Dopo le strade cittadine di Singapore e Baku, la Formula 1 torna su una pista permanente. Per la Ferrari l’appuntamento di Austin rappresenta molto più di una tappa di passaggio. Il Circuit of the Americas è una sfida a tutto tondo, e il weekend texano, con il formato Sprint, non ammetterà esitazioni.
Alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti (il programma completo), il team principal Fred Vasseur ha analizzato così la situazione del Cavallino Rampante:
“Dopo due circuiti cittadini, con il COTA torniamo su una pista permanente che offre un mix di curve molto interessante. È un tracciato che richiede precisione da parte di tutti: la richiede al team per il set-up e ai piloti per il feeling con la vettura. Il weekend sarà ancora più impegnativo a causa del formato Sprint, che ci concede una sola sessione di prove libere prima di entrare subito nelle sedute competitive. Sappiamo di non aver sfruttato al massimo il potenziale del nostro pacchetto nelle ultime gare, ma la squadra è unita e pienamente determinata a cambiare rotta”.

Austin arriva in un momento in cui a Maranello serve ritrovare lucidità e metodo, dopo due trasferte in cui la SF-25 ha mostrato velocità a sprazzi ma senza riuscire a concretizzare nel momento che contava. Vasseur mette l’accento sulla precisione operativa e sulla collaborazione tecnica, consapevole che il tracciato del Texas è uno dei più completi del Mondiale: alterna curve ad alta percorrenza in stile Silverstone, zone di trazione da media velocità e un settore finale in cui l’aderenza meccanica farà la differenza.
Il team principal sottolinea come il formato Sprint amplifichi ogni margine d’errore: un solo turno di libere obbliga gli ingegneri a individuare rapidamente l’equilibrio giusto tra carico aerodinamico, efficienza e trazione. “Precisione”, nella sua dichiarazione, è la parola chiave. Sia per chi lavora ai dati di simulazione, sia per i piloti che dovranno entrare subito in sintonia con la monoposto.
Sul fronte piloti, la sfida è duplice: Charles Leclerc deve tornare a esprimere il suo picco prestazionale dopo alcune gare complesse, mentre Lewis Hamilton – reduce da un fine settimana difficile – punta a consolidare la propria integrazione tecnica con la SF-25 su una pista che non fa mistero di amare
La Ferrari arriva in Texas senza aggiornamenti, mentre la squadra continua a raccogliere dati in vista delle ultime gare stagionali e, soprattutto, del progetto 2026. Tuttavia, l’urgenza immediata è quella di rimettere ordine nel presente. L’autocritica implicita nelle parole di Vasseur (“non abbiamo sfruttato al massimo il potenziale”) è anche un messaggio interno: la performance (forse) c’è, ma manca l’esecuzione.

Nella visione del francese, la solidità del gruppo è la leva principale per uscire dal momento grigio che dura da troppo tempo. “La squadra è unita e pienamente determinata a cambiare rotta”. Una frase che risuona come un appello alla coesione in un periodo in cui ogni errore viene amplificato da aspettative e confronti.
Austin sarà quindi un test non solo tecnico ma morale: verificare se la Ferrari ha imparato a reagire rapidamente alle difficoltà, a gestire l’imprevedibilità del formato Sprint e a confermare che la direzione intrapresa da team è quella giusta.
La sfida americana, in questo senso, non riguarda solo il cronometro. Riguarda la capacità del Cavallino di dimostrare che il progetto ha una direzione chiara, che la squadra sa correggere se stessa e che dietro la retorica della determinazione c’è un metodo concreto. Nel weekend in cui il COTA torna a essere il banco di prova più completo del campionato, Fred Vasseur e la Ferrari si giocano qualcosa che va oltre i punti: la credibilità del percorso tecnico e umano costruito in questi mesi.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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