Ero scettico sullo scrivere quest’articolo, in quanto la sensazione iniziale era quella di raccontare sempre le solite cose. Ma purtroppo va così. In Ferrari la storia non cambia, è come se facesse degli enormi push lap senza centrare mai il punto. A Singapore manca solo la gara, per poi lasciarci alle spalle nuovamente un fine settimana che non abbiamo vissuto da protagonisti. Certo in gara può accadere di tutto, ma sapremo cogliere le opportunità?
Weekend che inizia il giovedì, quando vengono rilasciate quelle belle dichiarazioni, piene di speranze e sensazioni positive. Baku doveva essere favorevole. Anche il circuito di Marina Bay, con le alte temperature. E dovrà essere favorevole anche Las Vegas, ma credo che l’antifona ormai sia nota a tutti.
E poi arriva il venerdì, che come un’abitudine non scritta, vede la Rossa di Maranello effettuare prestazioni solide. Ma è al sabato che la realtà bussa alla porta, pronta a farci tornare tristemente coi pieni per terra. Quando guardiamo le prove libere terminare con le Ferrari davanti, ci troviamo di consueto a dire “è solo venerdì”. Una frase che ormai può diventare un mantra, da stampare al box Ferrari, per ricordare che è al sabato e alla domenica che serve concretizzare.
Qualifiche GP Singapore: Ferrari senza passi avanti
Spostandoci alla qualifica, non è andata proprio male, in quanto in linea con le altre disputate finora. Meglio di Baku sicuramente, ma le prestazioni Mercedes devono essere un campanello d’allarme. Lewis Hamilton si rivela l’unico aspetto positivo. Non perché abbia fatto la differenza, ma perché continua ad essere coerente con il ritmo di Leclerc, segno di un feeling trovato e mantenuto con la vettura. La qualifica lo dimostra, ma è pur vero che rivela ancora difficoltà nei tratti più guidati. C’è la consolazione, se così possiamo definirla, di aver terminato davanti al team mate, che ha guidato una macchina sottosterzante.
Ma non può essere motivo di vanto. Basta osservare anche la reazione mentre si dirigeva verso la pesa. Continuiamo ad essere dietro. Dovevamo essere solo alle spalle di McLaren e Red Bull e invece siamo anche inseguitori di Mercedes. E così, mentre gli altri avanzano, noi restiamo a fare i conti con i soliti problemi, a cui Ferrari ci ha abituato nel tempo: il mix di elementi che non riescono a formare un’amalgama coesa.

Leclerc e Hamilton: parole che svelano la crisi Ferrari
A Singapore, però, c’è una cosa che ho apprezzato, ossia le dichiarazioni di Hamilton e Leclerc. I due pur non dicendo niente, hanno raccontato tutto. Senza dilungarsi in dettagli e tecnicismi, ci hanno spiegato quella che è la situazione, o forse lo stato d’animo, all’interno della squadra.
Charles è realmente rassegnato. Non sa più cosa dire. Non vede l’ora di chiudere questa stagione per concentrarsi sul 2026. E se posso esprimere un’opinione, forse condivisa, se l’anno prossimo non andrà meglio, lascerà Maranello per spostarsi altrove.
Il 2026 è un anno in cui si riparte da zero, ma è un anno cruciale sotto molti punti di vista, che vanno al di là delle prestazioni. Un discorso che potremmo fare anche per Lewis, che potrebbe ritirarsi e dedicarsi ai suoi interessi al di fuori della Formula 1.
Tornando a Leclerc, non sa più come giustificarsi, ammesso che ce ne sia bisogno. No sa più come esprimere la situazione, il suo malessere. Lewis invece, ha raccontato quello che volevamo sentire. Al di là della prestazione mancata, del mix dei fattori, ha ammesso una santa verità. Ferrari deve smettere di guardare non oltre il proprio naso. Deve osservare maggiormente la concorrenza. Se lo scopo è agguantare Red Bull, McLaren e ora Mercedes, devi agire come loro ma nello stesso momento, non solo successivamente.
Vasseur e la gestione Ferrari: dichiarazioni che non convincono
Ormai per Ferrari è finita, ma non ce ne accorgiamo solo ora. È il momento di guardare alla prossima stagione. A maggior ragione dopo aver sentito le parole di Fred Vasseur. Non puoi dire che la qualifica è andata male ma ribadire più e più volte che il venerdì è positivo o che il Q1 è andato bene. Sono dichiarazioni che fanno acqua da tutte le parti, che non reggono il confronto con la realtà.
Non puoi continuare a dire che il potenziale è inespresso, perché non è un caso isolato, ma è un qualcosa che va avanti da diciotto gare. È arrivato il momento di ammettere che la stagione è un flop, così come la macchina. È giunta l’ora di salutare il campionato in corso e porre tutta l’attenzione al prossimo.
Non può essere detto che bisogna essere consapevoli di potercela ancora fare. Ma cosa si può fare ancora? Cosa si può ottenere di più? Smettiamola di fare dichiarazioni giusto per l’obbligo di farle. Mi rendo conto che alla base ci sono cose che non possiamo conoscere, che non possono essere raccontate, ma smettiamo di prenderci in giro.
Smettiamo di sperare nella vittoria, di credere che abbiamo ancora qualcosa da raccontare. Smettiamo di dire che McLaren è a un decimo. Avremmo potuto approfittare delle difficoltà dei suoi piloti sulle piste cittadine, ma così non è stato. Iniziamo a porre le basi per la nuova annata, mettendo al centro macchina e piloti. Ci sono molti problemi a cui far capo, ma costruiamo la possibilità di vincere il mondiale costruttori e di tenerci saldi i piloti.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Formula 1
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