Gp Monaco 2025 – Doveva essere la genialata del secolo, lo spariglio per spezzare quella tipica monotonia che caratterizza ogni Gran Premio che si disputa nel Principato in condizioni normali, ossia senza pioggia o altri eventi imponderabili che fanno impazzire il piano-gara. Il doppio pit stop imposto per legge, per citare il Ragionier Fantozzi, è stata una cagata pazzesca.
Ecco, l’ho detto subito, senza mezzi termini e non contemplando altri punti di vista. Dispotismo? No, semplice considerazioni di chi ha ha dovuto reggere un’ora e tre quarti di gara in cui i primi quattro hanno concluso così come erano partiti e in cui le uniche emozioni si sono consumate per il sorpasso di Andrea Kimi Antonelli a Gabriel Bortoleto al Portier e del tamponamento di Pierre Gasly a Yuki Tsunoda.
Gp Monaco 2025: un flop annunciato
Per il resto il gran premio a doppia fermata è stato un flop. Un evento dopato, artefatto, che ha indotto alcuni team a usare uno dei due piloti come tappo di sughero per favorire l’altro. Atteggiamento poco sportivo anche se molto efficace. È questo ciò che volevamo? È questo ciò che serve per mettere bollicine in una bevanda ferma? Non c’è risposta ai quesiti, anche perché non ho la più pallida idea di quali possano essere degli espedienti davvero efficaci. Non sta al sottoscritto deliberarli. Ma a quanto pare quelli postulati dalle teste d’uovo della Formula 1 sono andati lontano dal bersaglio.

Volete davvero sapere come la penso? La verità – la mia, non una oggettiva – è che Monaco ha senso al sabato, il resto è l’accettazione di uno spartito trito e ritrito che può essere modificato solo da elementi esogeni e spesso imponderabili. Monte Carlo è un unicum: prendere o lasciare. Amare o odiare. Non possono essere interventi pacchiani come quello delle due fermate a salvarlo. Servirebbe piuttosto definire norme da cui scaturiscano vetture compatte, agili, che siano capaci di superare anche in presenza di una carreggiata così angusta.
I pachidermi attuali possono funzionare nelle praterie dei nuovi tracciati semi permanenti, non si confarranno mai a quelle iconiche curve che, per quanto vituperate, sono conosciute per nome e caratteristiche da ogni appassionato. Monaco ti entra nelle vene: per alcuni è siero dell’amore, per altri veleno annichilente. Questa natura non muterà mai. Nemmeno con decisioni così grottesche come quelle di imporre più fermate.
Crediti foto: McLaren, F1
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