Nella consueta puntata di CriticaLive del lunedì sera, abbiamo avuto il piacere di ospitare Guido Schittone, giornalista e telecronista di lunga esperienza nel mondo del motorsport. Tra i tanti temi toccati, è emersa un’interessante analisi di Schittone riguardo ai nostri due giovani talenti italiani che quest’anno saranno impegnati nel campionato di Formula 2: Leonardo Fornaroli, fresco vincitore della Formula 3 nell’ultima stagione, e di Gabriele Minì, pilota facente parte del programma junior di Alpine.
Mentre in F1 l’Italia sta puntando (giustamente) i riflettori sul giovane Andrea Kimi Antonelli, considerato un rimpianto per la Ferrari da Luca Baldisserri, nella serie cadetta Minì e Fornaroli si stanno preparando per affrontare un campionato difficile come quello della F2.
Sarà sicuramente un campionato interessante da seguire, poiché i due conducenti guideranno per delle vetture competitive. Fornaroli prenderà il posto del campione Gabriel Bortoleto in Invicta Racing, mentre Minì continuerà la sua avventura nell’italiana Prema. Ci sarà sicuramente da divertirsi.
Guido Schittone: “Minì o Fornaroli? Vi dico la mia”
Al nostro ospite è stato chiesto chi preferisse tra Minì e Fornaroli e ha risposto con un’analisi interessante che ha messo in risalto i punti di forza dei due piloti. Chi non ha seguito le categorie inferiori, infatti, è impossibilitato nell’esprimere un giudizio, ma Schittone, che le serie in questione le conosce a menadito, ha analizzato le caratteristiche dei due piloti.
“Minì o Fornaroli? Sono amico di tutti e due -afferma ridendo- Mi scuso con Leonardo, ma Gabriele è un mio pallino. È uno di quei piloti che non è ancora riuscito a esprimere il suo massimo potenziale. Leonardo, invece, l’avevo sin da subito battezzato. Lui arrivò in F4 ma non era considerato un pilota vincente, eppure io vedevo che tramite la sua testa riusciva ad arrivare”.
Schittone ha successivamente raccontato l’esperienza del driver siciliano nelle categorie precedenti alla Formula 3, menzionando una brutta esperienza in Formula Regional, in cui ha dovuto accettare le decisioni della squadra che andavano a suo sfavore. Ma tutto questo fa parte della crescita di un conducente.

“Se parliamo di talento puro, io considero Minì leggermente inferiore ad Antonelli, ma siamo lì. Ha avuto la sfortuna di incappare in team non così tanto competitivi, tranne l’anno scorso – dichiara Schittone riferendosi all’esperienza con Prema in F3 – In Formula Regional la seconda parte di stagione fu un disastro perché non riusciva a comprendere bene come gestire gli pneumatici, e il team tendeva poi a favorire il compagno di squadra”.
Minì, quindi, può contare anche sull’appoggio di una compagine di Formula 1 come Alpine. Potrebbe, perciò, ripercorrere le orme di Kimi Antonelli ed essere promosso in futuro in prima squadra.
“Bisogna considerare anche le condizioni economiche di partenza. Gabriele è figlio di un pilota siciliano che fa il carrozziere. Quello che ha ottenuto nella sua carriera lo ha conquistato grazie al suo talento, non ha avuto la possibilità di portare una valigia piena di soldi e scegliere un team. Fortunatamente Nicolas Todt lo ha preso sotto la sua gestione, anche se secondo me soltanto adesso sta riuscendo a gestirlo nella maniera più corretta”.
Guido Schittone: “Leo un tattico. Pilota perfetto per l’Endurance”
Secondo il celebre telecronista, i due piloti hanno delle caratteristiche che li renderebbero perfetti per due determinate categorie: Fornaroli per il WEC e Minì per la Formula 1. Infatti, l’innata capacità di Fornaroli nel riuscire a creare delle ottime tattiche, sarebbe una caratteristica perfetta per un campionato di tipo Endurance, che ricordiamo, negli ultimi anni sta assistendo a una notevole crescita, diventando una serie di tutto rispetto.

Minì, invece, sarebbe ideale per una squadra della massima serie. A detta di Schittone, il talento di Minì dovrebbe essere più o meno simile a quello di Antonelli, anche se al momento risulta difficile immaginare il giovane palermitano nelle vesti di pilota Alpine nel breve termine. Fortunatamente, la Formula 1 ci ha spesso abituato a dei colpi di scena: chi avrebbe mai immaginato, ad esempio, di vedere Antonelli a bordo di una Mercedes nel suo primo anno di F1?
“L’anno scorso a spuntarla è stato Fornaroli. Lui è un tattico, se avessi un team di endurance lo ingaggerei subito perché avrei la certezza di poter contare su un pilota che mi porta la macchina al traguardo e che mi fa vincere. Al contrario, se avessi un team di F1, la mia scelta ricadrebbe su Minì”
Il nostro ospite, quindi, auspica a una carriera di un certo livello per questi due ragazzi. Una cosa è certa, dopo un lungo periodo di digiuno, finalmente l’Italia potrà gustarsi quest’anno dei piloti di grande talento che sicuramente ci faranno sognare nel futuro.
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Crediti foto: Prema Racing, Invicta Racing