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Home Approfondimenti

I timori di Honda che spaventano Aston Martin

Il numero uno di Honda spiega le piccole difficoltà che la sua equipe sta incontrando nella definizione della power unit 2026. Suonano campanelli d'allarme per Aston Martin?

Diego Catalano by Diego Catalano
29 Gennaio 2025
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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F1 power unit

La power unit Honda che ha "messo le ali" alla Red Bull

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Aston Martin ha tutte le carte in regola per diventare, nei prossimi anni, una delle grandi protagoniste della F1. Soldi, strutture, competenze. Elementi in possesso della franchigia di Lawrence Stroll che si è stancato di partecipare dopo anni di investimenti non sempre andati a buon fine. Con la clamorosa campagna acquisti effettuata negli ultimi due anni più o meno tutti si aspettano che, dal 2026, gli inglesi prendano per mano il gruppo e si issino in testa alla scala dei valori della Formula Uno.

Uno dei partner chiave affinché questo possa accadere è Honda. Il motorista nipponico sta per arrivare al termine della proficua collaborazione con Red Bull. I vertici del gruppo hanno deciso di rimettersi in gioco dopo aver chiuso con la Formula Uno e aver dismesso parzialmente il programma corse. Un’inversione a U che è costata tempo prezioso. 

News F1 13/4
Honda: il marchio che ha riscritto i valori della Formula Uno

Honda ha dovuto rimpolpare il programma F1 

La scelta iniziale di chiudere con la massima serie del motorsport, idea rivista in seguito alla semplificazione delle power unit che ora sono più aderenti alla vision strategica della Honda, ha portato a conseguenze tangibili alle quali è stato necessario rispondere. In Giappone hanno continuato a sviluppare fino al congelamento regolamentare del 2022. 

I progetti 2026 non erano stati del tutto accantonati, ma ci ha messo mano un novero di tecnici molto più ristretto che rispondeva, nella struttura, ai dubbi dei vertici sulla possibilità di proseguire. Molti membri del programma Formula 1 erano stati riassegnati al comparto produzione stradale o assorbiti da altri soggetti.

Ma non finisce qua: sono state vendute alcune parti delle strutture a Red Bull Powertrains. Questo dice che attualmente Honda non è la stessa realtà che ha permesso di creare quel gioiello di tecnica che è il motore che equipaggia le Red Bull e le Visa CashApp Racing Bulls.

E’ chiaro che bisogna rispondere a questa situazione anche se il CEO Toshihiro Mibe ritiene che il suo gruppo sarà in grado di offrire grandi prestazioni fin dall’inizio. Sulla medesima lunghezza d’onda si sintonizza il capo della HRC, Koji Watanabe, secondo cui Honda non ha perso molto terreno. 

Al di là di ciò che riferiscono i plenipotenziari, però, Honda ha dovuto ricorrere a una nuova campagna acquisti. La conferma l’aveva data Tetsushi Kakuda, capo progetto Formula 1 di HRC che non aveva fatto mistero che bisognava spingere sulla tecnologia elettrica e che anche sul lato dell’internal combustion engine era obbligatorio fare progressi sensibili per adeguarsi ai carburanti ecosostenibili, una delle colonne della nuova Formula 1 che esordirà nel 2026.

F1 2026 power unit
La power unit Honda installata sulla Red Bull

Per questo vanno aumentate le risorse umane e portate almeno al livello precedente. In questo cammino è decisivo il contributo di Aston Martin che sta investendo capitali propri per supportare l’assestamento della Honda.

Il legame è così solido che si è deciso di impiantare parte della produzione e della ricerca direttamente in Inghilterra. Honda Racing Corporation ha infatti inaugurato, mesi or sono, una nuova filiale l’HRC UK in Gran Bretagna. Sarà la base logistica per le attività di manutenzione e di preparazione pre e post gara delle power unit di Formula 1 costruite nel quartier generale di Sakura, in Giappone.

Un passo necessario per ottimizzare il legame con la Aston Martin nel cui campus di Silverstone sta per debuttare la nuova galleria del vento, un “asset” strategico per un team che cova ambizioni enormi nella Formula Uno del futuro.

Honda ha prima lavorato sull’ ICE con un motore monocilindrico che ha girato a lungo sul banco prova per poi passare a una versione pluri-frazionata. Inoltre, ha rimesso mano alla tecnologia delle batterie potenziate per rispondere ai cambi regolamentari del 2026 che si basano essenzialmente su una quota elettrica, maggiorata rispetto ad oggi, e prodotta dal solo motogeneratore MGU-K dopo l’abolizione dell’MGU-H.

Il motorista, come sottolineato in precedenza, ha dovuto provvedere a rimpinguare la line-up degli ingegneri. Qualche mese fa, su X, apparve questo comunicato: “Per prepararsi alla nuova partecipazione della Honda alla F1 con l’Aston Martin F1 dal 2026, HRC inizierà a reclutare ingegneri, tecnici e membri dello staff della F1 Power Unit nel Regno Unito dalla primavera del 2024. Maggiori dettagli verranno pubblicati non appena inizieremo il reclutamento!”. Quella fase è stata affrontata e ora si stanno tirando le prime somme.

Koji Watanabe - Presidente Honda HRC
Koji Watanabe: Presidente di Honda HRC e grande artefice dei successi in F1 del gruppo nipponico

Aston Martin: Honda è in ritardo?

In questa fase scindere tra la realtà e il depistaggio è difficile. Ancora, è impossibile sapere a quale livello di preparazione/prestazione siano gli altri costruttori. Fare griglie e previsioni è un esercizio tanto futile quanto pericoloso. In ogni caso Honda ha rivelato che sta incontrando qualche intoppo nello sviluppo della sua nuova power unit di F1. Che siano fisiologici rallentamenti o meno non lo sapremo mai.

Koji Watanabe ha rivelato che il progetto non sta procedendo senza intoppi come inizialmente sperato: “Non è così facile. Stiamo lottando“, ha detto il dirigente come riportato da PlanetF1 . “Stiamo facendo del nostro meglio per mostrare il risultato l’anno prossimo”.

Quando gli è stato chiesto di spiegare cosa sta causando preoccupazione per Honda, Watanabe ha dichiarato: “Tutto è nuovo. È una nuova unità da 355 kW, molto compatta. Anche la batteria leggera non è così facile da sviluppare. Tutto è molto difficile, ma facciamo del nostro meglio“.

Parole che per ora non fanno risuonare particolari campanelli d’allarme ma che di sicuro mettono in guardia gli ingegneri di una Aston Martin che forse, non a caso, ha fatto una corte serrata, conclusa con successo, a Andy Cowell che può rappresentare un prezioso raccordo tra i tecnici in stanza a Silverstone e i motoristi giapponesi. 

Adrian Newey, proprio qualche giorno fa, metteva in guardia tutti dalla possibilità che potesse instaurarsi una “Formula Motore” per almeno qualche anno del nuovo contesto normativo. Chissà se queste valutazioni sono figlie delle perplessità scaturenti dalle indicazioni fornite dalla Honda…


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Honda

Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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