Secondo Helmut Marko, il traffico incontrato da Max Verstappen nel tentativo finale, ha influito negativamente sul giro del pilota della Red Bull. Benché la McLaren di Lando Norris sia stata decisamente la vettura migliore della giornata, il consigliere di Milton Keynes crede che il proprio pupillo sia stato in lizza per la pole position.
Dopo un inizio difficile in cui la RB21 non riusciva a percorrere un giro pulito senza andare lungo in curva 14, l’olandese ha preso le giuste misure per ritornare competitivo. Seppur abbia fatto registrare dei parziali interessanti durante le tre sessioni, non è mai apparso al livello di un Norris tanto competitivo, grazie a una MCL39 costantemente più efficace in trazione, più stabile nei cambi di direzione e più rapida nel riuscire ad adattarsi alle varie condizioni della pista.
Alla luce di queste caratteristiche che hanno messo in risalto la monoposto di Woking, il secondo posto di Verstappen sembra essere l’unico risultato raggiungibile, almeno per oggi. “Dopo la Q1 e la Q2, stavamo pensando alla pole position, ma a causa del timing, non siamo riusciti a raggiungere questo risultato”, ha affermato il consigliere austriaco.
“Non abbiamo potuto cominciare il giro finale nelle stesse condizioni di Norris. Solo allora le condizioni erano le migliori e le nostre gomme si erano anche raffreddate, ma il tutto non ha funzionato. Penso che avevamo ancora qualcosa in più. È stata più che altro colpa del traffico, che poi confonde pure tutto. A volte basta solo un giro libero, ma forse siamo usciti anche troppo presto”.

Stando alle parole di Helmut Marko, probabilmente senza il traffico penalizzante, il quattro volte campione del mondo avrebbe chiuso con un distacco dal primo più esiguo.
“Nessuno ha lavorato su un long run, quindi domani saranno tutti da scoprire i valori su pista asciutta. Sarà divertente secondo me. Noi non abbiamo nulla da perdere e prenderemo dei rischi, invece Lando dovrà gare le cose in modo sicuro”, dichiara il consulente Red Bull in vista della gara di domani, prevenendo forse una strategia più aggressiva del suo pilota.
Red Bull – Yuki Tsunoda: l’altra faccia della medaglia
Solo una P19 per il pilota giapponese della Red Bull. Nemmeno il circuito della Strip lo ha risparmiato da questo vortice di negatività che lo accompagna da Suzuka. Lo stesso Helmut Marko ha espresso poche se non zero parole su Tsunoda, sintomo, probabilmente, di un addio a fine stagione.
Anche se il giapponese ha spiegato che la bandiera gialla lo ha penalizzato nel suo ultimo giro, sembrava evidente che durante la sessione fosse in difficoltà. Un grip veramente basso non lo ha mai fatto accendere o fatto avvicinare nelle posizioni più alte. Che sia una colpa da imputare al setup non ideale?

“Non so davvero come spiegare questa difficoltà. L’ultima volta che avevo montato le gomme full wet era in Brasile l’anno scorso, e lì ero andato bene. Improvvisamente, oggi giravo tre secondi più lento rispetto agli altri. Qualcosa, ovviamente, non è andata come previsto perché sentivo di star guidando sul ghiaccio”.
In definitiva, il sabato di Las Vegas consegna due immagini diametralmente opposte del mondo Red Bull. Da un lato il solito Verstappen competitivo, incisivo e fiducioso in vista della gara di domani. Dall’altro un Tsunoda spaesato, privo di fiducia e ancora intrappolato in questo trend negativo che la squadra non sembra in grado – o intenzionata – di invertire. Le sensazioni della vigilia parlano chiaro: Red Bull ha un solo cavallo su cui puntare.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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