Gp Monaco 2025, strategia gara – Nel sabato più atteso e importante del campionato di Formula 1, Lando Norris ha riscritto la storia del Circuit de Monaco, conquistando la pole position con un giro da record assoluto. Alle sue spalle, un Charles Leclerc visibilmente amareggiato per non essere riuscito a ottenere la partenza al palo nel suo Gran Premio di casa, anche se ha comunque avuto la meglio sul leader del mondiale Oscar Piastri, assicurandosi una posizione strategicamente fondamentale.
Dopo il successo di Imola, il quinto posto conquistato da Max Verstappen – diventato quarto dopo la penalità inflitta a Lewis Hamilton – non fa più notizia. Il risultato, comunque, è ben più dignitoso di quello delle due Mercedes, sprofondate in 14ª e 15ª posizione dopo una sessione di qualifica che definire disastrosa è poco.
Sebbene la fama di Monte Carlo come pista “da processione” sia ben radicata, l’edizione 2025 del Gran Premio si annuncia molto diversa. A ribaltare le consuete certezze ci ha pensato una nuova regola strategica: per la prima volta, i piloti saranno obbligati ad effettuare almeno due pit stop in gara asciutta, utilizzando almeno due delle tre mescole slick disponibili. Un dettaglio che cambia radicalmente il volto della gara.
Il rebus della domenica: incertezza totale
L’introduzione di questo doppio obbligo di sosta ha scatenato un terremoto tra gli strateghi del paddock. Le parole di Mario Isola, responsabile Motorsport di Pirelli, riassumono perfettamente il clima di incertezza: “Se qualcuno dice di sapere cosa accadrà domani, non è un ingegnere di strategia, è un genio“.
I team, come da consuetudine, hanno immediatamente analizzato ogni possibile scappatoia regolamentare. Il cambio gomme sotto bandiera rossa resta valido come sosta, mentre non sarà conteggiata quella effettuata alla fine del giro di formazione. Allo stesso modo, rimontare un set già utilizzato non soddisferà il requisito.
Tuttavia, con la posizione in pista che a Monaco vale oro, la sfida sarà quella di bilanciare aggressività e gestione. E proprio qui entra in gioco l’imprevedibilità: a differenza di altri circuiti in cui due pit stop sono la norma, nel Principato le squadre normalmente eviterebbero qualsiasi sosta, se solo potessero.

Il precedente del 2024: un promemoria eloquente
Il caos generato da un incidente multiplo al via tra la Red Bull di Sergio Perez e le due Haas l’anno scorso portò alla sospensione della gara già nel primo giro. Durante la bandiera rossa, le strategie furono ricalcolate in massa: chi partiva con gomma media passò alla dura, e viceversa. Il risultato? Le prime cinque vetture completarono la corsa senza ulteriori soste.
Alcuni team nella parte bassa dello schieramento tentarono un secondo pit stop sfruttando il distacco accumulato, ma furono eccezioni. Quel contesto rende evidente quanto le nuove norme cambino il panorama.
Allocazioni gomme: il caos più totale
Il paddock di Monaco ha assistito a una varietà senza precedenti nell’allocazione degli pneumatici. McLaren, Aston Martin e Hamilton hanno scelto la combinazione 4-1-2; Leclerc, Alpine, Haas e Williams hanno optato per il 4-2-1; Red Bull, Racing Bulls e Sauber si sono presentati con un 5-1-1; Mercedes, infine, ha scelto un 3-2-2.
Da quando Pirelli ha introdotto la fornitura fissa nel 2020, non si era mai vista una tale diversità nelle strategie di partenza. Un ulteriore segnale della complessità del quadro che le squadre stanno affrontando.
Strategia? Impossibile fare previsioni
In un tracciato con degrado gomme minimo come quello di Monte Carlo, ipotizzare una strategia standard è un esercizio vano. Come sottolinea Isola, ogni combinazione è sul tavolo: «È quasi impossibile prevedere cosa accadrà. Ogni squadra sta lavorando su scenari multipli, e questo rende la gara potenzialmente molto più interessante».
Le squadre di vertice, in particolare, dovranno rivedere il classico approccio di tenere compatto il gruppo per prevenire l’undercut. In una corsa a due soste, rallentare troppo il passo rischia di spalancare la porta a chi partirà dalle retrovie – Mercedes inclusa – che potrebbe anticipare la prima fermata per correre in aria pulita.

Soluzioni estreme sul tavolo: è possibile percorrerle?
Tra le idee più controverse discusse nei briefing pre-gara, c’è la possibilità di completare entrambe le soste obbligatorie già nei primi due giri. L’obiettivo sarebbe quello di “liberarsi” del vincolo regolamentare e disputare il resto della corsa come una gara a zero soste effettive.
Tuttavia, l’ipotesi è considerata troppo rischiosa. Con Safety Car, Virtual Safety Car e bandiere rosse frequenti a Monaco, anticipare entrambe le soste può trasformarsi in un boomerang strategico, lasciando il pilota esposto a cambiamenti di scenario senza la possibilità di reagire.
Il fattore Safety Car: opportunità e caos
Un’interruzione della gara – particolarmente probabile su un tracciato tanto stretto e tortuoso – potrebbe rivoluzionare ogni strategia. In particolare, un lungo periodo sotto Safety Car potrebbe spingere molte squadre a effettuare entrambe le soste, con il rischio di congestionare una pit lane già angusta.
Il doppio pit stop ravvicinato – soprattutto per le squadre che devono servire entrambe le vetture – rischia di causare veri e propri ingorghi, specie in prossimità della Rascasse. Uno scenario che potrebbe persino indurre il direttore di gara a optare per una sospensione con bandiera rossa.
Meteo stabile: l’unica certezza. A differenza di tutto il resto, il cielo sopra il Principato indica stabilità. Le previsioni meteo non lasciano spazio a dubbi: zero possibilità di pioggia. La corsa, almeno sotto questo aspetto, non presenterà guizzi inattesi. In un contesto così incerto, l’unica garanzia è che Monaco 2025 non sarà una gara come le altre.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
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