Le prime quattro ore di test in Bahrain hanno fornito indicazioni, ovviamente parziali e da prendere col beneficio dell’inventario, sul comportamento della Ferrari SF-25 e sul lavoro di adattamento che Lewis Hamilton ha dovuto svolgere per adattarsi alla sua nuova monoposto. Analizzando la sessione, emergono diversi spunti relativi al bilanciamento e alla risposta dinamica della monoposto.
Da sottolineare che il sette volte iridato (70 i giri totali, ndr) ha chiuso in quinta piazza a 406 millesimi dal leader Andrea Kimi Antonelli, autore di una sessione molto convincente con una Mercedes W16 che, rispetto al passato, si è mostrata molto solida all’anteriore e con un comportamento finalmente neutro. Vettura solida per ora.

Hamilton Ferrari SF-25: sottosterzo e instabilità nel terzo settore
Osservando la guida di Hamilton, si evidenzia un sottosterzo marcato nel terzo settore, un tratto particolarmente tecnico del circuito di Sakhir. Inoltre, in uscita da Curva 8, la SF-25 ha sovente mostrato una certa instabilità al posteriore, segno di un equilibrio meccanico ancora da affinare. Questo comportamento si trasforma in un eccesso di rotazione alla Curva 4, la piega che Lewis ha forse sofferto di più nell’arco della mattinata barenita. Si evidenzia una transizione per ora difficile tra i diversi carichi aerodinamici e meccanici.
Hamilton – Ferrari SF-25: saltellamento e risposta aerodinamica
Un altro aspetto rilevante riguarda la risposta della macchina nelle curve veloci: alla Curva 6, nello “snake”, la SF-25 sembra soffrire di un eccessivo saltellamento, segno di un assetto ancora in fase di ottimizzazione. Di contro, l’inserimento in curva 10 appare più solido, suggerendo una buona risposta in frenata e nei trasferimenti di carico laterali. Questo è un aspetto positivo poiché, in questa particolare piega, si frena e si sterza contemporaneamente.
Definizione della finestra operativa
In questa fase iniziale, il team Ferrari sta lavorando per comprendere il comportamento della vettura con le diverse mescole di pneumatici e assetti. L’interazione continua tra ingegneri e piloti è fondamentale per individuare la finestra operativa ottimale, sia dal punto di vista aerodinamico che meccanico. Ragion per cui è necessario evitare stupidi allarmismi sul comportamento dell’auto e sui tempi registrati.
Uno degli aspetti più visibili di questa fase di test, infatti, è l’utilizzo di un’altezza da terra particolarmente bassa, evidente dalle scintille generate dal fondo vettura. I tecnici della Ferrari non hanno lavorato sull’assetto, ma probabilmente hanno voluto portare la monoposto in condizioni estreme per valutarne la risposta. Nel pomeriggio, con pista più gommata, temperature più idonee (stamattina faceva freschetto considerando gli standard del Bahrain) e si spera meno vento, Ferrari dovrebbe iniziare a definire assetti più idonei alla pista.
Hamilton e la Ferrari si sono concentrati sulla comprensione del bilanciamento di base della monoposto. Le prestazioni attuali devono essere interpretate con cautela, poiché il focus principale resta la raccolta dati e l’ottimizzazione progressiva. Con il proseguire delle prove, emergeranno ulteriori dettagli sulla reale competitività della nuova Ferrari.
A seguire tutti i run effettuati dai piloti nella prima seduta di lavoro
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1TV, Formulacritica