GP USA 2025, anteprima – Austin si prepara al ritorno della Formula 1. Il Circuit of the Americas ospiterà una delle sfide più interessanti del calendario che arriva alla tappa n°19. Per l’occasione, Pirelli ha deciso di rompere lo schema tradizionale portando C1, C3 e C4. È la seconda volta in tutto il campionato che viene introdotto uno “step” tra Hard e Medium, dopo l’esperimento di Spa-Francorchamps, reso però inutile dal maltempo.
In Texas, dove ci sarà anche la Sprint Race, la casa milanese potrà finalmente verificare gli effetti reali di una Hard più rigida rispetto al 2024, mentre Medium e Soft restano invariate. L’obiettivo è ampliare la gamma strategica, rendendo possibile sia la sosta unica basata sulla costanza della C1, sia la doppia fermata spinta dalla prestazione della C4.
Il nuovo equilibrio tra prestazione e durata
La differenza di performance tra i tre compound potrebbe ridisegnare l’intera gara. Chi opterà per la C1 punterà su uno stint lungo e regolare, mentre chi sceglierà C3 e C4 dovrà convivere con il rischio di un degrado accelerato.
Il tutto sarà reso più complesso dal format Sprint, che ridurrà a un’ora le prove libere, limitando il tempo per ottimizzare l’assetto e comprendere il comportamento delle gomme in long run. A Austin, dove le temperature possono superare i 30°C e i carichi laterali sono elevati, la finestra termica sarà cruciale per evitare surriscaldamento e blistering.
GP Usa – La Lezione del 2024: Medium protagonista, Soft ignorata
Lo scorso anno la Medium fu la scelta dominante: 15 piloti la usarono in partenza e anche i tre del podio optarono per essa. La Soft, invece, fu praticamente esclusa dalla strategia gara, impiegata solo da Ocon per il giro veloce conclusivo.
La chiave del successo fu la gestione termica controllata e il minor graining rispetto alla Sprint. Complice anche una Safety Car, la maggior parte del gruppo riuscì a completare la corsa con una sola sosta, smentendo le previsioni iniziali. Un segnale chiaro: il COTA premia chi sa bilanciare efficienza aerodinamica e controllo delle temperature dei compound.

Il tracciato: una sfida di bilancio e precisione
Il Circuit of the Americas misura 5,513 km e si percorre in senso antiorario per 56 giri. I 41 metri di dislivello, la salita ripida verso curva 1 e la sequenza 3-9 in stile Silverstone lo rendono uno dei tracciati più tecnici del calendario.
Il setup ideale richiede alto carico per il primo settore e bassa resistenza aerodinamica per il terzo, dove la velocità di punta e il DRS sono fondamentali per i sorpassi. Le forze laterali prevalgono su quelle longitudinali, mettendo sotto stress la struttura degli pneumatici e la coerenza termica tra i due assi.
Il degrado è termico ed è dovuto all’accumulo di calore nei curvoni ad alta energia. Dopo la riasfaltatura del 2024, la superficie è diventata più uniforme e meno abrasiva, con una finestra di grip più prevedibile ma anche più sensibile alle variazioni di temperatura.
L’evoluzione del tracciato resta una variabile determinante. Con il passare dei giri, la gomma depositata aumenta l’aderenza e riduce il degrado, migliorando progressivamente i tempi sul giro. Nel 2024, questo fenomeno permise di estendere gli stint della Medium ben oltre le simulazioni, consentendo strategie a sosta unica.
In un weekend come quello di Austin, dove il traffico in pista è costante e la temperatura resta alta, l’evoluzione sarà decisiva per chi vorrà differenziare la strategia tra Sprint e gara principale. Pirelli osserverà con attenzione come la nuova C1 interagirà con il grip progressivo, per calibrare le future selezioni in vista del 2026.

Statistiche e storia del GP USA
Il Gran Premio degli Stati Uniti ha cambiato volto molte volte: da Sebring e Riverside negli anni ’50 fino all’epoca di Watkins Glen, Detroit e Phoenix. Dal 2012, Austin è diventata la casa moderna della Formula 1 americana, con 12 edizioni all’attivo.
Lewis Hamilton è il dominatore assoluto con sei vittorie totali (cinque al COTA, una a Indianapolis) e quattro pole position, record condiviso con Michael Schumacher. La Ferrari resta la scuderia più vincente negli USA con undici trionfi complessivi, quattro dei quali proprio ad Austin.
Il weekend texano sarà più di una gara: un banco prova per le dinamiche termiche e strategiche che definiranno la Formula 1 del futuro. Tra mescole distanziate, Sprint e degrado termico, Austin diventa un laboratorio dove ingegneria e interpretazione dei dati contano quanto la velocità pura. In un circuito che premia equilibrio e precisione, la chiave sarà trovare la perfetta armonia tra carico, grip e temperatura. In Texas, non vince chi spinge di più, ma chi capisce meglio.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
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