Un nuovo episodio della telenovela “Secondo pilota Red Bull” è andato in onda nella giornata di ieri. Da quando Helmut Marko ha deciso di promuovere Yuki Tsunoda come pilota Red Bull – visti i risultati deludenti di Liam Lawson – il pilota giapponese non si è reso protagonista di molti acuti. Il massimo piazzamento in gara raggiunto finora dal classe 2000 è stato un misero nono posto che, se comparato con le prestazioni del compagno di squadra, non può essere considerato soddisfacente.
Nel team satellite, invece, un rookie dal nome di Isack Hadjar sta impressionando tutti gli addetti ai lavori, tanto che nel corso del media day tenutosi ieri, tante sono state le voci di una riflessione circa il futuro del tanto bramato ma maledetto secondo sedile Red Bull. Tsunoda e Hadjar, a inizio stagione compagni in Visa Cash App RB, potrebbero trovarsi al centro di un’ennesima lotta interna a Milton Keynes, che negli ultimi anni ha visto vari piloti confrontarsi per diventare compagni di squadra di Max Verstappen.
Entrambi i conducenti sono già consapevoli di trovarsi sotto la lente dei riflettori di Helmut Marko e del board della squadra. Eppure, c’è chi sostiene che sia meglio che la situazione, almeno per quest’anno, rimanga invariata. Scopriamo le parole dei due protagonisti.
Isack Hadjar e il suo dubbio: “Non credo di essere ancora pronto per il grande salto”
Un sesto e un settimo posto sono stati gli ultimi risultati raggiunti dal franco-algerino, alle prese con la sua prima stagione in F1. Arrivato in incognito – coperto anche dal peso mediatico di Andrea Kimi Antonelli in Mercedes – il classe 2004 ha ampiamente dimostrato di possedere il talento giusto per competere nella massima serie.
Una striscia di risultati positivi che indubbiamente hanno acceso i riflettori sul giovane parigino. Quando gli è stato chiesto se si sentisse pronto al grande salto, Hadjar ha ammesso onestamente di no, vista la sua poca esperienza a bordo di una monoposto di Formula 1.

“Ho fatto ancora solamente nove gare, e se prendi l’esempio di Yuki e Liam, che sono dei piloti di alto livello, non credo di essere già pronto, ma ovviamente, sarei sempre disposto ad accettare la chiamata, questo è certo“. Il francese ha poi aggiunto che sarebbe curioso di vedersi nelle vesti di pilota di un top team, anche se per il momento vorrebbe avere più tempo per rispondere al meglio a una possibile chiamata di Helmut Marko.
“Sarei curioso di vedere come mi comporterei con una macchina di alto livello. Ma allo stesso tempo, mi sto godendo questa esperienza in F1 con la Racing Bulls. Sta andando bene e sto imparando tanto per il futuro in vista di una chiamata”, ha concluso Hadjar.
La crisi di Yuki Tsunoda avrà mai una fine?
Il pilota giapponese, fuori dalla zona punti da diverse gare, è consapevole delle dinamiche interne a Red Bull: se non performi sei fuori. Sarebbe ormai inutile confrontare le prestazioni tra Tsunoda e il suo compagno Verstappen. Al momento, la Red Bull è feudo del quattro volte campione del mondo, e la situazione di Tsunoda non è mai stata più drastica.
Molti sostengono che se fosse rimasto in Racing Bulls, le cose sarebbero andate diversamente. Ma come puoi rifiutare la chiamata della Red Bull? Il Gp del Canada potrà magari fargli ritornare il sorriso, ma sarà importante per il giapponese riuscire a svolgere una buona qualifica per ottenere un piazzamento decente, che lo possa facilitare nel raggiungimento della zona punti.

“Se continuo a non performare, so già cosa accadrà“, ammette schiettamente Yuki. “Io mi conosco e so che queste posizioni non mi appartengono. Ma vediamo, sono fiducioso di ritornare più forte. So che a voi -riferendosi ai media – piace parlare del secondo sedile Red Bull. Ma so che in passato ho provato di essere forte, e a inizio stagione sono andato bene. Ci sono tante cose in ballo”, conclude il venticinquenne.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Visa Cash App RB
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