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Home Approfondimenti

GP del Belgio – Nivelles: il circuito venuto dal futuro

Vi raccontiamo la storia di un circuito poco noto nell’ambito della F1, quello di Nivelles, un impianto, troppo all’avanguardia, rispetto alla sua epoca.

Giovanni Tito by Giovanni Tito
21 Luglio 2025
in Approfondimenti, F1, News
Tempo di lettura: 5 minuti
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Locandina del primo dei due Gran Premi del Belgio, tenutosi a Nivelles, il 4 giugno 1972

Locandina del primo Gran Premio del Belgio, a Nivelles, il 4 giugno 1972

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Il circuito di Nivelles, è uno degli impianti più dimenticati della F1. Negli anni ’60 e ’70, la serie stava attraversando un periodo di transizione, con un crescente focus sulla sicurezza a causa di numerosi incidenti mortali. In Belgio, il circuito di Spa-Francorchamps, che ospitava il Gran Premio, pur essendo uno dei tracciati più amati al mondo, era considerato estremamente pericoloso per le monoposto dell’epoca, che raggiungevano velocità elevate senza adeguate misure di sicurezza. Le curve veloci come Eau Rouge e Blanchimont, unite alla lunghezza di 14 km del tracciato originale, rendevano gli incidenti potenzialmente catastrofici. Dopo una serie di proteste da parte dei piloti e della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), si decise di alternare il Gran Premio del Belgio tra Spa e altri circuiti più moderni.

Il tracciato di Zolder, inaugurato nel 1963, divenne una delle alternative, ma un gruppo di imprenditori belgi vide l’opportunità di costruire un circuito completamente nuovo, progettato secondo i più recenti standard di sicurezza. Nacque così l’idea di spostare il Gran Premio del Belgio a Nivelles, città della Vallonia con un progetto ambizioso ma destinato a una breve esistenza.

Progettazione e caratteristiche tecniche

John Hugenholtz, un architetto olandese noto per aver disegnato circuiti come Zandvoort in Olanda e Suzuka in Giappone, progettò la pista di Nivelles. Hugenholtz concepì l’impianto come un tracciato moderno, con un focus su sicurezza e accessibilità per gli spettatori.

Il tracciato aveva una strana forma di una pistola, di un revolver. Era lungo 3,724 km con 7 curve, 4 a destra, 3 a sinistra, con un mix di rettilinei lunghi e pieghe ampie. Il circuito era relativamente piatto, privo delle variazioni altimetriche che rendevano Spa così spettacolare.

Curve principali:

  • Big Loop: una lunga curva a destra che collegava il rettilineo principale a una sezione più tecnica;
  • Curva del Paddock: una curva più stretta vicino all’area dei box, che richiedeva una guida precisa;
  • Rettilineo principale: lungo circa 1 km, era uno dei punti di forza del circuito, ideale per i sorpassi.

L’asfalto era liscio ma tendeva a diventare scivoloso in caso di pioggia, un problema che i piloti notarono durante le gare.

L’impianto fu progettato con ampie vie di fuga, barriere di protezione e tribune ben distanziate dalla pista, come i circuiti di oggi, in netto contrasto con i guardrail ravvicinati di Spa. Tuttavia, queste caratteristiche contribuirono a rendere il circuito meno emozionante per i piloti.

Il tracciato disponeva di box moderni per l’epoca, una torre di controllo e tribune per circa 30.000 spettatori. Le strutture di supporto (come ristoranti e aree per il pubblico) erano limitate rispetto a circuiti più consolidati.

Visuale dall'alto del tracciato di Nivelles
Visuale dall’alto dell’impianto di Nivelles, in fase di completamento. Come si può notare è un layout semplice e piatto, non amato particolarmente dai piloti

Il passaggio del Gran Premio del Belgio tra Spa e Nivelles

Il Gran Premio del Belgio si spostò da Spa a Nivelles a causa delle pressioni per migliorare la sicurezza. Era la prima volta che il circuito ospitava un evento di Formula 1, e l’organizzazione era sotto pressione per dimostrare la validità del progetto. Durante le prove, alcuni driver notarono che la pista tendeva a “sbriciolarsi” in alcuni punti, un segno precoce di problemi di manutenzione.

Il pilota brasiliano della Lotus, Emerson Fittipaldi, dominò dall’inizio alla fine, vincendo con un margine di oltre 26 secondi sul pilota francese della Tyrrell, François Cevert. Il neozelandese della McLaren, Denny Hulme completò il podio. La gara fu relativamente priva di incidenti, un punto a favore della sicurezza del circuito, ma i piloti la descrissero come poco impegnativa.

Ci furono circa 25.000 spettatori, un numero discreto ma inferiore alle aspettative, soprattutto considerando il prestigio del Gran Premio del Belgio.

Dopo che Zolder ospitò il GP nel 1973, il circuito della Vallonia tornò nel calendario, ma l’evento fu segnato da difficoltà finanziarie e organizzative. La pista stava già mostrando segni di degrado, e l’interesse del pubblico era in calo.

Emerson Fittipaldi vinse nuovamente, questa volta su McLaren, davanti al ferrarista Niki Lauda e al sudafricano della Tyrrell, Jody Scheckter. La gara fu più combattuta rispetto al 1972, con diversi sorpassi sul rettilineo principale, ma fu offuscata da problemi logistici, come ritardi nelle qualifiche e una scarsa gestione del pubblico.

I piloti continuarono a lamentare la monotonia del tracciato, e i team segnalarono problemi con l’organizzazione, come la mancanza di personale adeguato e la scarsa promozione dell’evento. Inferiore rispetto al 1972, con meno di 20.000 spettatori, un segnale del declino del circuito.

Lo spegnimento dei semafori del Gran Premio del Belgio, a Nivelles
Il momento concitato del via al Gran Premio del Belgio a Nivelles

Nivelles dopo la F1

Il tracciato della Vallonia ospitò gare di Formula 2, Formula 3, campionati belgi di auto turismo e rallycross. Tra gli eventi più noti, ci furono alcune gare della serie europea di Formula 2, che attirarono giovani talenti come i piloti Ronnie Peterson e Mike Hailwood. Alcuni team di Formula 1, come Lotus e McLaren, utilizzarono il circuito belga per sessioni di test, soprattutto per provare nuove configurazioni aerodinamiche o gomme, grazie ai lunghi rettilinei.

Il circuito cercò di diversificare le sue attività ospitando eventi non motoristici, come fiere agricole, mercatini e piccoli concerti, ma questi non generarono entrate significative.

La costruzione dell’impianto costò diversi milioni di franchi belgi, ma le entrate da biglietti, sponsor e affitti furono insufficienti. Gli organizzatori non riuscirono a saldare i debiti contratti con banche e investitori. La mancanza di un calendario regolare di eventi internazionali limitò le opportunità di guadagno.

Dopo le modifiche per migliorare la sicurezza, con l’accorciamento del circuito a circa 7 km, Spa tornò a essere la sede preferita del Gran Premio del Belgio a discapito del tracciato della Vallonia, grazie al suo fascino unico e al supporto dei fan. Più moderno e versatile di Nivelles, Zolder ospitò il Gran Premio del Belgio in più occasioni negli anni ’70 e ’80, consolidandosi come alternativa credibile.

Già nel 1974, il circuito mostrava segni di degrado, con crepe nell’asfalto e strutture (come le tribune) in cattivo stato. La mancanza di fondi impedì interventi significativi. Fu utilizzato sporadicamente per eventi minori fino alla fine degli anni ’70, quando fu abbandonato. Il tracciato veniva adoperato per loschi affari e gare clandestine. Per porre rimedio al degrado in quella zona, negli anni ’80 l’area fu venduta e riconvertita in un parco industriale.

L'impianto della Vallonia oggi
il tracciato, oggi, convertito in area industriale. Si notano i resti della “Big Loop”

Nivelles: dove è nato il mito di Ayrton Senna

Il tre volte campione del mondo, il pilota brasiliano Ayrton Senna, è particolarmente legato a Nivelles, per la sua partecipazione al Campionato Mondiale di Karting del 1980, che si tenne sulla pista per i kart a pochi passi dal circuito principale.

In quella competizione, Senna, poco più che ventenne, si classificò al secondo posto dietro al pilota olandese Peter De Bruyn. La gara fu significativa, perché il fenomeno brasiliano, dimostrò il suo talento emergente, competendo ad alti livelli contro piloti di grande esperienza come Terry Fullerton che considerava il suo principale rivale. Nonostante non abbia vinto il titolo mondiale, la sua performance a Nivelles, contribuì a consolidare la sia reputazione nel mondo del Karting, un passo cruciale verso la sua successiva e vincente carriera in F1.

Ayrton Senna in una gara del Campionato Kart, a Nivelles
Ayrton Senna, poco più che ventenne, col suo iconico casco, al Campionato Mondiale Kart, a Nivelles

Eredità e stato attuale

Oggi l’area del circuito è un parco industriale, con magazzini, uffici e strutture logistiche. Alcune strade del parco seguono ancora il percorso del vecchio tracciato, ma non ci sono indicazioni o monumenti che ne commemorino la storia.

Gli appassionati di motorsport belgi possono ancora identificare alcuni tratti dell’asfalto originale, ma il tracciato è praticamente scomparso. Non esistono musei o iniziative locali per preservarne la memoria. Nivelles è spesso citato come un esempio di come un circuito progettato con buone intenzioni (sicurezza e modernità) possa fallire se manca di carisma o supporto economico. È ricordato con nostalgia da alcuni fan locali, ma rimane un capitolo minore nella storia della Formula 1.

L’impianto della Vallonia è un esempio di un progetto nato con ambizioni moderne ma destinato al fallimento per una combinazione di fattori: design poco ispirato, problemi finanziari, concorrenza con circuiti più prestigiosi e una gestione inefficace. Sebbene abbia ospitato due Gran Premi di F1, non è mai riuscito a lasciare un segno duraturo nel motorsport. Oggi, rimane un ricordo sbiadito, interessante per gli appassionati di storia della Formula 1 ma praticamente dimenticato nel panorama moderno.


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Crediti foto: Raymond Biesmans

Tags: F1GP BelgioNews
Giovanni Tito

Giovanni Tito

Non sono asociale. Amo le persone nei film e le serie TV... Anche negli anime 🎥🎬📽️📺

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