La Vuelta Ciclista a España, nata nel 1935, fin dalla sua prima edizione ha sempre considerato Madrid come il punto di arrivo naturale e simbolico della corsa, prima dell’arrivo del GP di F1. Con pochissime eccezioni, la capitale spagnola ha ospitato l’ultima tappa per oltre 80 anni consecutivi. L’immagine del vincitore che alza le braccia sotto la Fontana di Cibeles, dopo aver percorso i vari giri sul circuito cittadino del Paseo de la Castellana, era diventata una delle cartoline più riconoscibili dello sport spagnolo, una passerella festosa che chiudeva tre settimane di battaglia senza quasi mai modificare la classifica generale.

L’arrivo del GP e la scelta irrevocabile di Madrid
Tutto cambia quando viene ufficializzato il Gran Premio di Spagna 2026 a Madrid, in programma esattamente dall’11 al 13 settembre sul nuovo circuito semi-urbano che ruota intorno a IFEMA e Valdebebas. La Presidente della Comunidad de Madrid, Isabel Díaz Ayuso ed il sindaco della capitale spagnola, José Luis Martínez-Almeida decisero di puntare tutto su questo evento di portata planetaria, capace di portare più di 100.000 spettatori, centinaia di milioni di impatto economico e una visibilità mondiale che la Vuelta, per quanto importante, non può eguagliare.
Le esigenze logistiche sono incompatibili: chiusure stradali totali, schieramento massiccio di forze dell’ordine, occupazione di alberghi e infrastrutture per team, media e VIP. Unipublic, l’azienda che organizza la Vuelta, riceve la comunicazione chiara: nel weekend del 13 settembre, Madrid sarà interamente dedicato al GP. Per la prima volta nella storia recente, la capitale non potrà ospitare l’arrivo della corsa ciclistica.

Granada, la nuova regina del finale, grazie al GP di Madrid
Dopo il diniego di un arrivo alle Canarie, Unipublic ha virato rapidamente su Granada. Secondo Granada Hoy, la Diputación Provincial e le istituzioni locali chiuderanno in poche settimane un accordo che prevede almeno due tappe finali nella provincia, con un investimento di circa 1,4 milioni di euro.
Sabato 12 settembre è prevista una frazione di montagna o media montagna con partenza dalla Costa Tropical e passaggi durissimi sulle rampe delle Alpujarras, capace di decidere definitivamente la classifica generale.
Domenica 13 settembre, la tappa conclusiva si disputerà su un circuito urbano a Granada città, con l’ambizione di arrivare il più vicino possibile all’Alhambra, creando un’immagine iconica che possa in parte sostituire quella storica di Cibeles. Non è esclusa una terza tappa granadina per amplificare l’impatto turistico e mediatico. Per la prima volta nella storia la Vuelta terminerà in Andalusia e non nella capitale.

La Vuelta 2026 per uno scherzo del destino inizierà proprio dalla F1
La corsa partirà sabato 22 agosto da Monte Carlo con una cronometro individuale di 9-10 km sul circuito di Formula 1, sede del Gran Premio di Monaco. La presentazione ufficiale si terrà il 17 dicembre proprio nel Principato monegasco, e il percorso completo verrà svelato in quella sede.
Il binomio promozionale scelto è già “Mónaco-Granada”, un accostamento che unisce il glamour della Formula 1 e del jet set con la maestosità dell’Alhambra. Il tracciato scenderà dai Pirenei verso sud privilegiando la montagna e culminerà in un weekend andaluso che promette di essere esplosivo sia dal punto di vista sportivo sia spettacolare.
Con questa edizione la Vuelta non solo rompe una tradizione lunga più di 80 anni, ma dimostra quanto la geopolitica, la concorrenza tra grandi eventi e le priorità delle istituzioni possano ridisegnare completamente il volto di una delle tre grandi corse a tappe del ciclismo mondiale.
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Crediti foto: IStock, Spain.info



