Gp Messico 2025, analisi Fp2 – Nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio di Città del Messico, Max Verstappen ha riportato la Red Bull al vertice nel giro secco (leggi il report della sessione), pur senza spingere al massimo sul fronte motoristico. La RB21 si è mostrata equilibrata tanto nei tratti più lenti quanto in quelli veloci, confermando la consueta efficienza aerodinamica del pacchetto di Milton Keynes migliorato per l’occasione.
La prestazione positiva di Yuki Tsunoda (P7), che ha sfruttato bene la monoposto gemella, ha ulteriormente certificato la bontà del progetto in configurazione da qualifica. Ma quel che conta, si sa, è la gara. E quando è stato caricato carburante, la RB21 (aggiornata con un nuovo disegno della parte terminale del fondo, ndr) non è sembrata l’auto da battere.
Il quattro volte olandese ha lamentato via radio la sensazione di “guidare sul ghiaccio”, espressione che fotografa perfettamente la difficoltà della vettura disegnata dallo staff guidato da Pierre Waché nel portare in temperatura la gomma media. Ne è venuto fuori un race pace discontinuo, lontano dai riferimenti di Lando Norris che è sembrato il vero mattatore sulla lunga distanza.

Gp Messico 2025, Fp2 – McLaren punto di riferimento sul passo gara
In casa McLaren, gli ingegneri hanno cercato di intervenire per evitare il graining sull’avantreno. Per contrastare questo fenomeno che potrebbe comunque contenersi via via che l’asfalto si gomma (la track evolution è uno dei temi chiave dell’Hermanos Rodriguez), Woking ha optato per un assetto con bilanciamento aerodinamico spostato in avanti, così da caricare maggiormente l’assale anteriore.
La scelta si è rivelata efficace nel proteggere le gomme nelle fasi più stressanti del giro, ma ha prodotto effetti collaterali nella modalità qualifica. Con il serbatoio scarico e pneumatici soft nuovi, la MCL39 è stata eccessivamente reattiva sull’anteriore, perdendo stabilità al posteriore. Il risultato è stato un comportamento nervoso, che ha messo in difficoltà entrambi i piloti.
Lando Norris ha chiuso la simulazione di qualifica in quarta posizione. Oscar Piastri è rimasto in ombra e alle prese con un equilibrio difficile da trovare tra l’avantreno e il retrotreno. L’australiano prosegue il suo periodo complesso: l’inizio del weekend messicano non fa che confermarlo. Da notare un dato interessante: Norris ha fatto registrare la velocità di punta più bassa tra tutti i piloti. Un segnale di mappatura motore particolarmente conservativa. Oppure un drag eccessivo? Oggi ne sapremo di più.

GP Messico 2025, analisi fp2 – Passo gara: McLaren detta il ritmo
Il long run più consistente della sessione è stato quello di Lando Norris, capace di mantenere un ritmo straordinariamente costante su gomma soft C5. I suoi tempi medi si sono rivelati fino a un secondo più rapidi rispetto a quelli degli avversari, incluso il compagno di squadra. Distacchi un po’ troppo ampi per sembrare veri. In ogni caso la MCL39 sembra in grado di sfruttare la mescola più morbida senza incorrere nei problemi di surriscaldamento che hanno invece colpito la concorrenza, compresa la Red Bull che ha faticato a portar in finesta la gomma media.
In uno scenario in cui la gestione delle gomme e la scelta strategica potrebbero risultare determinanti, la McLaren si presenta come la candidata più credibile per mettere in discussione il dominio di Verstappen emerso in qualifica. Chiaramente questa è la fotografia del venerdì sera. Il lavoro notturno e quanto si farà nel terzo turno di libere potranno cambiare le tendenze osservate qualche ora fa.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, McLaren F1
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