La roboante doppietta ottenuta dalla Ferrari nel Gran Premio degli Stati Uniti, già intravedibile durante la Sprint Race del venerdì in cui la SF-24 aveva mostrato un passo impressionante, cambia drasticamente ogni prospettiva iridata. Fino a qualche giorno fa, il mondiale di Formula 1 2024, specie sul fronte Costruttori, sembrava essere una questione tra la calante Red Bull e la crescente McLaren.
I 56 giri dell’evento texano, però, hanno espresso una nuova verità: la Ferrari è tornata, e lo ha fatto in modo devastante. L’1-2 di Leclerc e Sainz ha un’enorme portata, perché avvenuto su una pista che avrebbe dovuto essere poco favorevole alla vettura rossa. E invece, proprio in quelle curve di lunga percorrenza a velocità medio-alte, caratterizzate da cambi di direzione improvvisi – parliamo ovviamente della zona dello Snake – il progetto italiano si è letteralmente esaltato.

GP USA 2024: la vittoria della Ferrari ha radici lontane
Sembra paradossale, ma il Gran Premio degli Stati Uniti la Ferrari l’ha vinto in Spagna, quando ha introdotto un pacchetto di aggiornamenti che non ha funzionato come previsto. È lì che è partita la rivoluzione interna, con Fred Vasseur che ha preso in mano la situazione, appurando che il mandato di Enrico Cardile non stava più dando i frutti sperati. Questi, è stato sostituito, passando all’Aston Martin, mentre Diego Tondi è stato responsabilizzato, diventando un po’ l’artefice di questa clamorosa rimonta.
Dopo il Gran Premio di Catalunya, gli ingegneri di Maranello hanno lavorato per correggere i difetti di quel pacchetto, introducendo una serie di aggiornamenti che hanno fatto la differenza. Per molto tempo si è detto che le ottime prestazioni viste tra Monza, Baku e Singapore necessitavano di un riscontro più concreto su un tracciato in grado di stressare la meccanica e testare pienamente una monoposto.
Il Circuit of the Americas rappresentava proprio quel banco di prova, e il Cavallino Rampante lo ha superato con scioltezza, alzando la testa, gonfiando il petto e annichilendo una concorrenza stranita, che si è ritrovata a pagare distacchi inimmaginabili all’approcciarsi di questo evento.
Chi aveva previsto una SF-24 così clamorosamente performante? Nessuno. Anche se ora molti inizieranno a prendersi i meriti di previsioni mai fatte, ma questo è irrilevante nell’economia di una stagione che ora si fa davvero interessante.

GP USA, Ferrari: ora il Titolo Costruttori è un obiettivo reale e non celato
Ieri la Ferrari ha gettato la maschera, perché performance del genere non possono passare inosservate. Non sono frutto del caso, ma di un lavoro specifico, mirato e ben fatto, che parla di una correlazione ritrovata tra simulatore e pista e di uno staff che finalmente sa dove intervenire. Quante volte, nelle ultime stagioni, abbiamo visto la Ferrari calare nelle fasi finali del campionato? Oggi, invece, raccontiamo di un team che ha ingranato la marcia alta e ha impartito lezioni laddove le aveva subite.
L’entusiasmo di Leclerc, dopo una vittoria in solitaria che ha ricordato imprese di un dolce passato, non si è nascosto quando ha fatto intendere che con la sua monoposto poteva fare ciò che voleva. Charles ha aperto un margine con tranquillità e lo ha gestito fino in fondo. Questo indica chiaramente il potenziale della vettura, che non abbiamo nemmeno visto completamente, perché non ce n’era bisogno. I top team fanno questo e ieri la Ferrari si è comportata da squadra dominante.
Nelle parole del monegasco, prima del podio, il riferimento al titolo è stato chiaro. Senza mezzi termini, senza tattiche verbali ridicole, Maranello ora crede di poter conquistare il titolo costruttori, dato che la classifica è corta e con cinque gare al termine, più due Sprint Race, l’impresa è possibile.
Anche perché la concorrenza ieri è sembrata smarrita. Più difficile immaginare una lotta per il titolo piloti, ma nessuno intende porsi limiti. Finché la matematica non decreta i verdetti finali, l’imperativo è provarci, anche se razionalmente sembra difficile. Tuttavia, solo tentando a realizzare cose folli si può costruire quel sogno del campionato costruttori che, per una lunga fase del mondiale, sembrava un’utopia.
Ma era proprio in quei giorni che la Ferrari costruiva le vittorie attuali e gettava le basi per quelle future, con un progetto 677 che nascerà sulla scia di quanto definito con il modello attuale, una base solidissima per il campionato 2025, annata che non vuole essere di transizione.

La SF-24 ha dimostrato di essere la migliore monoposto in termini di gestione delle gomme, e lo ha fatto su una pista che offriva pochi punti di riferimento a causa della riasfaltatura. Inoltre, la presenza della Sprint Race ha confermato quanto sia stato efficace il lavoro preparatorio svolto a Maranello considerata la singola sessione di prove libere. Questo fa ben sperare in vista del GP del Messico (qui il programma completo) e di quello del Brasile, due tappe ravvicinate, al termine delle quali capiremo se la Ferrari sarà davvero la favorita nella lotta iridata. E se i rivali avranno la forza di reagire.
Per ora, McLaren e Red Bull – per non parlare di una Mercedes in crisi – stanno leccandosi le ferite, cercando di capire come fermare quel fulmine rosso che ieri ha brillato nel cielo di Austin, rubando l’attenzione di spettatori e telespettatori. Col Gran Premio degli Stati Uniti è iniziato un altro campionato del mondo, quello che la Ferrari vuole vincere, senza timore di dirlo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP