Era ora, finalmente qualcuno è uscito allo scoperto e ha detto a chiare lettere quello che molti pensano ma che pochi, specie all’interno del Circus, hanno il coraggio di ammettere: il GP di Las Vegas, al di là dei lustrini e di tutta la hype creata intorno anche dalla presenza di una carrellata di vip che fa impallidire la notte degli Oscar, è tecnicamente il vuoto cosmico!
Questa affermazione, volutamente perentoria, per Liberty Media equivale a una bestemmia in Vaticano. Ma i fatti sono questi e non cambiano nemmeno sotto tortura: valutare una pista in base al numero di sorpassi che offre – e la Strip ne genera tanti – non significa che questa venga automaticamente promossa.
Facile arrivare a manovre di sopravanzamento quando ci sono dei lunghi rettilinei e delle staccate violentissime con curve a 90°. Discorso diverso quando, per superare, serve prima battere le insidie tecniche del tracciato e poi l’avversario con cui si sta combattendo in quel dato momento.

Helmut Marko si scaglia contro il GP di Las Vegas
Helmut Marko, sarà un po’ per l’età, sarà perché è burbero di carattere, è uno che, nel bene e nel male, quando vede una cosa storta la critica apertamente, senza peli sulla lingua né filtri dettati dalla necessità di piegarsi a un buonismo imperante e urticante.
“Non è così bello. Las Vegas è una città pazzesca. L’anno scorso siamo stati fortunati che la gara sia stata buona, ma l’evento in quanto tale non è stato all’altezza delle aspettative“, ha detto il responsabile del programma piloti della Red Bull al quotidiano austriaco Österreich.
“L’evento inoltre non ha molto sostegno da parte della popolazione locale. Poiché quasi tutto è transennato, è necessario fare lunghe deviazioni ovunque. A causa degli scarsi collegamenti aerei – ha aggiunto Marko sferzando gli organizzatori e chi si trastulla con lodi sperticate sulla Strip e tutto ciò che la circonda – dobbiamo anche arrivare un giorno prima“.

Le parole di Marko non sono vuote: le perplessità sul GP del Nevada aumentano soprattutto nella comunità locale che regge a fatica ai tanti problemi correlati e non si vede sufficientemente risarcita da un evento che ha una portata pubblicitaria e mediatica più cospicua del Super Bowl.
Sebbene Liberty Media abbia vantato un giro d’affari di 1,5 miliardi di dollari, le ricadute economiche hanno favorito perlopiù i grandi colossi come MGM Resorts e Caesars Entertainment. Intanto, l’amministrazione cittadina, che ha incassato 77 milioni di dollari in tasse, ha dovuto spendere oltre 4 milioni per uno studio d’impatto. Questo squilibrio ha spinto la Contea a imporre rigide condizioni a Liberty Media, minacciando di interrompere l’accordo dal 2026. Difficile che accada, ma le rimostranze sono sintomatiche di un malessere nemmeno tanto strisciante.
GP Las Vegas non a rischio, ma serve una ricalibrazione generale del paradigma logistico
L’evento del 2023 (i dati dell’edizione 2024 non sono stati ancora del tutto elaborati) ha avuto un impatto economico straordinario sulla Sin City. I numeri non mentono: circa 1,5 miliardi di dollari sono stati generati dall’happening, superando di ben 500 milioni l’ultimo Super Bowl, considerato uno degli appuntamenti sportivi più seguiti a livello globale.
La Formula 1 in Nevada ha creato ben 77 milioni di dollari solo in tasse versate dai soggetti coinvolti, contro i 33,6 milioni del Super Bowl. Di questi, 22 milioni sono stati investiti nell’istruzione locale, rappresentando un importante contributo alla comunità. Che però non è del tutto soddisfatta, come osservato in precedenza.
Secondo il “Las Vegas Convention and Visitors Authority”, il weekend del Gran Premio ha generato per la città un incremento di ben sei volte della pubblicità mediatica ricevuta rispetto alla media annuale. La Formula 1 è diventata così un vero e proprio marchio per la metropoli.

In conclusione, quindi, la gara non dovrebbe essere a rischio poiché ci sono anche indicatori che vanno a contrastare certi elementi negativi (sia venerdì che sabato si sono visti, nell’ultima edizione, grandi sprazzi di vuoto sulle tribune, ndr). Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra le necessità della comunità locali, le spese folli per tenere in vita il sistema e i guadagni che, per alcuni soggetti, sono elevatissimi.
Il “difetto” di Las Vegas è forse la sperequazione che produce: genera ricchezza per pochi soggetti a fronte delle forze dispiegate per rendere possibile lo svolgimento dell’evento. Da fiore all’occhiello a terreno minato, il Gran Premio del Nevada si trova a un bivio. Riuscirà Liberty Media a salvaguardare nel lungo periodo un evento che, per ora, sembra dividere più che unire?
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1