Ogni weekend di gara è la stessa storia: chi vince ha avuto il BoP favorevole, chi perde è stato penalizzato ingiustamente. Toyota domina nel WEC? “BoP troppo generoso”. Ferrari che arranca in Brasile senza vedere nemmeno la decima posizione? “La FIA ce l’ha con noi”. E così via, in un circolo vizioso di lamentele che dimostra solo una cosa: troppa gente segue l’endurance senza capire nulla di quello che sta guardando.
La realtà del campionato WEC
Il World Endurance Championship non è Formula 1. Non è una gara di chi ha la macchina più veloce sul giro secco. È endurance, la gara si costruisce sulla durata, sulla capacità di gestire risorse, strategia e prestazioni per ore e ore. Il Balance of Performance è lo strumento che permette a vetture tecnicamente diverse di competere sullo stesso livello, ed è parte integrante del regolamento.
Tutti – e diciamo TUTTI – i costruttori che partecipano al WEC sanno perfettamente cosa significa firmare per questo campionato. Sanno che dovranno fare i conti con aggiustamenti di potenza e peso. Non è una sorpresa, non è un trucco, non è un complotto.
Il gioco delle accuse reciproche
La cosa più ridicola è vedere i fan che si scannano accusandosi reciprocamente di aver avuto favoritismi. Quando Ferrari dominava a inizio stagione, gli avversari gridavano al BoP troppo generoso. Ora che la 499P fatica e Cadillac conquista uno storico 1-2, tutto tace. È un gioco patetico che dimostra solo quanto sia tossica e inutile una parte del pubblico.
La verità è che il BoP funziona esattamente come dovrebbe: quando una vettura domina troppo, viene riequilibrata. Non è persecuzione, è regolamento. E chi non lo capisce, francamente, farebbe meglio a seguire altro.
Cos’è veramente l’Endurance
Il bello dell’endurance non è vedere chi ha la macchina più veloce che scappa via e vince facile. Il bello è la lotta, è vedere come team diversi con approcci diversi riescono a competere sullo stesso livello. È strategia, è gestione, è capacità di adattamento. Il BoP non snatura questo spirito – lo esalta.
L’endurance premia chi sa leggere la gara, chi sa quando spingere e quando gestire, chi sa sfruttare al meglio le proprie carte anche quando queste carte cambiano. Non è una gara di velocità pura, è una gara di intelligenza applicata alla velocità.
Stampa e clickbait: complici del caos
Il problema non sono solo i tifosi ignoranti. Anche una parte della stampa specializzata alimenta questa tossicità quando fa comodo per raccogliere click facili. Titoli sensazionalistici, insinuazioni di favoritismi, teorie del complotto presentate come “analisi approfondite”, tutto pur di generare traffico e engagement sui social.
È un giornalismo da quattro soldi che sfrutta l’ignoranza di chi non capisce i meccanismi del campionato per creare controversie dove non esistono. Questi sedicenti esperti contribuiscono a creare una fanbase tossica che allontana i neofiti e svilisce la bellezza di questo campionato.
Il BoP è legge. Chi partecipa al WEC lo sa e lo accetta. Non esistono vittime, non esistono complotti, non esistono favoritismi sistematici. Esiste solo un regolamento che tutti conoscono e che tutti devono rispettare.
Se non vi piace il Bop, cambiate sport
Se non riuscite a capire che l’endurance è molto di più della velocità pura, se continuate a vedere complotti dove c’è solo regolamento, se pensate che il vostro costruttore del cuore sia sempre vittima di qualche ingiustizia, fate un favore a tutti: cambiate sport.
Andate a seguire quella farsa che è diventata la Formula 1 attuale, dove si sa già chi vincerà prima ancora di accendere i motori. Andate dove pensate che la “vera” competizione sia fatta solo di dominazione tecnica e nient’altro. E, per cortesia, non mettete in mezzo stronzate come il budget cap.
Lasciate l’endurance a chi sa apprezzarlo per quello che è: l’unica categoria motorsport rimasta dove la competizione è vera, dove la strategia conta quanto la velocità, dove vincere significa essere i migliori su tutti i fronti per ore e ore.
Il World Endurance Championship è questo: una sfida di durata, strategia e adattamento. Chi non è all’altezza di capirlo, semplicemente non merita di seguirlo.
Il BoP è legge. Punto e basta.
Crediti foto: Ferrari Hypercar
È evidente che chi corre nel WEC conosce ed accetta le regole, BOP compreso. Non sono per nulla d’accordo quando lei dice, anche in maniera arrogante, quasi fosse l’unico depositario della verità, che chi non è sulla sua stessa posizione deve cambiare sport. Secondo lei è stato fatto un buon lavoro ad Interlagos? Ci sono state quattro gare giocate e terminate nell’arco di pochi secondi. In Brasile chi ha vinto le prime quattro gare ha preso due giri, chi ha vinto lo scorso anno tre! Il BOP deve riequilibrare le prestazioni, non castarle. Se il massimo conoscitore del WEC, Emiliano Tozzi, critica l’attribuzione dell’handicap, fatta per il Brasile, io qualche domanda me la farei, altrimenti lo spettacolo risulta fasullo, quasi che si cerchi un vincitore diverso per tenere in piedi un campionato che non ha bisogno di questi estremismi. Il BOP nell’ultima gara è stato clamorosamente sbagliato, non c’è stato riequilibrio ma penalizzazione estrema. Tutto ciò IMHO.
Non c’è neanche bisogno di eccedere nell’altra direzione, ho letto parecchie stronzate anche in questo articolo. Guerra tra estremisti che non servono a nulla
Siamo a disposizione per recepire analisi più lucide e non stronze.
Non capisco se si riferisce al mio commento in merito alle analisi più lucide e non stronze.
no Gabriele mi riferisco all’articolo
L’articolo di Giovanni Tito di due giorni fa è ottimo. Ora, capisco che si tratti di due tipi di articoli diversi e che non tutti debbano necessariamente seguire lo stile di Giovanni, tuttavia trovo poco coerente e utile accusare alcune persone di essere dei fanboy anti-WEC e poi chiudere l’articolo affermando che il Mondiale Endurance è l’ultima categoria rimasta nel motorsport dove la competizione è vera. Inoltre, sostenere che la F1 sia diventata una farsa perché oggi si sa già chi vincerà ancora prima di iniziare, quando trent’anni fa chi aveva la macchina migliore doppiava tutti, dimostra un certo pressapochismo nell’analisi, che si sapeva già dove volesse andare a parare.
Non esiste nessuna guerra WEC vs. resto del mondo, e gridare contro chi urla urlando ancora più forte non porta a nulla: nessuno cambierà idea, nessuno imparerà nulla. Si otterrà solo che chi si trova dal lato “giusto” della barricata si sentirà ancora più legittimato nelle proprie convinzioni. È una modalità di confronto sicuramente attuale, ma che personalmente non mi piace.
Seguo da anni il motor sport e onestamente trovo l’articolo di parte quanto coloro che vorrebbero l abolizione del BOP.
A mio parere il risultato della gara brasiliana è invece la dimostrazione di come sia venuto il momento di mettere mani ai parametri che regolano le assegnazioni del BOP. Perchè di *Balance” in quello visto a Interlagos vi era ben poco.
Io non vedo complotti, vedo un regolamento ormai obsoleto, diventato sbagliato nello spirito e nella sua implementazione tecnica. Un regolamento che umilia chi lavora meglio, chi è piu bravo. Questo non è mai stato lo spirito dell endurance.
Se lo scopo del BOP è garantire un maggior equilibrio allora è parte della competizione. Se lo scopo è far si che vinca chi migliore NON E’ allora non è sport, non è competizione ma diventa una cosa molto simile al Wrestling che potrebbe essere spettacolare, divertente ma NON e sport.
IL vero scopo del BOP è quello di far si che tutti i team possano crescere ed arrivare ad un livello che il BOP stesso sia inutile.
E vero il bello è la lotta come c’è scritto nell articolo. La domanda è quale lotta ?
E lascerei anche stare quei giudizi in stile “talebano” sulla F1. La formula 1 è l espressione massima della tecnica e della tecnologia. E se qualch uno è piu bravo degli altri e domina per 10 anni è giusto che sia cosi. Guardando i risultati di pubblico ed economici non mi pare vada poi cosi male.