Il GP di Miami 2025 non è ancora iniziato, ma ha già fatto tanto parlare di sé. Fin dall’inizio di questa settimana, scuderie e team hanno promosso l’evento come il più “unico e raro” nel mondo della F1, quando poi esiste un altro evento altrettanto “unico e raro”, l’altro Gran Premio che si tiene negli Stati Uniti: quello di Las Vegas.
C’è chi ha messo in commercio nuove maglie e cappellini, chi ha mostrato tute e livree speciali (e improbabili) delle proprie monoposto, e i piloti – come ormai capita a ogni gara – hanno presentato nuovi caschi.
I fan, appassionati e addetti ai lavori ne hanno parlato sui social, demolendo qualsiasi cosa accadesse a Miami Gardens (sì, l’autodromo in cui gareggia la F1 non è a “Miami”, ma a “Miami Gardens”).
Gp Miami 2025: un evento divisivo
Anche nella nostra chat redazionale non sono mancati giudizi, per usare un eufemismo, negativi, mentre il sottoscritto cercava in ogni modo di ispirarsi al Virgilio dantesco: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.
Abbiamo discusso di tutto: dalla Ferrari bicolore, che ricorda la gomma rossa e blu che usavamo a scuola (con la parte blu che, secondo leggenda, cancellava l’inchiostro), ai caschi dei piloti e ai loro numeri.
Infine, ci siamo ritrovati a commentare i nomi apposti sulle insegne dei garage di ogni pilota. Nella giornata di ieri sono stati resi noti i nomi degli artisti che hanno partecipato all’album del film “F1” e che sono stati affissi sui box dei vari driver. Anche lì, fan, appassionati e addetti ai lavori hanno voluto dire la loro – ovviamente in modo negativo.
Ma tutto questo odio verso il Gran Premio di Miami non rischia forse di ritorcersi contro? Mentre fan, appassionati e addetti ai lavori parlano “male” sui social, lo facciamo usando l’hashtag #MiamiGP, contribuendo a pubblicizzare ulteriormente l’evento che tanto odiamo.
Le ultime 24 ore, grazie al nostro inconsapevole battage pubblicitario, sono state le più intense, e le monoposto non sono ancora scese in pista.
Ogni volta che accedevo ai social, in particolare su X, non si parlava d’altro che del Gran Premio di Miami, indipendentemente da ciò che accadeva. Miami ci ha mostrato come si pubblicizza al meglio un evento: basta pubblicare una foto e il resto lo fanno gli “hater” sui social.
Gli hater parlano, così come parlano anche quelli a cui il Gran Premio di Miami – giustamente – piace. E, come insegna Oscar Wilde in uno dei suoi aforismi più famosi: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”. Se davvero vogliamo recare un danno a ciò che non ci piace del Gran Premio di Miami, basta ignorarlo: non commentare, non scrivere l’hashtag #MiamiGP, non mettere like ai post sui social.
Spegniamo i social e accendiamo la TV quando inizieranno le uniche prove libere. Eh sì, se ve lo foste dimenticato, fra un casco e una livrea imbarazzante, a Miami c’è anche l’odiata Sprint Race.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
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