Gp Ungheria 2025, strategia gara – Le qualifiche all’Hungaroring hanno smentito le attese della vigilia, ribaltando le gerarchie stabilite sin dalle prime prove libere. In un sabato che avrebbe dovuto premiare le McLaren, è stato Charles Leclerc a prendersi la scena con una pole position che ha sorpreso l’intero paddock. La Ferrari ha interrotto l’egemonia papaya al termine di una qualifica giocata sul filo dei centesimi, sfruttando al meglio le condizioni mutevoli della pista e un set-up perfettamente bilanciato nel momento decisivo: leggi l’analisi telemetrica.
II potenziale espresso dalla MCL39 resta evidente, tanto sul giro secco quanto nei long run. Tuttavia, su un tracciato notoriamente avaro di sorpassi come l’Hungaroring, perdere la prima posizione può rappresentare una variabile scomoda in una battaglia strategica che si preannuncia già complessa.

Una griglia divisa: chi ha puntato sul sabato e chi sulla domenica
Mentre i team di vertice hanno orientato le loro scelte verso una gestione prudente e bilanciata delle gomme, le scuderie di centro gruppo hanno adottato un approccio più aggressivo, sacrificando le chance in gara per ottenere una posizione favorevole in griglia. Tra queste, spicca l’Aston Martin, che ha portato entrambe le vetture tra i primi sei per la prima volta dal 2023, optando per il massimo quantitativo di gomme soft usato in qualifica.
La Sauber, invece, si è distinta per una scelta in controtendenza: è l’unico team ad aver conservato due set di pneumatici medium per la gara, un’opzione che potrebbe rivelarsi strategicamente preziosa in caso di sviluppi imprevisti.
Ritorno al 2024: la chiave fu l’undercut
Guardando all’edizione dello scorso anno, la strategia dominante fu la doppia sosta con combinazioni medium-hard-medium o medium-hard-hard. A trionfare fu Oscar Piastri, conquistando la sua prima vittoria in Formula 1 davanti al compagno di squadra Lando Norris. Entrambi si affidarono a uno schema medio>dura>media, approfittando di un potente undercut nella prima fase di gara.
Determinante fu il primo pit stop anticipato di Lewis Hamilton al giro 16, che costrinse le McLaren a reagire immediatamente per mantenere la posizione. La gestione della seconda sosta fu altrettanto cruciale: mentre Hamilton rientrò al giro 40, Piastri e Norris allungarono lo stint e consolidarono il margine con un finale ben gestito, grazie anche a ordini di scuderia discussi ma efficaci.
Anche dalle retrovie arrivarono risultati degni di nota: Sergio Perez e George Russell risalirono rispettivamente da P13 e P17 grazie a strategie ad ampio raggio basate su uno stint iniziale con gomma dura. In particolare, l’alfiere delle Mercedes, riuscì a ritardare la prima sosta fino al 33° giro, massimizzando l’efficacia della sua scelta.
L’approccio 2025: medium-hard-hard sulla carta è la più veloce
Per la gara di quest’anno (C3, C4, C5 le scelte della Pirelli, ndr), la simulazione strategica più promettente resta quella basata sulla sequenza medium>dura>dura, con finestre di pit stop previste tra i giri 16-22 e 40-46. Tuttavia, la tattica medium>hard>medium, che si rivelò vincente nel 2024, sarà difficilmente replicabile: solo Sauber, infatti, dispone di due set di mescola media, nella fattispecie con Nico Hulkenberg e Gabriel Bortoleto.
Le scelte dei top team confermano un orientamento verso le coperture più dure: McLaren, Ferrari, Mercedes, Red Bull e Alpine hanno infatti optato per due treni di C3 hard. Una decisione coerente con l’evoluzione delle mescole 2025, come spiega Simone Berra, Chief Engineer Pirelli, al portale ufficiale della F1: “Il divario tra C3 e C4 è più contenuto rispetto all’anno scorso, forse appena due decimi. In gara, con una gestione attenta, la differenza è ancora minore, e ciò ha spinto i team a privilegiare la consistenza”.
La carta C5: rischio e potenziale
C’è però chi potrebbe tentare l’azzardo con la gomma C5 soft all’inizio. In particolare, chi dispone di due set di hard potrebbe scegliere di aprire con la mescola più morbida, sfruttando l’extra grip nelle fasi iniziali per guadagnare posizioni, per poi passare a un doppio stint con le dure.
Questa strategia prevede pit stop anticipati (giri 8-14 per la prima sosta e 38-44 per la seconda) ed è particolarmente esposta al degrado. Tuttavia, può consentire sorpassi nei primi giri, dove il grip supplementare permette di impostare meglio l’uscita dalle curve lente e sfruttare la trazione sul breve rettilineo che conduce a curva 1, uno dei pochi punti di attacco reali del tracciato ungherese.
Limitazioni e alternative: chi ha puntato tutto sulla qualifica
Diverse squadre, tra cui Haas, Williams, Racing Bulls e lo stesso Tsunoda, hanno consumato cinque set di gomme a banda rossa durante le qualifiche. Questo restringe notevolmente il ventaglio strategico per la gara. In questi casi, la sequenza soft>medium>hard potrebbe diventare la più plausibile, con la necessità di rientrare tra i giri 8-14 e un secondo pit stop tra i giri 32-38.
In alternativa, alcune squadre potrebbero prendere in considerazione la strategia a una sola sosta con la combinazione medium>hard. Questa idea tattica, la cui finestra ideale si colloca tra i giri 25 e 31, comporta uno svantaggio stimato in circa dieci secondi rispetto alla doppia sosta, ma le previsioni meteo in evoluzione e temperature più contenute potrebbero cambiare le carte in tavola, rendendola una scelta più appetibile.
Variabili meteorologiche: vento, pioggia e caos in agguato
Le condizioni atmosferiche potrebbero essere la vera incognita della domenica. Il forte vento che ha complicato le qualifiche è destinato a tornare, accompagnato da possibili rovesci temporaleschi. Le previsioni indicano pioggia nelle prime ore della giornata e un rischio ancora del 40% nel pomeriggio, proprio in corrispondenza dell’orario di partenza.
Un eventuale acquazzone mattutino potrebbe ripulire la pista, alterando completamente il livello di grip e rendendo inutilizzabili i dati raccolti durante le prove libere. Mario Isola, direttore motorsport di Pirelli, avverte: “Il degrado visto finora è in linea con le nostre stime, e la medium>hard>hard rimane la strategia più solida. Ma se la pista dovesse resettarsi, potremmo assistere a scenari completamente imprevedibili”.
Crediti foto: F1.com, Scuderia Ferrari HP
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