Gp Messico 2025, analisi Fp1-2 – La Ferrari ha chiuso un venerdì ricco di elementi da cui ripartire. Charles Leclerc è stato buon protagonista in entrambe le sessioni e Antonio Fuoco è risultato utile per il lavoro di raccolta dati in una comparazione pista – simulatore visto che questo strumento è usato costantemente dal driver calabrese.
Lewis Hamilton, tornato al volante nel secondo turno, ha completato il quadro di una giornata in cui la SF-25 ha mostrato segnali positivi di bilanciamento e coerenza di comportamento, ma anche un ritmo ancora da rifinire sul giro secco rispetto ai diretti rivali. La base tecnica è incoraggiante, ma la pista e la McLaren impongono prudenza.
Gp Messico Fp1-2, Ferrari: una giornata da tre piloti
Maranello, come noto, ha schierato tre piloti nel venerdì dell’Hemaros Rodriguez. Leclerc ha preso parte a entrambe le sessioni, affiancato nella prima da Antonio Fuoco, che ha poi lasciato il volante al legittimo proprietario per la seconda. La squadra ha completato il programma di lavoro previsto, provando tutte le mescole Pirelli disponibili (C2, C4 e C5) e totalizzando 120 giri complessivi. Il programma di Fuoco, meno legato al weekend di gara, era focalizzato sulla correlazione tra simulatore e vettura reale: un elemento fondamentale per consolidare i dati e anticipare le reazioni della SF-25 ai diversi assetti.
In FP1 Leclerc e Fuoco hanno girato inizialmente con gomme Hard, in attesa che la pista si pulisse dalla grande quantità di polvere, più marcata rispetto alla sessione inaugurale del 2024. Leclerc ha simulato sia la qualifica – firmando il miglior tempo – sia la gara, utilizzando le Hard e poi le Soft nella fase centrale. La seconda sessione ha visto l’ingresso dell’ex Mercedes e un programma molto simile a quello del compagno: prove con Medium e Soft, poi stint a serbatoio pieno per valutare il passo gara e la gestione del degrado.
La pista ha mostrato una notevole evoluzione nel corso della giornata, fenomeno tipico da queste parti. I tempi della FP2 sono tornati in linea con i valori abituali, confermando che la differenza di grip e la rapida gommatura hanno inciso profondamente sulle prestazioni. A parità di sessione, le vetture 2025 sono comunque risultate più veloci rispetto allo scorso anno.

Gp Messico, Ferrari: le parole dei protagonisti
Charles Leclerc ha raccontato la sua giornata sottolineando il valore del lavoro di squadra e l’importanza di condividere il box con Antonio Fuoco: “Ero proprio felice di avere Antonio al mio fianco. Siamo cresciuti insieme nella Scuderia Ferrari Driver Academy e condividere il box con lui è stato molto speciale. È stato molto utile averlo in macchina in FP1 per svolgere vari test e raccogliere dati, considerando il prezioso lavoro che porta avanti tutto l’anno al simulatore. Siamo riusciti a mettere insieme dei giri interessanti e nel complesso ho avuto delle buone sensazioni dalla vettura. I nostri avversari però sono forti, quindi al momento non sembra realistico riuscire a stare davanti a loro“.
Lewis Hamilton ha elogiato il contributo di Fuoco, ma ha anche riconosciuto che il potenziale della SF-25 sul giro singolo resta da esplorare: “Penso che Antonio abbia fatto un ottimo lavoro. Abbiamo portato a casa indicazioni preziose dal suo lavoro in pista, che ho apprezzato molto. La seconda sessione è stata un po’ più impegnativa sul giro singolo, perché il passo sul giro secco non sembrava particolarmente forte, mentre in configurazione gara siamo stati più costanti. C’è ancora del potenziale da sfruttare e faremo del nostro meglio per arrivare in una posizione più solida in vista di FP3 e delle qualifiche“.
Per Fuoco, quella di ieri è stata una giornata dal valore simbolico: “È stata una giornata davvero speciale per me. Tornare al volante di una Ferrari a 16 anni dall’ultimo italiano, Giancarlo Fisichella, è qualcosa che mi riempie d’orgoglio. Non eravamo in pista per cercare la prestazione, ma per raccogliere più dati possibili e creare un buon riferimento per il lavoro al simulatore. Credo che non dimenticherò questo venerdì in Messico“.

La SF-25 e il comportamento in pista
Dal punto di vista tecnico, il venerdì messicano ha fornito risposte incoraggianti sulla base di assetto. Dopo un weekend buon ad Austin, la SF-25 sembra aver confermato coerenza nel comportamento meccanico e aerodinamico, con una vettura capace di adattarsi sia alle sezioni lente sia a quelle più veloci dell’Hermanos Rodríguez. Il bilanciamento iniziale è risultato più neutro, segno che il lavoro di simulazione e la gestione dei parametri di rigidità sospensiva stanno iniziando a dare risultati concreti.
La gestione delle gomme resta il nodo centrale. Ferrari ha provato tutte le mescole, ma l’efficacia sul lungo stint dovrà essere confermata in FP3. L’altitudine di Città del Messico altera il comportamento delle power unit e la finestra di utilizzo termico degli pneumatici, rendendo difficile mantenere costanza di grip nelle curve lente. L’obiettivo per la squadra sarà quindi ottimizzare il warm-up e la gestione termica, fattori che condizionano sia la qualifica sia il ritmo gara.
McLaren è inavvicinabile?
Hamilton ha sottolineato come la SF-25 appaia più stabile in configurazione gara, mentre Leclerc ha segnalato una certa difficoltà nel confronto con i rivali diretti. La McLaren, in particolare, è stata definita nelle comunicazioni radio tra Leclerc e Bryan Bozzi come “un altro pianeta” sul passo gara: leggi il focus.
Le monoposto del team guidato da Andrea Stella, pur utilizzando le Soft – teoricamente più soggette a degrado – hanno mantenuto un ritmo costante e superiore alla concorrenza. Questo dato pone un campanello d’allarme tecnico per Ferrari e gli altri competitor: il controllo della temperatura superficiale e il bilanciamento aerodinamico dovranno essere rivisti per evitare di compromettere il ritmo sulla lunga distanza.
Ferrari analisi: una base c’è, ma serve lucidità
La Ferrari parte da una buona base di setup. Tuttavia, il team dovrà essere rapido nell’adattarsi all’evoluzione della pista, che a Città del Messico tende a cambiare in modo repentino. Il grip aumenta giro dopo giro e le differenze tra sessioni possono essere notevoli, con il rischio di perdere il bilanciamento trovato al mattino.
L’obiettivo principale per sabato sarà duplice: ottimizzare la finestra di temperatura delle gomme e migliorare l’aderenza nel settore lento, dove la SF-25 tende ancora a sottosterzare. La squadra dovrà affinare il compromesso aerodinamico per non sacrificare la velocità sui lunghi rettilinei, dove la resistenza all’avanzamento può fare la differenza.
Le simulazioni di qualifica saranno fondamentali per capire il potenziale della vettura con mappature motore più spinte e carichi di benzina uniformati. L’altitudine penalizza il rendimento dei motori turbo, ma anche la potenza elettrica recuperata: Ferrari dovrà quindi lavorare sull’efficienza dell’ERS e sulla distribuzione dell’energia lungo il giro, per massimizzare la potenza nei tratti chiave (curva 3-4 e il lungo rettilineo principale).
Un ulteriore margine di miglioramento risiede nella gestione delle sospensioni posteriori: una regolazione più permissiva in compressione potrebbe favorire la trazione in uscita di curva senza destabilizzare il retrotreno. Il lavoro di Antonio Fuoco in FP1, orientato alla correlazione tra simulatore e vettura reale, offre alla squadra un riferimento prezioso per testare queste modifiche in modo predittivo e mirato.

Ferrari – Prospettive per il prosieguo del weekend
Sul piano strategico, la Ferrari dovrà trovare un equilibrio tra la ricerca del tempo secco e la preparazione per la gara. Il rischio è di inseguire il cronometro in qualifica sacrificando la consistenza sul lungo stint. Meglio, dunque, concentrarsi su una vettura che sappia mantenere ritmo e degrado controllato, soprattutto in caso di gara lineare senza Safety Car.
L’approccio realistico di Leclerc e la consapevolezza tecnica mostrata da Hamilton lasciano intendere che il team sia conscio della propria posizione: la SF-25 è in crescita, ma non ancora al livello delle migliori. La chiave sarà trasformare i dati raccolti in decisioni rapide e mirate, evitando di inseguire direzioni di setup troppo estreme.
Il venerdì messicano ha restituito a Maranello una Ferrari più solida, più leggibile nei comportamenti e tecnicamente coerente. Il lavoro di Fuoco ha fornito una base di dati ampia, Leclerc e Hamilton hanno completato il quadro con feedback concreti e la squadra sembra aver mostrato ordine interno. Ma in Formula 1, le sensazioni contano poco se non si traducono in cronometro.
La SF-25 ha bisogno di conferme nella giornata odierne, quando le condizioni della pista saranno più uniformi e le mappature motore finalmente libere. Se Ferrari saprà capitalizzare questa base, potrà ambire a un piazzamento nelle prime file. Se invece non riuscirà a leggere i segnali della pista e del degrado gomme, la McLaren rischia di dettare il ritmo della domenica (cosa probabile) e Red Bull e Mercedes potrebbero non essere alla portata. A Città del Messico, la differenza tra una buona base e una vera opportunità passa attraverso la lucidità. Ed è proprio lì che la Ferrari deve dimostrare di essere cresciuta davvero.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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