Gp USA 2025 – Analisi qualifiche – Il giro che consegna a Max Verstappen la pole position del Gran Premio degli Stati Uniti (1:32.510) davanti a Charles Leclerc (1:32.807) racchiude quasi tutto il DNA tecnico di questa fase della stagione. Solo 297 millesimi separano i due, una distanza esigua data la lunghezza della pista, ma i grafici di velocità, acceleratore, frenata e delta tempo mostrano due mondi distinti: da un lato la pulizia e la consistenza della Red Bull RB21, dall’altro la potenza intermittente della Ferrari SF-25, ancora alla ricerca della sua piena identità competitiva che deve emergere soprattutto in gara, il vero tallone d’Achille della vettura italiana.
Vediamo come le due vetture che lottano per la seconda piazza nel campionato costruttori, ovviamente insieme alla Mercedes, si sono comportate tra la curve del Circuit of the Americas.

Settore 1 – Verstappen costruisce, Leclerc insegue
Il primo settore segna subito il vantaggio dell’olandese. La RB21 si dimostra più stabile nel tratto misto in salita e nei rapidi cambi di direzione (che proseguono anche nella parte iniziale del settore 2, ndr), dove Verstappen riesce a mantenere un gas parzialmente aperto anche nei punti più veloci. Il grafico della speed trace lo conferma: l’olandese conserva una linea di velocità più regolare, segno di una macchina che genera carico senza compromettere la libertà d’azione del pilota.
Leclerc, più aggressivo, è costretto a piccole correzioni per tenere la SF-25 in traiettoria. La telemetria del throttle evidenzia micro-sollevamenti del piede destro che fanno perdere slancio, e un retrotreno meno progressivo in uscita. Il risultato è un distacco che cresce fino a 0.18s già prima del lungo rettilineo di richiamo.

Verstappen vs Leclerc – Settore 2: la PU Honda detta il ritmo, ma la Ferrari frena da maestra
Nel tratto centrale (fino a curva 12), Verstappen capitalizza non solo nei cambi di direzione ma anche nell’allungo. La potenza e l’efficienza della PU Honda si fanno notare. La curva degli RPM mostra un’erogazione fluida e una spinta più rapida al limitatore, segno di una trazione superiore e di un controllo perfetto del turbo.
Ma è proprio in frenata che Leclerc si riprende: la SF-25 si mostra più stabile e reattiva nella staccata di curva 12, recuperando circa un decimo. Probabile che qui abbiano giocato un ruolo chiave le modifiche di set-up alla riapertura del Parco Chiuso nel weekend: il monegasco aveva parlato di “esperimenti” su differenziale e freno motore, elementi cruciali per la fiducia in ingresso curva.
Sul grafico Throttle vs Brake, Verstappen anticipa il ritorno sul gas, mentre Leclerc preferisce un ingresso più dolce, prolungando la fase di carico sull’anteriore. Il risultato netto è un equilibrio: Red Bull avanti in potenza, Ferrari competitiva in staccata.

Verstappen vs Leclerc – Settore 3: efficienza contro sensibilità
L’ultimo settore, quello più lento e aerodinamicamente stressante specie perchè ci arriva con le gomme sovente fuori dalla finestra idonea, evidenzia la differenza più profonda. La RB21 conserva il carico e la coerenza nei curvoni 16-18, con passaggi di marcia regolari e costanti. Verstappen non deve mai correggere in modo evidente, segno di un assetto posteriore granitico. Leclerc, al contrario, appare più instabile: il grafico della nGear mostra due micro-cambi repentini in zone ad alta percorrenza, sintomo di una vettura che tende a scivolare lateralmente.
Il Delta Time finale lo traduce in numeri: dopo un tentativo di rimonta iniziale, il vantaggio Red Bull torna a salire fino ai 297 millesimi del traguardo. È una fotografia chiara: l’efficienza di carico Red Bull batte la buona sensibilità meccanica Ferrari.

La Ferrari cresce, ma resta difficile da leggere
La seconda qualifica del weekend mostra comunque una Ferrari più competitiva. Leclerc precede Hamilton e trova un feeling migliore grazie a piccoli ritocchi alla messa a punto resi possibili dalla riapertura del Parco Chiuso. Il monegasco spiega di aver “giocato con qualcosa di utile per il suo stile di guida”. Frase che lascia intendere test su differenziale e freno motore, possiamo ipotizzare.
Il sospetto, confermato dai dati, è che la SF-25 sia cambiata nella dinamica dopo l’introduzione della nuova sospensione posteriore, spostando l’equilibrio della vettura rispetto alle preferenze del pilota. Leclerc ammette comunque che “ci sono ancora cose da capire”: i salti di prestazione della Ferrari restano troppo marcati per essere spiegati solo dalle modifiche.
Vasseur e Hamilton, nelle analisi post-qualifica, li attribuiscono a gestione gomme e preparazione del giro, con Ferrari che ha scelto di uscire per prima in Q3 per massimizzare la temperatura superficiale degli pneumatici. C’è poi il fattore ambientale: la SF-25 sembra risentire meno della rotazione del vento, come già osservato in Ungheria, forse grazie a una migliore “robustezza” aerodinamica laterale.
Austin, in conclusione, conferma un trend: la Rossa ha fatto passi avanti sul piano tecnico, ma resta troppo dipendente da condizioni perfette. Quando la finestra di funzionamento si apre, la SF-25 si colloca immediatamente alle spalle della Red Bull e della McLaren; quando si restringe, la prestazione crolla. Il giro di Leclerc è la sintesi perfetta di questa dualità: veloce, deciso, ma ancora troppo fragile per impensierire Verstappen sulla distanza.
Il distacco di 297 millesimi fotografa la situazione attuale: Red Bull ancora avanti, ma la Ferrari non è lontana. Le manca solo la costanza per trasformare la velocità in arma. La gara potrebbe raccontare un’altra storia visto che, sulle lunghe distanze, la SF-25 tende a perdersi. Stasera capiremo se il lavoro di ottimizzazione ha consentito di superare i problemi di gestione emersi a Singapore e altre volte in precedenza. Il podio resta un obiettivo concreto, ma ci sarà da sudare parecchio.
Crediti foto: Formulacritica
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