Ferrari: John Elkann chiude al prepensionamento

Spesso, in maniera un po' troppo “coraggiosa” - si è raccontato che Lewis Hamilton fosse un pilota prossimo alla pensione. John Elkann, uno degli artefici dell'ingaggio del britannico, ha allontanato con forza questa prospettiva

Sul passaggio di Lewis Hamilton in Ferrari si sono dette molte cose, forse troppe. Quel che non si è letto spesso è il punto di vista di chi ha voluto fortemente che l’operazione si concretizzasse: John Elkann.

Vero è che il tutto è stato formalizzata da Frédéric Vasseur che ha svolto un autentico capolavoro diplomatico intessendo i rapporti con il britannico e lavorando nell’ombra, arrivando addirittura a scavalcare una volpe – nonché un amico – come Toto Wolff. Quando la notizia è diventata di dominio pubblico, quest’ultimo è quasi caduto dal pero.

È chiaro che il manager della Mercedes aveva avuto contezza già prima dell’annuncio, poiché Hamilton ha dovuto comunicare di voler attivare la clausola rescissoria prevista all’interno del suo contratto. Tuttavia, fino al momento in cui il sette volte iridato ha mosso questo passo, il dirigente austriaco sembrava ignaro di ciò che stesse accadendo.

Fermo restando che Vasseur è stato un abile stratega, chi ha imbastito l’operazione e ha garantito soprattutto le coperture finanziarie è il presidente del gruppo Ferrari S.p.A. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, nella quale ha toccato diversi temi, ha spiegato cosa lo ha mosso per definire un’operazione così clamorosa.

Ferrari Elkann
I protagonisti della rivoluzione Ferrari: Frédéric Vasseur e John Elkann

John Elkann parla dell’arrivo di Hamilton in Ferrari

Certe cose accadono molto rapidamente. Questo è stato il momento in cui lui e la Ferrari si sono trovati. Lui vuole vincere l’ottavo titolo, la Ferrari vuole vincere e con Lewis è più forte. Non viene alla Ferrari per godersi la pensione ed è importante avere attorno persone motivate, che vogliono vincere”.

“In Formula 1 – ha spiegato il n°1 della Ferrari parlando della freschezza sportiva di Lewis – c’è vera competizione, con quattro scuderie molto vicine: Red Bull, Ferrari, McLaren e Mercedes. È importante andare sempre al massimo del potenziale: chi ha più esperienza ha più regolarità come dimostrano Hamilton e anche lo stesso Alonso. E la regolarità conta”.

Un acquisto quindi dettato proprio dalla necessità di introdurre altra esperienza in un team che, pur essendo esso stesso la storia della Formula 1, a volte, per questa dinamica, fa perdere punti di riferimento. Hamilton può dare un grande contributo sia in termini organizzativi sia nel contribuire a dare dei feedback agli ingegneri, soprattutto nella definizione della vettura 2026.

Inoltre, può essere contemporaneamente un maestro e uno stimolo per Charles Leclerc, che della Ferrari è il presente ma anche il futuro a lungo termine, se non altro per questioni prettamente anagrafiche. Elkann ha quindi voluto smentire quegli scettici che vedono dietro l’operazione Hamilton solo ragioni commerciali che, va detto, sono comunque state contemplate nel momento in cui la trattativa è partita.

La Mercedes W15 con Lewis Hamilton al volante durante il GP del Belgio 2024

Quello di Hamilton è un brand colossale. Da solo, come abbiamo evidenziato in questo scritto, ha più follower sui canali social della Ferrari e della stessa Formula 1. Questo matrimonio in pratica combina le entità più importanti del motorsport per creare un blocco da trazione mediatica senza precedenti.

È ovvio però, che ciò non può bastare per vincere. Elkann ha tenuto a precisare che la natura dell’affare è sostanzialmente tecnico-sportiva. Tra meno di un anno capiremo se l’obiettivo sarà stato centrato.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Mercedes-AMG Petronas F1 Team

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