Visto il cambio regolamentare decretato dai vertici della Formula Uno, la stagione 2026 rappresenterà per molti team, tra cui Aston Martin, un’occasione per interrompere l’egemonia Red Bull.
La squadra di Silverstone con a capo il magnate canadese Lawrence Stroll, non ha mai negato di voler trionfare nella classe regina del motorsport e lo ha dimostrato anche con i fatti. Vedasi i numerosi investimenti effettuati, l’ingaggio di piloti importanti come Sebastian Vettel e poi Fernando Alonso e i recenti rumors che vedono un interesse da parte del team per l’ingegnere Adrian Newey.
Fatte queste premesse, Aston Martin può davvero puntare al titolo nella stagione 2026, o per adesso si tratta solamente di un semplice sogno?
In questo scritto verranno esposti alcuni motivi secondo i quali il team di Silverstone può davvero ambire alla vittoria.
Motore Honda
Nonostante le difficoltà iniziali di Honda con McLaren, dalla stagione 2019, tra Red Bull e il gruppo nipponico è iniziata una partnership che si è dimostrata subito vincente. Grazie agli ottimi risultati ottenuti in questi anni e al cambio regolamentare previsto per il 2026, la nota azienda giapponese punta a riconfermarsi, ma stavolta con un’altra scuderia ambiziosa come non mai.
La nuova sfida per Honda, così come per gli altri motoristi, sarà quella di costruire un propulsore altrettanto performante eliminando il motogeneratore MGU-H e mantenendo l’MGU-K (come da prescrizione normativa) aumentandone la potenza.
Dopo il disimpegno annunciato Honda è tornata sui suoi passi ricostruendo un’equipe mai del tutto smantellata e che sta supportando Red Bull nella sua azione con grandiosi risultati. Continuità che può pagare in vista del rimescolamento del 2026.
Lo stesso Fernando Alonso, fresco di rinnovo con Aston Martin, si è dimostrato entusiasta circa la collaborazione con Honda appianando le tensioni del passato che nessuna delle parti ha negato.
“Honda sta dominando la Formula 1. Sarà un bene per Aston Martin collaborare con loro nel futuro”, le sibilline e parole dello spagnolo.
Lo stesso Fernando che durante la seconda permanenza in McLaren non aveva espresso parole dolci riguardo il motore giapponese, paragonandolo addirittura a un mezzo di categoria inferiore. Come dimenticare il famoso team radio in cui definiva il V6 turbo-ibrido di Sakura un “Gp2 engine“.
“Abbiamo affrontato molte difficoltà nel passato, ma entrambi vogliamo darci un’altra opportunità. Vogliamo lavorare per raggiungere un obiettivo comune, che è vincere il campionato”.
Strutture all’avanguardia
Lawrence Stroll ha investito numerose risorse nella realizzazione di una nuova fabbrica entrata in moto durante la stagione scorsa e che ha sostituito quella vecchia, nata quando ancora il team era nelle mani di Eddie Jordan.
Si sta anche lavorando per una nuova galleria del vento (attualmente viene usata il wind tunnel che si trova a Brackley di proprietà Mercedes) che andrà a ottimizzare i tempi e a un nuovo simulatore di ultima generazione.
Il patron della compagine di Silverstone non ha badato a spese spingendo sulle aree regolamentari non disciplinate dal budget cap.
Fernando Alonso
Infine, come possiamo non parlare del superlativo Fernando Alonso? Seppure la carta d’identità cominci a essere piuttosto datata, il pilota asturiano non ha mai dato cenni di difficoltà rispetto ai rivali più giovani. Al contrario, ha dimostrato di poter dire ancora la sua qualora avesse una macchina tale da poter competere per un mondiale.
Ogni domenica siamo deliziati dalle sue imprese, basti ricordare la gara svoltasi in Brasile della passata stagione in cui si è reso protagonista di una fantastica lotta con il pilota Red Bull Sergio Perez avendo la meglio.
Elementi, quelli sopra descritti, che fanno ritenere che la scuderia inglese arriverà pronta alla Formula Uno di nuova generazione. Senza dimenticare che c’è sempre la possibilità di ingaggiare Adrian Newey a cui un’offerta formale è stata fatta. Lo scafato e vincente ingegnere troverebbe una sua vecchia conoscenza, quel Dan Fallows che ben sta operando dal momento del suo insediamento.
Crediti foto: Aston Martin
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