La nuova era della Formula 1 rappresenta per Honda un vero e proprio crocevia, forse il più importante dal suo rientro nel 2015. Koji Watanabe, presidente di HRC, lo sa bene. Non nasconde l’entusiasmo, ma neppure la lucidità strategica di chi riconosce nel 2026 un momento irripetibile per tornare a lottare – e vincere – il titolo mondiale. La partnership con Aston Martin, destinata a debuttare con il nuovo regolamento tecnico, è descritta come una piattaforma ad altissimo potenziale, ma soprattutto come un progetto che non può essere interpretato con la logica dell’immediato.
La casa giapponese affronta infatti la sua terza alleanza dall’anno del ritorno nella massima serie. Con McLaren, la storia registrò uno dei connubi meno fortunati dell’era ibrida; con Red Bull, al contrario, Honda ha raggiunto il vertice del motorsport conquistando quattro mondiali piloti con Max Verstappen e due mondiali costruttori. È un percorso che ha modellato l’approccio odierno: maturità, consapevolezza tecnica e una forte predisposizione a collaborazioni di lungo periodo.
Ora tutta l’attenzione è rivolta ad Aston Martin, un progetto che Watanabe definisce senza esitazioni come il più promettente degli ultimi anni. “Il 2026 è un anno per assicurarci che l’alleanza che abbiamo creato tra Aston Martin e Honda funzioni come previsto, che sia un team integrato. Dobbiamo assicurarci di avere i valori che cerchiamo e di poter raggiungere i nostri obiettivi di performance. Quello che non possiamo prevedere, è fuori dal nostro controllo, sono i nostri rivali”, ha dichiarato il presidente di HRC nell’intervista rilasciata al sito ufficiale del team.

Il target di medio-lungo termine è chiaro: riportare Honda sul tetto del mondo. “A lungo termine, l’obiettivo di questa unione e la definizione di successo è vincere il titolo. È importante avere una visione a lungo termine, c’è molta passione e qualità nel campus Aston Martin e Honda ha le capacità per produrre motori vincenti e abbiamo il potenziale per avere successo in Formula 1, non solo nel 2026, ma anche nel 2027, 2028 e oltre. Siamo alla vigilia di qualcosa di molto speciale”, ha aggiunto Watanabe.
Le parole del numero uno di HRC acquistano ulteriore peso se confrontate con la cronologia degli eventi interni a Honda. Alla fine del 2020, la casa nipponica aveva deciso di salutare la Formula 1 in vista dei mutamenti regolamentari del 2022, salvo poi tornare sui propri passi dopo pochi mesi, attratta proprio dalle prospettive tecnologiche del nuovo ciclo con una generale semplificazione dell’architettura turbo-ibrida. La collaborazione con Red Bull era stata mantenuta (anche grazie al congelamento normativo imposto dai vertici della Formula 1), ma il rientro come motorista ufficiale è stato possibile solo con un nuovo partner.
Secondo Watanabe, i nuovi regolamenti hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta: “Penso che Honda non possa vivere senza la Formula 1. Guardando in particolare alla tecnologia, i cambiamenti nelle unità di potenza per il 2026 sono stati un fattore nella nostra decisione di tornare allo sport. È un 50/50 tra il motore a combustione interna e il motore elettrico, con quest’ultimo che passa da 120 kilowatt a 350. Abbiamo anche carburante sostenibile e questo è molto più in linea con la filosofia di Honda”.
La decisione di allearsi con Aston Martin nasce però da una combinazione di fattori tecnici, strutturali e umani. L’annuncio risale alla primavera-estate 2023: due realtà alla ricerca della giusta convergenza, una per garantirsi lo status di team ufficiale e controllare il proprio destino competitivo, l’altra per trovare un nuovo partner dopo la scelta di Red Bull di orientarsi verso un programma interno. L’incontro è avvenuto nel momento perfetto, ma soprattutto nel luogo giusto: Silverstone, dove in pochi anni Aston Martin ha trasformato radicalmente infrastrutture, organigramma e capacità tecniche.
Watanabe ha riconosciuto apertamente quanto fosse determinante la visione del proprietario del team: “Siamo sempre stati cauti nella scelta dei nostri partner. In questo caso, sono rimasto molto colpito dalla leadership e dalla passione del nostro presidente, Lawrence Stroll. È molto competitivo e ha sempre quella visione di vincere, è davvero impressionante. Si può vedere il loro desiderio di successo nelle nuove strutture di Aston Martin, ma anche nel modo in cui l’organizzazione è stata rafforzata con personale esperto negli ultimi anni”.

Il presidente di HRC non nasconde infine che la determinazione interna al team britannico abbia rappresentato un elemento decisivo. “L’impegno e la dedizione del team sono molto forti e questo è molto attraente per noi, oltre che entusiasmante”, ha concluso.
L’alleanza Honda – Aston Martin nasce dunque con un’impronta chiara: visione pluriennale, struttura tecnica in rapida evoluzione e una sfida regolamentare che apre opportunità a chi saprà integrarsi prima e meglio. Watanabe invita alla pazienza, ma i segnali sono quelli di un progetto ambizioso, strutturato e determinato a diventare un riferimento del nuovo ciclo. Il 2026 sarà l’anno zero. Il vero obiettivo, però, è molto più avanti.
Crediti foto: Honda, Aston Martin
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