Horner Gate: quali effetti sulla coppia piloti Red Bull?

I recenti tumulti nel team Red Bull che vedono la posizione di Christian Horner vacillare potrebbero portare a inattesi scenari in chiave 2025

Le cronache recenti hanno narrato di un ambiente Red Bull tendente al tumultuoso. In autunno è stata la tensione tra Helmut Marko e Chris Horner a tenere banco. Una mai confermata lotta di potere tra l’ala thailandese del gruppo e quella austriaca che si sarebbe chiusa appannaggio dei primi facendo uscire il team principal rafforzato. Posizione che oggi traballa in maniera preoccupante visto che è attivo un fronte molto caldo che coinvolge il dirigente, reo, questa l’accusa, di essersi reso protagonista di comportamenti licenziosi nei confronti di una dipendente. 

Le indagini sono in corso ma l’Horner Gate è deflagrato totalmente visto che il protagonista ha confermato l’indagine interna e che la stessa F1, con un comunicato pubblico, ha chiesto chiarezza sull’affare. Per non parlare della Ford che non intende associarsi con un gruppo guidato da chi si lascerebbe trasportare da pratiche dissolute.

Come si chiuderà, se confermata, questa scabrosa vicenda non è ancora chiaro. Di certo ne potrebbe scaturire un riassetto interno col defenestramento del dirigente di Leamington Spa il cui scranno potrebbe, si dice, essere occupato da uno tra il team manager Jonathan Wheatley e David Coulthard, attualmente ambasciatore dei “tori caricanti”.

Diverse voci provenienti dalla Germania parlano di tre altri possibili papabili: Oliver Oakes, fondatore di HitechGP che opera in F2 e F3 e ha legami con Red Bull, il redivivo e “de-gardenizzato” Mattia Binotto e il silurato da Alpine Otmar Szafnauer.

Matia Binotto
Mattia Binotto, ex team principal della Scuderia Ferrari

Scenario fluido nel quale si incastrano anche altre scelte. Come quella della coppia piloti 2025. Se Max Verstappen è iper blindato da un contratto d’acciaio che scade a fine 2028, diverso è per il ruolo di seconda guida. Sergio Perez vedrà spirare la sua intesa legale a fine 2024 e l’idea cardine è quella di sostituirlo con un altro driver. In principio fu Lando Norris pubblicamente corteggiato da Helmut Marko che poi ritrattò avvedutosi che l’ipotesi era difficilmente percorribile.  

Da quel momento sono partite altre valutazioni con la coppia Horner-Marko a non trovare una sintesi su un nome. Il team principal spingeva per Daniel Ricciardo che egli stesso ha voluto nel team dopo due anni difficili in McLaren e che ha di fatto piazzato nell’abitacolo della controllata AlphaTauri, ora Visa Cash App RB,  in luogo di un deludente Nyck de Vries che, è bene sottolinearlo, proveniva da ambienti Mercedes.

Una caratteristica che aveva contribuito a ricompattare momentaneamente il duo Horner-Marko che non ci ha pensato un istante prima di dare il benservito all’olandese. L’ex pilota di Graz non s’era opposto alla promozione di Ricciardo. Un atteggiamento concessivo che ha avuto i suoi frutti quando l’australiano si è infortunato, in Olanda, dovendo poi saltare ben cinque gare per la rottura del polso della mano destra. 

Ecco che la sua posizione da direttore dello junior team Red Bull si era fatta sentire. Immediatamente escluso il richiamo di de Vries, Marko aveva preteso – e ottenuto senza troppe reticenze – che il terzo pilota Red Bull , Liam Lawson , prendesse il sedile della AT04 . Una scelta felice visto che, nonostante le pessime performance sciorinate dalla vettura concepita da Jody Egginton, il neozelandese era stato in grado di ottenere due punti e di mostrarsi mediamente consistente. Prestazioni non passate inosservate che si sono a lungo incastrate con quelle contemporanee di Sergio Perez che in alcune circostanze erano state quasi disastrose. 

Da qui l’idea di promuovere Liam in Red Bull già nel 2024. Ipotesi tramontata immediatamente anche per via delle clausole contrattuali di Perez che ha blindato la sua permanenza nel team di Milton Keynes fino a dicembre. Ipotesi, quella di Lawson, che potrebbe riprendere quota in chiave 2025 visto che Perez potrebbe non avere più il suo protettore, Horner, e che Marko potrebbe assumere una posizione nuovamente preponderante. 

Liam Lawson, pilota dello junior team Red Bull

L’Horner Gate riduce ulteriormente le speranze di Perez?

Horner, nei riguardi di Perez, è sempre stato il soggetto più comprensivo, quasi protettivo. Questa evidenza ha fatto pensare che Sergio potesse clamorosamente riaprire la sua candidatura per un futuro nel team, anche perché le vecchie ruggini con Verstappen sono state rimosse. 

Marko, dal canto suo, è invece risultato spesso molto tagliente, quasi acido, nei riguardi del messicano che nemmeno era un uomo dello junior team. E una Red Bull in cui l’austriaco torna a dettar legge in materia di piloti sarebbe un ambiente troppo ostile per far germogliare la (piccolissima) speranza di prolungamento contrattuale che cova il conducente di Guadalajara.

A margine della presentazione della RB20, Sergio Perez, parlando con la stampa, aveva lasciato intendere che non sarebbe stato da escludere aprioristicamente un futuro a Milton Keynes: “Penso di essere in una grande squadra. Ovviamente far parte della famiglia Red Bull è fantastico. Vedremo cosa ci riserverà il futuro. Per ora sono concentrato sull’inizio dell’anno e, idealmente, potrò continuare a lavorare per altri anni in questa squadra“.

C’è il rischio concreto che Perez possa però iniziare il mondiale senza chi l’ha protetto con atteggiamento paterno. Con l’assenza possibile di Horner i margini si ridurrebbero ulteriormente e l’idea Lawson potrebbe prendere quota nuovamente. Red Bull, tra le altre cose, non intende rinunciare al suo modello pivotale che mette Verstappen al centro del meccanismo. 

Per tale ragione risulta improbabile inseguire suggestioni che portano a Carlos Sainz, attratto dall’ipotesi Audi, e Fernando Alonso che qualcuno vede prossimo alla Mercedes. Gli sviluppi dell’Horner Gate, in conclusione, saranno decisivi. Così come la conduzione della stagione da parte del messicano che, nell’ipotesi di una replica di un pessimo 2023, si scaverebbe la metaforica fossa da solo.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1

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