Lewis Hamilton arriva al Gran Premio di Las Vegas con un misto di lucidità, orgoglio e frustrazione agonistica. Tre concetti che fotografano la sua prima stagione in Ferrari, un’annata che avrebbe dovuto rappresentare il punto di ripartenza di un progetto tecnico ambizioso ma che si è trasformata in un percorso disseminato di ostacoli, regressioni e inevitabili interrogativi. Eppure, ascoltandolo alla vigilia di un weekend complesso, colpisce la forza interiore con cui il sette volte campione del mondo difende la scelta fatta, rivendicando un impegno totale verso un progetto che, almeno per ora, non gli ha restituito quanto sperato.
Le sue parole raccontano uno scenario complesso, ma anche una consapevolezza nuova, probabilmente frutto di un anno trascorso dentro una macchina difficile da interpretare e di una squadra che ha lavorato senza sosta pur senza raccogliere risultati significativi. “Io credo fermamente nella decisione che ho preso venendo qui, sostengo la mia squadra al 100% e sostengo ancora me stesso al 100%“, ha spiegato Hamilton, ribadendo un concetto che non è solo mediatico ma profondamente tecnico: la Ferrari del 2025 non è stata all’altezza delle ambizioni, ma ha prodotto una quantità di dati e lezioni che il britannico ritiene fondamentali. In questo senso, la sua frase successiva è quasi un manifesto: “Sento di essere cresciuto moltissimo quest’anno. Sono qui più forte di quanto mi sia mai sentito“.

Una dichiarazione di questo tipo lascia intendere che il rapporto tra il pilota e la macchina non è stato passivo né distaccato. Hamilton non si è limitato a subire i limiti della SF-25: li ha studiati, assimilati, e ha cercato di incidere nel corpo vivo del progetto. Il problema è che il pacchetto tecnico Ferrari non ha mai davvero espresso un margine di crescita stabile. Gli aggiornamenti introdotti tra Barcellona, Silverstone e Zandvoort non hanno funzionato in modo lineare, e spesso la squadra si è trovata costretta a fare un passo indietro per stabilizzare il comportamento della vettura. Il bilanciamento sul lento, l’uscita di curva in trazione, la gestione termica delle gomme e la sensibilità alle variazioni di altezza da terra sono rimaste le fragilità strutturali dell’intero pacchetto 2025.
Hamilton, nonostante ciò, non parla da uomo disincantato: il suo discorso è quello di chi vede un potenziale ancora inespresso e vuole provare a liberarlo proprio in un finale di stagione che la Rossa spera di trasformare almeno in un segnale di continuità.
Las Vegas arriva in un momento delicato. È un circuito atipico, non solo per le temperature fredde tipiche dell’asfalto del deserto di notte, ma per i lunghi rettilinei, il basso carico richiesto e il comportamento delle gomme in condizioni difficili da prevedere (leggi l’anteprima). Nel 2024 la Ferrari aveva sofferto in modo significativo il warm-up, mentre la Red Bull aveva dominato grazie alla stabilità aeromeccanica del suo assetto. Quest’anno, con una vettura più difficile, il rischio di soffrire nuovamente è concreto. Ecco perché le parole di Hamilton, quando parla del sogno di una vittoria, suonano quasi come un grido di battaglia più che come una previsione realistica.
“Sarebbe incredibile per noi ottenere una vittoria. Ogni singola persona in questo team ha lavorato così duramente quest’anno e stiamo incassando colpo dopo colpo, e continuiamo comunque ad alzarci“. Qui emerge un punto centrale: la tenacia come identità tecnica e culturale. La Ferrari ha vissuto una stagione difficile, ma non si è mai arresa alla stagnazione. Le lunghe riunioni a Maranello, il lavoro incessante in galleria del vento e le modifiche al reparto sospensioni sono stati il tentativo di recuperare un terreno che gli avversari, soprattutto McLaren e Mercedes, avevano costruito con metodologie di sviluppo più reattive e coerenti.
Il riferimento di Hamilton alla fabbrica non è retorico. Significa che il pilota percepisce la necessità di dare un senso a un anno di sacrifici. La sua volontà di “chiudere forte” le ultime gare non è solo un obiettivo personale: è una forma di legittimazione per una squadra che ha bisogno di credere alle proprie fondamenta in vista del 2026, quando il regolamento tecnico cambierà radicalmente.
Las Vegas, da questo punto di vista, è un test molto più importante di quanto i risultati della stagione lascerebbero immaginare. La SF-25 arriva con un pacchetto aerodinamico molto scarico che dovrebbe ridurre la resistenza nei lunghi rettilinei. Sarà fondamentale trovare una finestra di lavoro termica per le gomme che permetta a Hamilton e Charles Leclerc (qui le sue parole) di spingere in qualifica senza dover contare su più giri di preparazione. La gestione dei freni, messi duramente sotto stress dalle forti frenate dopo rettilinei lunghissimi, sarà un altro elemento determinante.
Ma a pesare di più, simbolicamente e tecnicamente, è la questione della vittoria che manca. La Ferrari è l’unico top team senza un successo in un Gran Premio nel 2025. Leclerc ha salvato la stagione con alcuni podi, ma Hamilton non è ancora salito su uno dei tre gradini dei sogni in gara, e il successo nella Sprint cinese appare un episodio isolato. È un dato che fotografa la distanza tra le ambizioni della squadra e la realtà della pista.

Hamilton lo sa, e proprio per questo insiste su un concetto profondissimo per un pilota della sua esperienza: “È ciò che sogno, è ciò verso cui continuerò a lavorare“. Un pilota che ha vinto tutto non parla così se non crede davvero nel progetto. È una forma di leadership che non si può simulare. Ed è anche il segnale che la Ferrari ha ancora in mano una risorsa straordinaria, nonostante le difficoltà.
Las Vegas non dirà se il 2025 può essere salvato, ma potrà dire qualcosa sul 2026. Se la Ferrari riuscirà a trovare coerenza, se Hamilton riuscirà a essere competitivo su un circuito così anomalo, se la macchina mostrerà progressi in aree dove finora è stata instabile, allora il finale di mondiale potrà diventare l’inizio di una narrazione diversa. La Ferrari non può più permettersi di aspettare: deve trasformare ogni chilometro in un tassello del futuro.
Hamilton ci crede. E in un anno complicato come questo, è quasi la notizia più importante.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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