Non è un buon momento per la Mercedes: se qualcosa può andare storto, sembra persino finire peggio. Questa è la sintesi estrema del venerdì di lavoro per il team della Stella a Tre Punte. Quando le cose devono andar male, lo si capisce dai piccoli dettagli, da quelle minuzie che tracciano una strada verso risultati pessimi.
Dopo pochi minuti dall’inizio del primo turno di prove libere, Andrea Kimi Antonelli, che aveva preso il posto di Lewis Hamilton, impatta su dei detriti presenti in pista, danneggiando il fondo della vettura. Toto Wolff, al termine del venerdì, ha dichiarato che quel problema ha causato una perdita di circa due decimi e mezzo al giro. Poco male, visto che si tratta di libere, ma c’è poco da essere ottimisti: quel fondo era una nuova specifica e, senza pezzi di ricambio, potrebbe non essere riparabile per funzionare al meglio.
Questo significa che tutte le prove per valutare l’efficacia del nuovo pavimento non potranno essere condotte a fondo. Ma se Atene piange, Sparta non ride. George Russell, che aveva già danneggiato il nuovo fondo nell’incidente durante le qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti, si è trovato a utilizzare la vecchia specifica, dovendosi quindi accontentare di un pacchetto obsoleto che, paradossalmente, potrebbe addirittura funzionare meglio del nuovo. Già questo ci dice molto sullo stato confusionale della Mercedes.

Russell non ha voluto farsi mancare nulla e, giusto per aggiungere altro caos a una situazione già complicata, ha portato la W15 a muro, causando danni seri alla parte destra della vettura, con possibili conseguenze per le prossime sessioni.
Insomma, il quadro che emerge dopo il venerdì messicano è piuttosto fosco e pone la Mercedes in una situazione complessa, in linea con quanto visto nelle ultime gare. Al momento, non si vede la luce in fondo al tunnel.
Le premesse per il resto del weekend non sono rosee: serve un’immediata inversione di tendenza e soprattutto trovare un turno di prove stabile in cui capire come intervenire su una W15 in difficoltà, che sembra non beneficiare degli aggiornamenti introdotti fin dal Gran Premio del Belgio. In quell’occasione era stato presentato un nuovo fondo, che però non ha portato i risultati sperati.
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James Allison aveva parlato di problemi di assetto, non di un errore concettuale. Tuttavia, le prestazioni delle gare successive hanno smentito questa versione. Ad Austin è stato introdotto un correttivo che si è comportato esattamente come il pezzo precedente usato a Spa-Francorchamps. Anche in quel caso, il direttore tecnico della Mercedes ha parlato di settaggi e non di problemi del componente.
Eppure, anche dopo i primi due turni di libere (non lasciamoci ingannare dal primo posto di Russell in Fp1), in Mercedes non si vedono risultati così straordinari. Andrew Shovlin prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, concentrandosi sul lavoro svolto nelle Free Practice One. “Con il test obbligatorio degli pneumatici Pirelli in FP2, sapevamo quanto fosse importante avere un buon funzionamento in FP1. Questo è diventato ancora più rilevante quando George ha perso la vettura alla curva otto all’inizio di FP2”.
L’ingegnere ha sottolineato che quello di Russell è stato un impatto pesante, dal quale il pilota è uscito illeso ma la macchina ne è uscita malconcia. Shovlin ha ammesso che ciò sottrarrà tempo prezioso per preparare la vettura per le FP3. “Lewis ha avuto una sessione più tranquilla e si è trovato a suo agio con la vettura, anche se un po’ frustrato dal fatto che il test delle gomme gli ha impedito di lavorare sul setup”.
Insomma, secondo il trackside engineer, l’assetto definitivo sulla vettura n. 44 non è ancora stato raggiunto e c’è tanto lavoro da fare per rimettere a posto la gemella n. 63. C’è ben poco di cui essere soddisfatti.

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A destare preoccupazioni è il racconto che Russell fa dell’incidente. George ha riferito di aver seguito la stessa traiettoria utilizzata in Fp1, ma che all’improvviso la macchina ha mostrato un comportamento anomalo toccando l’asfalto o il cordolo, cosa che ha innescato un effetto incontrollabile portando la W15 a schiantarsi contro le barriere, causando danni ingenti.
Si torna, quindi, all’imprevedibilità di una monoposto che probabilmente deve ancora girare a un’altezza troppo bassa, rischiando di causare problemi come quello visto ieri e come l’altro osservato nelle qualifiche del GP di Austin.
Hamilton, che ha preso possesso della sua vettura nella seconda sessione, si è concentrato sul test delle gomme 2025, un’operazione che non ha permesso modifiche all’auto durante la sessione. Lewis ha potuto solo affermare che sarà necessario lavorare in vista delle FP3, basandosi sulla mole di dati raccolti durante l’ora e mezza del pomeriggio di ieri.
Kimi Antonelli è forse il più soddisfatto, poiché il suo venerdì, dopo l’esordio con botto di Monza, è andato bene a parte il problema al fondo di cui non può essere ritenuto responsabile.
“Volevo fare una sessione di FP1 pulita per la squadra e sono contento di esserci riuscito. Era la prima volta che guidavo su questo circuito, quindi sono rimasto entro i limiti e ho costruito la mia fiducia giro dopo giro. Nel complesso, è stata un’ora positiva e, nonostante le bandiere rosse, abbiamo raccolto molti dati che speriamo possano aiutare la squadra per il resto del fine settimana”.
“Sono stato anche in grado di costruire la mia comprensione della W15. Abbiamo utilizzato sia la mescola Hard che Soft ed è stato utile completare un mix di run consecutivi e lavoro sul giro singolo. Anche se quest’anno non parteciperò a ulteriori sessioni di FP1, non vedo l’ora di continuare il mio programma con le auto precedenti mentre ci avviciniamo al 2025″, ha concluso il bolognese.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, F1TV