Quello che andrà in scena domenica prossima, sarà il diciassettesimo GP del campionato di F1. L’attenzione d’ora in avanti, sarà su entrambi i titoli mondiali e se su quello costruttori abbiamo la certezza di chi lo vincerà, sul piano piloti c’è ancora qualche dubbio.
Ma non sarà questo lo scritto in cui parlarne. Ormai, siamo ben oltre la metà stagionale e c’è chi, tra addetti ai lavori e non, pone ancora l’attenzione su concetti più volte ribaditi. Parliamo del matrimonio, certamente non in linea con le aspettative, tra Lewis Hamilton e la Ferrari.
Sono diverse le volte in cui abbiamo provato a capirne le cause e volendo essere concisi, possiamo racchiudere il tutto in un’unica parola: adattamento. Con la monoposto, certo, ma anche con l’intero ambiente, le modalità di lavoro e chi più ne ha più ne metta.
Lewis Hamilton – Ferrari: i quesiti della stagione in corso
Hamilton è troppo vecchio per essere in Ferrari? Merita ancora quel sedile? Domande come queste non hanno mai abbandonato i tifosi. In realtà, sebbene rispondere sembri semplice, la questione apre a delle considerazioni più profonde.
L’arrivo di Lewis a Maranello ha generato sì grande entusiasmo, ma ha anche alimentato domande del tipo: attorno a chi sarà basato il progetto della SF – 25? Come saranno le prestazioni? Quanto Charles, così come la squadra, potrà trarre dalla sua esperienza?
La pista finora ha già dato le dovute risposte, ma – chi scrive – ha sempre sostenuto che l’inglese, all’inizio, avrebbe avuto delle difficoltà. E le motivazioni erano da ricercarsi nel gran cambiamento che stava affrontando.
Ora, senza voler sembrare presuntuosi, era chiaro che per Hamilton il 2025 sarebbe stato un anno di assestamento. Basti pensare, ad esempio, allo sviluppo della vettura. Che sarebbe arrivato, era chiaro, già da inizio 2024 e con Carlos Sainz messo alla porta, chi avrebbe potuto contribuire allo sviluppo?
Ovviamente Charles Leclerc, che coinvolto al 100%, ha fornito tutti i feedback necessari per le migliorie e le modifiche da effettuare. È evidente il perché: la monoposto incontra più il suo stile di guida. Nonostante ciò, Hamilton ha dato segni del suo talento: la vittoria nella sprint in Cina, ma anche le prestazioni ed intuizioni avute principalmente sul bagnato. E non serve dire che in caso di pioggia, il pilota fa la differenza.
Anche se la classifica da ragione al monegasco. Al momento è quinto, con 163 punti, un passo avanti all’inglese, che lo segue a 117 punti. Ora, siamo ben consapevoli dell’andamento stagionale di Lewis e sebbene questo sembri uno scritto completamente in sua difesa, in realtà si vuole porre fine alle solite voci che si ripetono dalla gara n°1.

Lewis Hamilton: per Eddie Irvine è troppo vecchio per essere in Ferrari
Lewis Hamilton arriva in Ferrari in un anno in cui i cambiamenti sarebbero stati pochi, anche se nessuno si sarebbe aspettato un downgrade rispetto al 2024.
Il talento di Stevenage è troppo vecchio per correre in Ferrari? Secondo Eddie Irvine, la risposta è affermativa. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport F1, dice che l’ex driver Mercedes sia arrivato a Maranello in un’età troppo adulta. E “colpevolizza” la squadra, penalizzata nell’essere l’unica in Italia e di non poter condividere informazioni con gli altri team con sede in Inghilterra.
Dichiarazioni che terminano con un consiglio, ossia quello di assumere Max Verstappen, costruendo un’intera squadra attorno a lui (leggi qui l’approfondimento). A tal proposito, non manca il paragone con Michael Schumacher, sottolineando come, dopo diversi anni, sia riuscito ad attirare ingegneri di rilievo e a convincere la squadra a puntare su di lui per tornare vincente.
L’età non è il vero problema di Hamilton, ma il vero nodo è che la vettura non è stata costruita attorno a lui. Quando si seppe del suo passaggio da Brackley, il paragone con Michael è stato inevitabile. Ma una differenza c’è. Il tedesco ha vinto perché era davvero come Verstappen in Red Bull. Lui era il progetto, lui era la squadra.
Hamilton non gode di tale trattamento, non solo per quanto riportato in apertura, ma anche perché Ferrari ha due prime guide. Due piloti che non faranno mai un passo indietro nei confronti dell’altro. E la dimostrazione, seppur minima, ce l’ha data proprio Monza.
Lewis Hamilton e Ferrari: risposte che arriveranno solo nel 2026
Nella stagione in corso, Ferrari non è riuscita a tenere il passo della McLaren, ma con essa condivide un obiettivo, una modalità di pensiero, se così possiamo dire. Va colmato un vuoto di trionfi lungo 18 anni e a cosa verrà data importanza, alla vittoria della squadra o del singolo pilota?
Ferrari vuole tornare a vincere, a prescindere dal con chi. E se potevamo nutrire un dubbio alla vigilia del GP d’Australia, adesso non più. Poi certo, sarebbe bello vedere una lotta interna tra Charles e Lewis. Significherebbe aver realizzato una monoposto solida e possibilmente senza red rules.
Ad ogni modo, se Lewis non è troppo vecchio per Ferrari e se merita – perché lo merita – quel sedile, quale problema lo frena con la monoposto? La risposta arriva dal pilota stesso nel weekend monzese. “Ciò che è chiaro per me è che sto guidando questa macchina tutto l’anno, ma nei miei anni passati facevo parte di una vettura sviluppata per me” raccontava ai media. Parole che non fanno altro che confermare la tesi esposta finora.
Ma a questo penserà Fred Vasseur, che intervenuto al podcast Beyond The Grid, ammette che è tutta una questione di sostegno e mentalità. “Va spronato“, aggiunge, “affinché torni in pista come siamo abituati a vederlo”. Insomma, le solite parole tutto o niente a cui ci ha abituato durante i weekend di gara di quest’anno.
Hamilton ha ancora talento, ma la Rossa non è ancora la sua macchina. Le domande che sorgono in merito al suo andamento sono giustissime, ma solo il tempo dirà se questa unione sarà ricordata come una rinascita o come un’occasione mancata. Nel 2026 ci sarà una doverosa e più comprensibile risposta.
Crediti foto: Scuderia Ferrari
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