La Red Bull ammorba la Formula 1 col suo dominio inattaccabile? Vero, è difficile sostenere il contrario. Per questo motivo dovremmo essere arrabbiati con quelli di Milton Keynes. In effetti un po’ ce l’abbiamo con i sovrani indiscussi del Circus attuale perché, onestamente, siamo un po’ stanchi nell’assistere a una categoria dagli esiti scontati, quasi contenutisticamente vuota e che non riesce a stuzzicare la fantasia e ad accendere la passione dei tifosi.
Ma non è colpa loro. Se hanno operato meglio degli altri non gliene si può fare una condanna. Piuttosto bisognerebbe prendersela con chi, dopo tre anni di macchine di nuova generazione, ancora non ci ha capito un tubo.
Contestualmente, però, dovremmo essere grati alla Red Bull. Siamo impazziti? No, è semplice razionalità. Quel che sta accadendo nel team anglo-austriaco – e ci riferiamo ovviamente all’Horner-Gate e a tutte le conseguenze vere o presunte di cui si parla di questi tempi – è foraggio nutriente per una stampa sempre alla ricerca di notizie, scoop, congetture e analisi di vario tipo. In questo calderone, sia chiaro, rientriamo anche noi di Formulacritica, non vogliamo fare i verginelli.
Uno degli argomenti più in voga in queste ultime settimane è il presunto addio di Adrian Newey che sarebbe pronto ad abbracciare il rosso Ferrari. Fermi tutti, non c’è nessuna notizia. Qualcuno doveva pur dirvelo. Tutto quello che leggete è frutto di ipotesi, idee, congetture, sogni e speranze che, ben alimentate, favoriscono l’afflusso di una bella quantità di tifosi che cliccano e supportano il sostentamento di determinate testate. Ma questo è un altro discorso…

Proprio sulla posizione del vulcanico tecnico di Stratford-Upon-Avon, ogni giorno se ne legge una nuova. La più fresca è quella secondo cui sia in rotta di collisione con Christian Horner perché quest’ultimo lo vorrebbe spostare dalla progettazione della vettura di Formula 1 per relegarlo ad un comparto meno nobile, ossia l’esclusiva cura del progetto stradale RB17. Il programma che, pensate un po’, fino a qualche tempo fa veniva descritto come quell’esercizio di libertà necessario a tenere Adrian legato alla Red Bull. Come cambiano le narrazioni quando gira il vento…
Red Bull: Horner e Newey a ferri corti?
A parlarne non siamo noi, modesta e nascente web magazine che intende farsi le ossa e mostrarsi credibile, ma un colosso come Auto Motor Und Sport. E se lo dicono loro, seri e austeri tedeschi, chi siamo noi per metterlo in dubbio? L’autorevole testata sostiene che Christian Horner e Adrian Newey siano prossimi ai ferri corti. La ricostruzione? il team principal vorrebbe relegare Newey al progetto hypercar RB17 per ragioni riconducibili al budget cap sollevandolo dalla definizione delle vetture di Formula 1.
Basi logiche per il ragionamento ci sarebbero pure perché, dal 2026, cambia la disciplina in merito agli stipendi part-time dei dipendenti dei sodalizi di Formula Uno. Basterà aver svolto anche il solo 10% delle ore lavorative previste dal contratto per far percepire stipendi pieni. La mossa serve per evitare “giochetti” con i salari pesanti. E quello di Newey lo è.

Horner, e su questo facciamo un po’ più di fatica a entrare nel ragionamento, vorrebbe defenestrare il tecnico artefice di una serie di successi altrimenti irrealizzabili in una più ampia politica di spendig review che non tocca il suo stipendio. Magari, verrebbe da immaginare, che lo “spice boy” ritiene che altri ingegneri già tra le fila della Red Bull possano produrre gli stessi effetti dominanti. Ma si fa davvero fatica ad adeguarsi a questa idea.
Rivendichiamo il diritto di non credere a questa versione che, per tornare all’incipit dello scritto in questione, sembra essere più aderente alla necessità di fare qualche comodo like (come fa chi spinge forte nel raccontare di un Newey prossimo ad accasarsi in Emilia Romagna) che alla capacità di spiegare come stanno davvero girando gli orologi in quel di Milton Keynes. Se poi saremo smentiti, che dire, ci cospargeremo il capo di cenere.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing