Da giorni si parla dei messaggi segreti tra Stefano Domenicali e i team principal della Formula 1, parte integrante di un’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. La vicenda ruota attorno all’esclusione del team Andretti dal campionato, una decisione che non solo ha fatto scalpore, ma ha sollevato sospetti sul comportamento della F1 e del suo management. Tuttavia, se provassimo a immaginare cosa si sono detti davvero nei messaggi scambiati tra Domenicali e i principali protagonisti del paddock? Ecco una parodia di come questi messaggi segreti potrebbero essersi svolti, immaginando che dietro la decisione di escludere Andretti ci siano state… risate, battute e scherzi di dubbio gusto.
Cosa si saranno detti Domenicali e i team principal?
Immaginiamo una conversazione segreta su WhatsApp tra Stefano Domenicali e alcuni dei principali team principal della Formula 1. L’idea è che, invece di prendere la questione Andretti con serietà, il gruppo abbia approfittato per orchestrare una serie di battute e scherzi a discapito del team americano.
Stefano Domenicali:
“Ragazzi, ma lo avete visto Andretti? Sta ancora spendendo soldi sperando di entrare in F1!”
Christian Horner (Red Bull):
“Magari gli diciamo che facciamo una sessione di test per loro… a Vairano!”
Toto Wolff (Mercedes):
“Andretti pensa davvero che ci sia spazio per loro in griglia? Forse tra le Safety Car! Neanche, quelle sono cosa mia e di Lawrence.”
Frederic Vasseur (Ferrari):
“Ci serve un nuovo fornitore di catering per le prossime gare, magari possono iniziare da lì?”
Stefano Domenicali:
“Tranquilli, gli ho detto che la loro richiesta è ancora sulla mia scrivania… quella della casa che ho venduto!”
La finta offerta “generosa” per Andretti
Ovviamente, i team principal si fanno sempre più creativi nei loro messaggi. Ecco come potrebbero aver scherzato su una possibile offerta “generosa” da fare a Michael Andretti.
Zak Brown (McLaren):
“Stefano, che ne dici di offrirgli un accordo? Un bel pacchetto! Un garage condiviso con Haas, uno sconto del 50% sui cappellini e magari una monoposto 2020. Lo chiameremo il ‘Pacchetto Andretti F1 Experience”
Mattia Binotto (Sauber):
“Ah, e includiamo anche una visita guidata ai box Mercedes… ma solo durante le notti di luna piena”
Stefano Domenicali:
“Fantastico! Ma non dimentichiamoci di offrire a Michael la possibilità di scendere in pista… con una Panda dei commissari di pista.”
La reazione di Andretti: vittima inconsapevole?
Mentre queste conversazioni (che ovviamente non conosceremo mai nella realtà) potrebbero sembrare delle semplici parodie, la questione per Andretti è seria. Dopo essere stato inizialmente respinto dall’ingresso in F1, il team americano ha continuato a spingere per il proprio posto nella griglia, ricevendo risposte vaghe e, evidentemente, anche un trattamento poco chiaro da parte del management. Nel frattempo, Michael Andretti ha rassegnato le dimissioni dall’Andretti Group, destando grossi dubbi sul progetto F1.
La reazione della F1, che sembrava dapprima voler accogliere nuovi team, si è trasformata in una farsa ai danni di Andretti. Quali siano le vere ragioni dietro questo trattamento, non possiamo dirlo con certezza, ma queste conversazioni ipotetiche riflettono una percezione comune: che ci sia qualcosa di poco trasparente nel modo in cui Liberty Media e la F1 hanno gestito l’intera vicenda.