“L’Horner Gate” alimenta le incertezze in casa Red Bull

Dall'Olanda giungono ulteriori dettagli sulla vicenda che coinvolgerebbe Christian Horner e che alimenta l'incertezza in casa Red Bull

Ieri, a margine della presentazione della Red Bull RB20, Christian Horner non si era sottratto alle domande circa il procedimento interno in corso per presunti comportamenti inadeguati nei confronti di una dipendente. “Sì, assolutamente sì! L’ho fatto per 20 anni e non ho alcun dubbio su questo. Sono fiducioso nel procedimento e se non lo fossi, non sarei qui”. Con queste parole Horner aveva replicato a chi allungava ombre sul suo scranno dirigenziale di Milton Keynes.

Nei momenti di incertezza il gruppo si unisce ancora di più. E non ho mai visto il team più unito e solidale di così. Tutti sono concentrati sulle prestazioni della vettura e nella difesa dei due titoli mondiali. La Red Bull ha avuto una posizione chiara, ovvero quella di farci continuare normalmente nelle nostre attività. Chiaramente ci sono queste accuse e c’è un procedimento che stanno portando avanti. Personalmente nego ogni accusa e proseguo nel mio ruolo“.


Red Bull: si complica la posizione di Christian Horner?

Tutto rientrato, quindi? Affatto. La bomba arriva dall’olanda e se le ricostruzioni fossero confermate le cose si metterebbero male per il dirigente sportivo britannico. Il De Telegraaf riferisce di avere le prove di diversi messaggi a sfondo sessuale che Christian Horner avrebbe inviato regolarmente – e per un periodo di tempo considerevole – a una dipendente della Red Bull.

Christian Horner, team principal Oracle Red Bull Racing

Il team principal, dopo l’emersione della faccenda, avrebbe fatto il possibile per tenere la cosa nascosta. Sempre il giornale olandese sostiene che Horner abbia anche offerto all’accusante un accordo basato sulla cifra esorbitante di 650.000 sterline (circa 760.000 euro).

Se tutto fosse confermato, le parole di ieri in cui il manager di Leamington Spa si auto-scagionava perderebbero clamorosamente valore. Bisogna ovviamente andarci con i piedi di piombo poiché, come accaduto nel “Mercedes Gate” che vedeva coinvolti Toto Wolff e sua moglie Susie Stoddart, le congetture giornalistiche prese per oro colato dalla FIA si sono poi dimostrate infondate.

Ma in questo caso le accuse sono ben più serie e non riguardano il conflitto di interessi, una prassi che in Formula 1 tocca più livelli e che in fondo viene tollerata anche grazie a regolamenti nebbiosi. Nella circostanza di specie, infatti, si valicherebbe l’ordinamento sportivo sfociando nel penale.

Se le accuse venissero confermate e se fosse appurata anche l’offerta per comprare il silenzio della dipendente la cui identità è anonima, la posizione di Horner diventerebbe incompatibile con la sua mansione. E di certo la famiglia Yoovidhya (quota tailandese) e gli eredi di Dietrich Mateschitz (quota austriaca), ossia proprietari di Red Bull GmbH , non vorrebbero che il gruppo fosse rappresentato da un uomo coinvolto in vicende così scabrose.

A due settimane dall’inizio del mondiale i campioni del mondo potrebbero andare incontro a un vero e proprio terremoto che aprirebbe a una successione interna alla quale, forse, si sta già lavorando sottotraccia nelle segrete stanze di Milton Keynes.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977
Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing

 

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