Lewis Hamilton è finito sotto la lente dei commissari dopo la terza sessione di prove libere del Gran Premio di Singapore per un presunto mancato rispetto delle procedure in regime di bandiera rossa. L’episodio ha generato momenti di incertezza, ma l’analisi telemetrica spiega chiaramente perché non sia stata inflitta alcuna penalità al sette volte iridato.
Il grafico comparativo tra il giro veloce (1:30.559) e quello interrotto dalla bandiera rossa (2:19.385) racconta una storia limpida. Nelle curve finali del tracciato di Marina Bay, a circa 3800 metri di percorrenza, si nota un crollo netto della velocità: la linea rossa, che rappresenta il giro sotto red flag, cala bruscamente rispetto al riferimento, segno che Hamilton ha immediatamente sollevato il piede dall’acceleratore.

La telemetria del throttle, ovvero dell’apertura del gas, mostra un comportamento ancora più eloquente. Nel momento in cui il segnale di sospensione della sessione viene mostrato, la curva rossa scende a 0% e vi rimane per un lungo tratto. Parallelamente, anche il regime motore (RPM) cala progressivamente, indicando una scalata di marcia controllata e coerente con un rallentamento deciso. Tutto questo accade in pochi istanti, senza alcuna traccia di accelerazione successiva o di comportamento ambiguo.
Il dato cronometrico generale parla da sé: il giro interessato dalla bandiera rossa è quasi 49 secondi più lento rispetto al miglior tempo della sessione. Una differenza che, da sola, esclude ogni ipotesi di vantaggio competitivo o di condotta irregolare.
Secondo l’articolo 55.2 del Regolamento Sportivo FIA, un pilota deve rallentare “in modo sostanziale” e non deve migliorare alcun tempo nel giro interessato. I parametri analizzati confermano che Hamilton ha rispettato entrambi i requisiti.
L’inglese ha dunque reagito in modo immediato e conforme al protocollo: nessuna accelerazione ritardata, nessun miglioramento nei microsettori e nessun rischio per la sicurezza. La sua gestione della situazione rispetta pienamente le procedure previste in caso di sospensione della sessione, motivo per cui i commissari hanno archiviato il caso senza ulteriori provvedimenti.

Da un punto di vista tecnico, la differenza tra i due giri mette anche in luce la coerenza dell’approccio di Hamilton alla gestione dei segnali di pista. Il calo simultaneo di velocità, throttle e regime motore è il segno di un rallentamento istintivo ma disciplinato, frutto di una reazione immediata alla bandiera rossa e di una perfetta comprensione delle dinamiche di sicurezza FIA.
Alla luce di questi dati, la decisione della Direzione Gara appare non solo giustificata, ma persino inevitabile. Con buona pace di certi commenti imperanti. Hamilton ha rispettato alla lettera le indicazioni regolamentari, e la telemetria lo scagiona in modo inequivocabile. Un’analisi, quella dei grafici, che non lascia spazio a interpretazioni: Lewis ha fatto esattamente ciò che un pilota deve fare quando il rosso illumina il circuito.
Crediti foto: Formulacritica – Scuderia Ferrari HP
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui