GP USA 2025 – Ottavo e decimo posto. Due posizioni che certificano l’ennesima giornata amara per la Ferrari, intrappolata in una mediocrità che ormai ha assunto contorni cronici. Lewis Hamilton e Charles Leclerc hanno fatto “due giri puliti”, come recita la formula di consolazione usata dal media manager della Rossa. Una modalità comunicativa di chi, invero, non ha altro da dire.
Giri puliti che valgono la quarta e quinta fila. Giri puliti che fotografano impietosamente il gap di una Scuderia ormai fuori dai giochi, incapace di reagire e normalizzata a rinviare tutto all’anno prossimo, come ormai ammesso da un Leclerc che ai microfoni appare sempre più passivo. Giri puliti che non sono serviti a evitare la bastonata presa anche dalla Sauber dell’ex Binotto: i risultati della sessione.

GP USA, Ferrari – Il format Sprint: un alibi o una sentenza?
La Ferrari si aggrappa al format della Sprint per giustificare questa ennesima débâcle, lamentando l’impossibilità di trovare un assetto adeguato alla SF-25. Ma è davvero solo questione di formato? O non è piuttosto la certificazione di un problema più profondo, sistemico, che affligge Maranello da fine troppo tempo? La riapertura del Parco Chiuso diventa l’ennesima speranza a cui aggrapparsi, l’ennesimo “domani andrà meglio” che suona sempre più vuoto.
Il dato più inquietante è la progressiva perdita di competitività nel corso delle qualifiche. Mentre gli avversari migliorano, trovano quei decimi preziosi tra SQ1 e SQ3, la Ferrari rimane ferma, impantanata in una progressione nelle prestazioni inferiore alla concorrenza. Non è sfortuna, non è il meteo, non è un episodio isolato: è inadeguatezza tecnica di una SF-25 che si muove stancamente verso il suo destino di auto da pensionare, di mezzo incapace di vincere.
Le ammissioni di chi non può più nascondersi
Le parole di Hamilton e Leclerc sono eloquenti proprio per ciò che non dicono. Lewis parla di “passo promettente” nelle libere, salvo poi ammettere di aver “fatto fatica a mantenere quel ritmo” quando contava davvero. È la storia di una Ferrari che promette nelle libere e delude quando conta davvero. Charles è ancora più lapidario: “Credo che questo sia il potenziale della nostra macchina in questo weekend“. Una resa incondizionata, l’ammissione che non c’è margine, non c’è magia da trovare.
E poi c’è il dettaglio che completa il quadro desolante: Leclerc, ostacolato dal problema al cambio che gli ha impedito la simulazione di qualifica durante le libere. Anche quando si cerca di preparare il weekend al meglio, qualcosa va storto. Sempre.
GP USA – Hamilton cresce, la Ferrari no
L’unica nota positiva – se così si può definire – è il rendimento in crescendo di Hamilton, davanti a un Leclerc in affanno. Ma è davvero un successo celebrare l’ottavo posto del sette volte campione del mondo? È questo il livello a cui la Ferrari ha ridotto le proprie ambizioni?

Ferrari: spettatori non paganti fino a fine anno
Da qui alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi, la prospettiva è cristallina: la Ferrari sarà spettatrice di un mondiale che non le appartiene più. Non protagonista, non contendente, ma semplice comparsa di uno spettacolo che si consuma altrove, tra scuderie che sanno evolvere la propria macchina, che trovano quei decimi decisivi, che non si limitano a “giri puliti” per l’ottavo posto.
Maranello guarderà altri giocarsi gloria e titoli, dal muretto di una quarta fila che è diventata la sua comfort zone. Uno spettacolo non loro, un campionato che appartiene ad altri, mentre la Rossa può solo promettere che “domani daremo tutto per trovare qualcosa in più”.
Domani, sempre domani. Mai oggi. Il vero nodo non è tecnico, non è il format Sprint, non è il cambio di Leclerc. È l’incapacità sistemica di questa Ferrari di essere competitiva quando conta, di trovare soluzioni rapide, di non farsi distanziare in progressione dalla concorrenza. È una questione culturale, di mentalità, di approccio.
E finché Maranello non avrà il coraggio di guardare in faccia questo problema, continuerà a collezionare ottavi e decimi posti. Continuerà a fare “giri puliti” che valgono solo la frustrazione di milioni di tifosi costretti a guardare il Cavallino Rampante essere spettatore del successo altrui. Ottavo e decimo. Due numeri che dicono tutto di una stagione che finirà senza gloria, senza sussulti, senza che la Ferrari torni a essere Ferrari. Dopo tre anni di cura Vasseur, riuscite a trovare le differenze con la gestione Binotto? La risposta a questa domanda fotografa lo stato delle cose…
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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