Haas-Uralkali: la guerra continua. I russi chiedono il sequestro delle vetture

L'Uralkali, ex sponsor della scuderia americana, ha chiesto a un tribunale olandese il sequestro delle due monoposto

Per la Haas, il Gran Premio d’Olanda a Zandvoort non inizia nel migliore dei modi. A pochi minuti dall’inizio delle prime prove libere, l’ex sponsor Uralkali, gigante del petrolchimico russo di proprietà di Dmitry Mazepin, uomo di fiducia del leader russo Vladimir Putin e padre del pilota Nikita, ex driver della scuderia americana, si è presentata davanti a un tribunale olandese chiedendo il sequestro delle due monoposto e di tutti i pezzi di ricambio.

La Haas aveva già perso in tribunale in Svizzera per la mancata restituzione di denaro a Uralkali, venendo condannata a risarcire l’azienda con 12 milioni di euro. Uralkali ha accolto la sentenza con soddisfazione e ha annunciato che il denaro del risarcimento sarà investito per migliorare le sue strutture.

F1 Haas Uralkali
Gene Haas, patron dell’omonimo team di F1

Poco prima dell’inizio del Campionato Mondiale del 2022, la Russia invase l’Ucraina. Il mondo politico e sportivo si affrettò a isolare lo Stato euro-asiatico. La Formula 1, da parte sua, seguendo i dettami del Comitato Olimpico Internazionale, aveva bandito i piloti che gareggiavano sotto bandiera russa, e chi era sponsorizzato da un’azienda di quel paese ha dovuto rompere gli accordi, come nel caso della Haas.

E questo non è tutto per il team a stelle e strisce. La Haas tornerà in tribunale, questa volta in quello di Mecklenburg, in Carolina del Nord, contro il suo ex team principal, l’italiano Gunther Steiner, che, dopo il mancato rinnovo, ha accusato la scuderia americana di non avergli pagato delle commissioni dal 2021 al 2023.

Per la Haas, oltre ai deludenti risultati in pista, si aggiungono anche sanguinose battaglie legali, che non giovano alle casse della scuderia, già duramente messe sotto pressione. Ora, corre anche il rischio di vedersi sequestrate le monoposto dalle autorità dei Paesi Bassi.


Crediti foto: Haas

Exit mobile version