Il primo anno di Lewis Hamilton in Ferrari di certo non rimarrà negli annali del Cavallino Rampante. Quando la Scuderia di Maranello aveva annunciato l’ingaggio del sette volte campione del mondo, intorno alla Rossa si era creata un’aspettativa alta: il pilota più vincente della storia della F1 avrebbe guidato per la squadra più vittoriosa.
La realtà, invece, ha messo in mostra tutte le difficoltà di adattamento di Hamilton. Escluso il singolo acuto di Shanghai, dove ha ottenuto la prima vittoria in una Gara Sprint per Ferrari, l’inglese ha interrotto la straordinaria striscia consecutiva di stagioni a podio, fermandosi a 18, e non è mai riuscito a tenere il passo del proprio compagno di squadra.
Il risultato sono state una serie di dichiarazioni che hanno mostrato al grande pubblico un Lewis diverso rispetto al solito. L’ex Mercedes non riusciva nemmeno a trovare delle spiegazioni alle sue prestazioni negative, non vedeva solamente l’ora di concludere la sua prima stagione in Rosso e pensare alle possibilità che il 2026 potrà offrirgli.

L’appoggio di Nico Rosberg: “Lewis non deve arrendersi”
Nico Rosberg è intervenuto in difesa del suo ex compagno di squadra in Mercedes. Sebbene i due siano diventati rivali durante gli anni di dominio della compagine di Brackley, il tedesco ha parlato davanti ai microfoni di Sky Sports F1 della situazione del sette volte campione del mondo. C’è chi vociferava di un possibile ritiro già alla fine di questa stagione. Secondo Rosberg, Hamilton non deve assolutamente pensare a questo scenario poiché non rientrerebbe nelle sue corde.
“Fermarsi adesso non sarebbe bello. Ha appena cominciato la sua esperienza in Ferrari. Abbandonare dopo una sola stagione non funzionerebbe assolutamente. Deve continuare, ritentare e sperare di sentirsi a suo agio con le vetture dell’anno prossimo. Magari le nuove macchine si adatteranno meglio al suo stile di guida“, ha detto Rosberg ricordando le difficoltà avute da Lewis con queste vetture a effetto suolo.
“La sua più grande difficoltà in questa stagione sono state le performance in qualifica. Durante le gare, ci sono stati dei sussulti. Il problema, appunto, sono state le qualifiche. Con una vettura così diversa l’anno prossimo, magari ritroverà una piccola parte di quella magia che lo contraddistingueva in qualifica. La speranza, di certo, c’è sempre”.

In effetti, per Lewis Hamilton le qualifiche sono state un tallone d’Achille. Il che potrebbe sembrare strano per un pilota che ha conquistato durante la sua carriera ben 104 pole positions. Tuttavia, se si prende in considerazione il solo confronto diretto con Charles Leclerc, su 24 gare disponibili, solo in 5 occasioni l’inglese è stato più veloce del compagno in qualifica.
La F1 a effetto suolo ha visto la crescita dell’importanza della track position. Queste vetture non sono riuscite nell’intento di offrire più sorpassi a causa dell’aria sporca che contribuiva all’aumento costante delle temperature delle gomme e dei freni. Dunque, partire molto dietro e, soprattutto, con una SF-25, significava già in partenza essere fuori dai giochi per il podio.
Lewis Hamilton sa già come passare la pausa invernale
Dopo l’ultima gara della stagione, Lewis non aspettava altro che mettersi alle spalle questo campionato per ricaricare le pile in vista del futuro. “Non vedo l’ora della pausa. Mi disconnetterò, non parlerò con nessuno. Nessuno potrà contattarmi questo inverno. Non avrò il telefono con me. Questa volta finisce nella spazzatura“.
Parole forti, che raccontano meglio di qualsiasi dato la stanchezza accumulata dal pilota Ferrari in un anno. Eppure, proprio in questo bisogno radicale di staccare la spina, c’è il segnale più chiaro che Hamilton non ha intenzione di mollare: quando un campione sente di aver toccato il fondo, spesso è lì che prepara la risalita.

Il 2026 porterà con sé monoposto completamente ripensate e un equilibrio tecnico che potrebbe cambiare. É su quel terreno vergine che Hamilton spera di ritrovare la versione migliore di sé. Ferrari, dal canto suo, sa di avere ancora tra le mani un fuoriclasse: servirà una macchina all’altezza, ma soprattutto servirà un ambiente capace di riportare lo stesso entusiasmo che aveva accompagnato la Ferrari a inizio stagione.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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