Lewis Hamilton, a Città Del Messico, non ha vissuto sicuramente il weekend desiderato. Dopo un venerdì positivo, accompagnato dal sabato in cui ha ottenuto il miglior piazzamento della stagione (P3), la gara ha avuto tutt’altro sapore.
Con un crono pari ad 1.15.938, l’obiettivo era quello di agguantare il podio o quanto meno concludere i 71 giri in top 5. Ma così non è stato e le situazioni che lo hanno visto protagonista – la partenza prima ed il contatto con Max dopo – hanno dato vita ad infiniti team radio, che gli hanno fatto perdere lucidità.
Hamilton, partenza e contatto con Verstappen: l’inizio della discesa
La gara di Lewis Hamilton, viene rovinata già alla partenza. Al termine delle qualifiche, ha dichiarato ad F1TV che la posizione di start era buona e, leggendo tra le righe, possiamo azzardare strategica. In effetti, scattato il semaforo verde cerca subito la scia di Lando Norris, che gli viene “rubata” poco dopo da Charles Leclerc.
Il resto è storia. Arrivati appaiati in curva 1, ad essere davanti è il #44. Ma Charles, per evitare disastri, taglia la curva concedendo nuovamente la posizione solo al pilota papaya. L’altro scenario che manda fuori giri Lewis, è il contatto con Max Verstappen.
Il tutto succede all’inizio del sesto giro, con un duello che va da curva 1 a curva 4. Prima Max taglia la chicane, poi a farlo è Lewis per il bloccaggio dei freni, entrambi rientrando in pista con un piccolo vantaggio sull’altro. Ad essere penalizzato, però, è solo il pilota della Ferrari con 10 secondi inflitti dai commissari di gara. Giusto? Sbagliato? Le opinioni sono molteplici, ma prima di centrare il punto, c’è un altro aspetto da prendere in considerazione.
Hamilton furioso in radio: tensione con il muretto Ferrari
Lewis Hamilton passerà il resto della gara a parlare via radio con Riccardo Adami, suo ingegnere di pista. Al via, richiede costantemente la posizione da parte di Charles Leclerc, cosa che – come noto – non avviene. La motivazione non pare strategica, perché vorrebbe dire rispondere all’episodio di Baku, ma probabilmente dettata da una lettura errata della situazione.
Le altre comunicazioni, che rendono sempre più nervoso il campione di Stevenage, sono incentrate sul duello con l’olandese della Red Bull. Adami, nello spiegare il motivo della penalità, afferma che è per il solo contatto e non per l’essere tornato in pista senza seguire le indicazioni FIA. E proprio per tale motivo, che i commissari hanno ritenuto di aver tratto vantaggio.
Una comunicazione che è stata criticata dall’ex pilota di F1 Karun Chandhok. Sostiene che così facendo, l’ingegnere abbia innervosito il pilota inutilmente. “È una comunicazione sbagliata, senza nemmeno dargli tutte le informazioni corrette”, ha spiegato a Sky Sports. “Non è stato penalizzato per il contatto, ma perché ha guadagnato tempo tagliando la pista”, conclude.
Da lì, Hamilton continuerà ad alzare la voce, con dichiarazioni del tipo “che gara di m***a”, a cui segue una costante risposta da parte di Riccardo Adami, che lo invita a concentrarsi solo sulla gara, rimandando il tutto al termine.

Penalità a Hamilton: decisione giusta o doppio standard FIA?
Proviamo a dare una risposta. Se osserviamo la partenza ed il contatto con Max, le richieste e le comunicazioni di Lewis non sono errate. Al via, giunti in curva 1, Hamilton era davanti e Charles doveva restituire la posizione.
Non è uno spettacolo degno assistere a tali comunicazioni da parte dei driver, in quanto l’aspetto racing è predominante. Però, in questo caso, una scorrettezza c’è stata, ed era giusto porre rimedio. Passando al contatto con Verstappen, non possiamo non condividere le parole di Fred Vasseur.
Il Team Principal ha ammesso che la penalità è stata severa. E ha poi aggiunto: “Se guardiamo il quadro generale, Max aveva tagliato la chicane prima, finendo sull’erba per cento metri. Onestamente, la gestione non è stata molto buona. Non dico che la penalità debba dipendere dal circuito, ma bisogna capire il contesto“.
E quindi, la penalità è corretta? La risposta è affermativa, ma i 10 secondi andavano condivisi con Verstappen. Entrambi hanno tratto vantaggio, lasciando l’avversario in balia di chi inseguiva: la Mercedes di Russell nel caso di Hamilton e la Haas di Bearman nel caso di Max.
Ad ogni modo, una critica possiamo muovere a Lewis Hamilton. Il #1 è il suo “nemico” ed il duello hanno fatto riaffiorare vecchi ricordi. L’errore, da novellino e non da campione del mondo, ha fatto perdere di vista l’obiettivo e la voglia di primeggiare e mettersi davanti, ha assunto maggiore importanza della gara stessa.
Hamilton al termine della gara, ha dichiarato ai media tutto il suo malcontento. Come riporta Planet F1, ha ammesso: “Mi sento molto deluso dalla FIA. È evidente che ci siano doppi standard di valutazione. È così e basta”.
Hamilton e la prossima sfida: il GP del Brasile
Ciò che resta della gara messicana, è che il numero di gare senza podi sale a quota venti. Ciò nonostante, la crescita di Hamilton è evidente, anche se serve è ancora presente la pressione di raggiungere l’obiettivo.
Le comunicazioni con Adami, raccontano ancora un mancato totale feeling con l’ingegnere che forse ancora non ha capito come interagire e portarlo alla calma. Non sapremo come andrà il weekend di Interlagos, ma Lewis assicura: “Continuerò a provarci“. Che la rabbia possa finalmente trasformarsi in benzina per il riscatto?
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Formula 1
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