durata. La scadenza naturale del suo contratto era fissata al 2030.

Evidentemente, il lavoro fin qui svolto nell’organizzazione del team in previsione dell’ingresso, ormai imminente, del 2026 nel grande Circus iridato non è stato fin qui soddisfacente.

Binotto Aston Martin
Mattia Binotto, ex team principal Ferrari

Mattia Binotto potrebbe essere l’ago della bilancia sulla decisione di un Carlos Sainz ancora in cerca del sedile giusto?

L’allontanamento di un dirigente come Seidl, fortemente voluto da Audi, rivela che qualcosa è andato storto. Come il non esser stato in grado di trovare una prima guida di un certo spessore. Fino a oggi, infatti,  sono riusciti ad ingaggiare soltanto il buon Nico Hulkenberg, con un contratto della durata di due anni, annunciato pochi mesi fa.

Un buon pilota, certo. Consistente e concreto ma non di certo una prima guida capace di trascinare il team. L’unica altra trattativa di un certo spessore che ha tenuto banco per diversi mesi nel Circus è stata la proposta a Carlos Sainz ma non andata a buon fine, tanto che il pilota spagnolo è ancora l’oggetto misterioso della campagna piloti 2024. 

Carlos è stato corteggiato per diverso tempo da Audi e, come detto anche da Helmut Marko, la cifra messa sul piatto era inavvicinabile anche per i primi della classe, tanto da farli desistere. Ma i soldi non sono bastati. Ad aver pesato negativamente sulla non scelta di Sainz ha sicuramente influito la cattiva gestione del team ex Sauber, ex Alfa Romeo ed ora Stake team F1.

Un team che ad oggi rappresenterebbe un mezzo salto nel buio per chiunque, visto e considerato le prestazioni non proprio esaltanti e che costringerebbe qualsiasi pilota ad affrontare un anno di purgatorio prima di poter vestire le effigi della casa dei Quattro Anelli.

Carlos Sainz
Carlos Sainz festeggia la vittoria del GP d’Australia 2024

In questo contesto la scelta di un profilo come Mattia Binotto potrebbe rappresentare una svolta clamorosa nella trattativa con Sainz. L’ingegnere di Losanna infatti aveva fortemente voluto il madrileno in Ferrari, è stato lui l’uomo chiave che lo ha portato a vestire di Rosso. Lo ha sempre considerato al pari con Charles Leclerc, manifestando più volte una profonda stima nei suoi confronti e creando rapporti spesso controversi con Leclerc, ma mai con Carlos.

Potrebbe essere questa la spinta decisiva sulle sorti contrattuali di Sainz? Ovviamente l’anno di purgatorio, non glielo toglierebbe nessuno, a meno che non decida di prendere un anno sabbatico, ma la profonda conoscenza delle doti organizzative e tecniche di Binotto, soprattutto per quanto riguarda la Power Unit potrebbe dargli quelle sicurezze tecniche che ad oggi non ha saputo ricevere da Audi.


Mattia Binotto potrebbe diventare un pericolo per Ferrari?

Oltre a poter rappresentare un anello di congiunzione per Audi nel ricucire le trattative con Sainz, l’ingegnere di Losanna, potrebbe rappresentare un pericolo enorme per i suoi ex datori di lavoro in Ferrari?

Senza ombra di dubbio un professionista con un’esperienza ultra ventennale nella GeS, conoscerà bene tutte le personalità di rilievo all’interno della Scuderia Emiliana. Ed altrettanto sicuramente, una buona parte di quelle professionalità presenti a tutti i livelli gerarchici, nutrirà una certa stima per l’ex TP Ferrari.

A dispetto di quanto possano dire i suoi numerosi detrattori in giro per i vari social network è statisticamente impossibile che “il Faraone“, possa essere una personalità incapace di attirare delle professionalità di un certo spessore, proprio dalla Ferrari stessa. 

Quindi, in questo quadro, è lecito aspettarsi che Mattia Binotto, possa andare a fare pressione su figure apicali dei vari reparti a Maranello, per portarli in Audi giusto in tempo per l’inizio del mondiale 2026. 

Questo rappresenterebbe un enorme problema per il suo successore Frédéric Vasseur che, dopo essersi visto soffiare da sotto il naso, ormai l’ex DT Enrico Cardile per vederlo approdare in Aston Martin, ad oggi vede pericolosamente aumentare il rischio di perdere altre figure chiave, soprattutto in un reparto cruciale in ottica 2026 come quello della PU, dove l’ingegnere di Losanna è stato capo reparto per lungo tempo prima di ricoprire un ruolo più dirigenziale.

In questo anno e mezzo Vasseur sarà stato in grado di sedare i dissidi interni, tra i pro e i contro Binotto, portando il personale dalla sua parte tanto da non farlo cedere alle lusinghe dell’ex TP Ferrari?

Fino ad ora sembra esserci riuscito a metà e personalmente credo che nei prossimi mesi si aprirà una caccia grossa nei reparti Ferrari e potremmo misurare con mano quanta fiducia ci sia nel progetto a medio e lungo termine del trio Elkann-Vigna-Vasseur.


Crediti foto: Formulacritica, Scuderia Ferrari

Tags: AudiF1Mattia BinottoNews
Luca Cappelli

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