L’evento più atteso della stagione di Formula 1 è finalmente giunto: Lewis Hamilton ha debuttato in Ferrari, portando con sé una scia di entusiasmo che ha infiammato l’intera nazione. Il sette volte campione del mondo, accolto come un vero e proprio re dai tifosi della Rossa, ha calcato le strade di Maranello, scatenando ondate di emozioni in un paese che, storicamente, vive la passione per il motorsport in modo viscerale.
Ma ci troviamo di fronte a un genuino entusiasmo o a una sorta di illusione collettiva? Il popolo ferrarista, così come la stampa, oggi sembra inchinarsi davanti alla grandezza di Hamilton, celebrandolo come il messia che potrà riportare la Ferrari ai fasti del passato. Tuttavia, è impossibile non notare come fino a poco tempo fa, quella stessa opinione pubblica che oggi lo osanna, fosse molto più critica nei confronti del pilota britannico.
Hamilton: da “bollito” a re della Ferrari
Non sono lontani i tempi in cui Hamilton veniva definito un campione “bollito”, un pilota che, secondo molti, aveva costruito il suo impressionante palmarès grazie a vetture nettamente superiori alla concorrenza, in particolare le Mercedes dominanti degli ultimi dieci anni. Secondo questa narrazione, i record e i titoli mondiali di Hamilton erano più merito della tecnologia tedesca che del suo reale talento. Ma oggi, con l’ingresso trionfale in Ferrari, tutto sembra dimenticato. Ora Lewis è venerato come un re dai suoi nuovi sudditi.
L’intera narrazione è cambiata in un batter d’occhio: dai dubbi sull’efficacia del suo arrivo, ai sogni di gloria per una Ferrari finalmente competitiva. Ma quanto potrà durare questo clima idilliaco?
Cosa accadrà al primo errore di Hamilton?
La domanda più interessante è: cosa accadrà al primo errore? Cosa succederà quando Hamilton bloccherà una ruota in frenata, o mancherà una qualificazione in Q3, o addirittura andrà a muro durante una gara decisiva? La stampa italiana, così appassionata e al tempo stesso impietosa, sarà ancora disposta a concedergli credito? E i tifosi, tanto calorosi oggi, lo difenderanno allo stesso modo quando arriveranno le prime difficoltà?
Se c’è una cosa che la lunga storia di Ferrari e dei suoi piloti insegna è che l’amore del tifo è mutevole. La coerenza, nel motorsport e soprattutto in Italia, non è una caratteristica di casa. Lo stesso Sebastian Vettel, un tempo accolto come salvatore, ha finito per essere criticato ferocemente dopo una serie di stagioni deludenti.
Il rischio, dunque, è che questo entusiasmo che oggi sembra alle stelle si trasformi rapidamente in malcontento. Basteranno alcuni errori o una stagione al di sotto delle aspettative per rispolverare vecchie critiche e accuse di “fortuna” legata alle vetture dominanti del passato.
Una Ferrari forte: sport e marketing vincenti
Indipendentemente dal futuro di Hamilton, una cosa è certa: la Ferrari vive un momento di forma invidiabile, sia dal punto di vista sportivo che da quello del marketing. L’acquisto di un’icona globale come Lewis Hamilton ha già portato un enorme ritorno d’immagine per il Cavallino Rampante. Le vendite del merchandising esploderanno, la copertura mediatica è senza precedenti e il brand Ferrari è più che mai al centro dell’attenzione internazionale.
In un periodo in cui il motorsport si sta evolvendo e l’attenzione del pubblico è sempre più frammentata, avere un nome come Hamilton associato alla Scuderia è un vantaggio strategico incalcolabile. Al di là dei risultati sportivi, Ferrari sta già vincendo la partita del marketing.
Godiamoci il momento
La coerenza, come detto, non ci appartiene. Forse non è neanche necessaria. In fondo, parte del fascino della Ferrari e dei suoi tifosi sta proprio nell’entusiasmo travolgente e nella passione incondizionata. Oggi è il momento di gioire per una Ferrari forte, competitiva e che ha ritrovato il gusto di sognare in grande. Che Hamilton possa mantenere o meno queste aspettative, lo scopriremo solo con il tempo. Ma intanto, possiamo goderci lo spettacolo.