I lavori proseguono sul circuito di Monza. L’ultima posa d’asfalto è stata fatta qualche giorno fa, in extremis, 64 giorni prima della disputa del Gran Premio d’Italia che inizierà il 30 agosto. Sono iniziate le verniciature per la segnaletica orizzontale.
Ma non è tutto rose e fiori per l’autodromo brianzolo. Si è infatti accesa una polemica fra l’ACI, la SIAS (la società che gestisce il circuito), rappresentata dal suo presidente Giuseppe Radaelli, e il partito della maggioranza al governo, la Lega, nella figura del presidente dei senatori Massimiliano Romeo.
Romeo, durante una conferenza stampa sul tema della sicurezza, ha lanciato numerose accuse all’ACI e alla SIAS, motivate dalla nuova richiesta di fondi da parte del presidente dell’Automobil Club Italia, Angelo Sticchi Damiani, per supportare la presenza del circuito di Monza in F1.
Secondo il senatore leghista con tutti i fondi che ha ricevuto l’autodromo brianzolo, circa 80 milioni di euro, offerti sia dalla Regione Lombardia sia dai vari governi, le tribune di Monza avrebbero dovuto essere di “platino”, per non parlare di altre strutture presenti nel parco che sono in stato di degrado, come la piscina.
Alle polemiche si aggiungono anche le critiche dell’ex vicesindaco della città, Simone Villa, che giudica imbarazzanti le parole di Sticchi Damiani, il quale parla di miracoli per mantenere Monza nel calendario della Formula 1 e ricorda anche che il Comune di Monza è stata una “madre”, non una “matrigna” per ACI e la SIAS. Radaelli, da parte sua, non va allo scontro con la politica, ma si vanta della collaborazione fra il pubblico e il privato.
In tutto questo bailamme, gli appassionati sperano di vedere la F1 a Monza ancora per tantissimo tempo.
Gli organizzatori sono fiduciosi di trovare un accordo decennale con Liberty Media in stile Silverstone, ma la strada è lunga e tortuosa.
Mentre politica e privati si affrontano, Thailandia, Corea del Sud e Turchia sono pronte per entrare in F1. E a farne le spese potrebbe essere proprio Monza.